ALTRO CHE LOTTA ALL’EVASIONE, HANNO ISOLATO LA ORLANDI: “SOLO LA DEDIZIONE DEI MIEI CI SALVA”
LA DENUNCIA DEL DIRETTRICE DELL’AGENZIA DELLE ENTRATE: DIRIGENTI IN FUGA E NESSUNA GARANZIA AI DIPENDENTI
Sconcertata dalle scelte del governo sul contante. Messa in un angolo dalla Consulta con 767 dirigenti decaduti, molti dei quali in fuga verso il privato. Dipinta come amante dei blitz. L’Agenzia delle entrate si sente sotto assedio.
Di più, squalificata, isolata, priva di interlocutori a Palazzo Chigi e al Mef, il ministero dell’Economia azionista.
L’allarme è volato alto giovedì, quando la direttrice Rossella Orlandi ha quasi gridato commossa, al convegno della Cgil: “Le agenzie fiscali rischiano di morire, rimangono in piedi solo per la dignità delle persone che ci lavorano”. Ma cosa succede?
La soglia del contante è solo l’ultimo, ma pesantissimo, muro alzato dal governo.
Una barriera che l’Agenzia non si aspettava, eretta a insaputa della stessa Orlandi, indirettamente sconfessata dal premier Renzi e soprattutto da Padoan, ormai ben distante anche dalle sue convinzioni.
Un anno fa in Parlamento il ministro dell’Economia citava proprio la Orlandi, ripetendo che limitare il contante e abbassare la soglia servono “a fare emergere le economie sommerse e ad aumentare la tracciabilità ”
Ora il ministro difende invece il suo “diritto a cambiare idea”, smentendo se stesso e così anche la direttrice.
Il legame tra cash ed evasione non esiste. E dunque via libera pure agli affitti fino a tremila euro pagati con denaro frusciante, come rivela la legge di Stabilità appena bollinata. Il regno del nero legalizzato.
Come se non bastasse, c’è poi quella retorica insistita del premier, quando in tv ripete in loop: “Mai più blitz a Cortina”.
Reiterando così l’immagine di un’Agenzia succhiasoldi a prescindere.
“Ma io i blitz non li condivido, non li ho mai fatti”, si sfoga la Orlandi con i suoi. “Perchè continuare a paragonarmi alla gestione Befera?”.
Un feeling si è interrotto, non c’è dubbio. Renzi stima la Orlandi, ma l’armonia della Leopolda sembra lontana.
“Il fisco deve essere semplice, serve un patto tra cittadini e Stato che non incida nella vita delle persone e delle aziende”, scandiva la direttrice dal palco fiorentino dell’assise renziana, il 25 ottobre del 2014.
Un anno dopo, la soglia del contante sale, gli affitti si pagano cash, l’Agenzia delle entrate è abbandonata a se stessa nella lotta contro l’evasione, quasi una decina di super-dirigenti, declassati e tornati a 1.500 euro al mese, hanno preferito altri lidi professionali, importanti studi fiscali o società di consulenza internazionali.
Lasciando scoperti posti delicatissimi per il controllo dei grandi contribuenti, il prelievo sulle multinazionali, l’accertamento.
Il nuovo concorso che dovrebbe sanare la situazione non si riesce a organizzare. Almeno non prima del 27 novembre quando il Consiglio di Stato si esprimerà sul terzo bando messo in questione dalla sentenza della Consulta sui dirigenti promossi con procedure interne, anzichè via concorso.
E comunque anche con la nuova selezione, nessuna corsia preferenziale garantisce un ritorno in sella dei decaduti.
Così, il giovane fresco di laurea avrà la stessa chance di uno specialista. Il malumore è alle stelle. Qualcuno teme addirittura che la Orlandi possa gettare la spugna, mettendo sul tavolo le dimissioni.
Qualcun altro scommette sulla sua tempra di donna forte e testarda: “Non mollerà “. C’è amarezza e fastidio, però. “Mi accusano di lanciare falsi allarmi, ma se il recupero dell’evasione non è crollato è solo per la dedizione dei colleghi e il loro senso dello Stato”, si sfoga lei
D’altro canto, sul fisco la maggioranza vira verso centrodestra.
La norma sul contante porta la firma vistosa dell’Ncd di Angelino Alfano, ma anche di Scelta Civica del sottosegretario Enrico Zanetti, tornato all’attacco: “Parlare di morte dell’Agenzia mi sembra esagerato e irrispettoso. Basta fare le selezioni. C’è un concorso aperto a tutti. Se poi i dirigenti interni non hanno voglia di partecipare… “. Pure il ministro della Pubblica amministrazione Marianna Madia chiude alla richiesta della Orlandi, in vista del rinnovo del contratto degli statali: “Mi sembra difficile che ci possa essere un comparto solo per le agenzie fiscali”.
I muri si alzano. Il cerchio si stringe.
Valentina Conte
(da “la Repubblica”)
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