APPELLO FUTURISTA: FUTURO E LIBERTA’ PER I NAN-ETTI DA GIARDINO, MENTRE IMPAZZANO RAPACI E UCCELLI MIGRATORI
IL SEGRETARIO REGIONALE LIGURE DI FLI, ENRICO NAN, SEMBRA ESSERSI APPOSTATO FUORI DA UNA CHIESA CON IL PIATTINO IN MANO, IN ATTESA CHE ESCA SCAJOLA E LO GRATIFICHI DELLA ELEMOSINA… IL DISASTROSO RISULTATO ELETTORALE DI SAVONA E LA PERCENTUALE DELL’1,2% PREVISTO DA UN SONDAGGIO A GENOVA RICHIEDONO UNA SVOLTA…UN PARTITO IN PREDA A FAIDE INTERNE E MIGRANTI DA ALTRI PARTITI… E CHI ORGANIZZA QUALCOSA DI SERIO VIENE CRITICATO DA CHI RACCOGLIE SOLO INSUCCESSI
Inutile nascondersi dietro un dito: mentre a livello nazionale Futuro e Libertà non raccoglie certo un grande successo, ma pone le basi in città come Milano e Napoli per il progetto politico del Terzo Polo, risultando determinante per costringere il Pdl e la Lega al ballottaggio e alla futura sconfitta, vi sono molte realtà locali dove Fli sta sotto il 2%.
Il che vuol dire, rapportando il dato amministrativo a eventuali elezioni politiche, che Fli non arriverebbe alla soglia del 4%.
All’origine di questo insuccesso, oltre alle note posizioni a livello nazionale ancora ambigue o almeno percepite come tali dall’elettorato, non si possono nascondere le responsabilità locali.
Certamente rilevanti sono altri elementi: il fatto che Fini sia “prigioniero” del suo ruolo istituzionale e possa avere poca libertà di esprimersi da leader di partito, la assoluta carenza di mezzi finanziari per veicolare le idee, la mancanza di una organizzazione sul territorio, la collocazione sui problemi che diventa sempre frutto di una mediazione interna, la palla al piede degli “inviati speciali del cardinale” che pur rappresentando solo se stessi ostacolano di fatto ogni presa di posizione netta.
E’ evidente che concetti quali legalità , unità nazionale, meritocrazia finiscono per risultare astratti se non vengono coniugati sul territorio, accompagnati magari da socialità , solidarietà , lotta alla casta e agli sprechi della politica.
Se si è “contro” Berlusconi non è solo perchè all’interno del Pdl non c’è confronto democratico e non è permesso dissentire, ma perchè Fli ha un’altra idea della destra del futuro.
E questa idea va spiegata.
Ma ciò deve avvenire oltre gli steccati attuali o, come dice Fini, “andando oltre la destra e la sinistra” così come oggi concepiti.
Se vogliamo parlare a tutti e cercare adesioni sul programma non bisogna, ricorda Fini, riproporre o riportare in vita An o il Pdl, ma creare un partito nuovo nei modi e nella mentalità .
Veniamo così alle realtà territoriali: per propagandare questo programma occorrono uomini in sintonia con esso, non legati alle vecchie logiche spartitorie o, quando in buona fede, a categorie superate della politica.
Fa rabbrividire sentire dei giovani che, invece di confrontare esperienze politiche, proporre iniziative, aver voglia di spaccare il mondo, declinano per prima cosa la loro carica interna.
Sembra di assistere alla sfilata dei guardiani della rivoluzione senza averla mai fatta, anzi senza aver mai sparato un colpo.
Fli ha distribuito troppe medaglie al valore senza verificarlo, troppe medaglie al merito solo per aver abbandonato altri lidi (dove magari qualcuno era tagliato fuori dalla stanza dei bottoni), troppe cariche senza sottoporle a verifiche a tempo.
E lasciamo perdere la teoria dei dirigenti scelti in futuro dagli iscritti: andrebbe bene se facessimo come la Lega (detto da me penso sia significativo) dove solo dopo due anni di militanza uno può accedere ai congressi.
Altrimenti volete sapere cosa succede? Che i ras locali, interessati a candidature future, per non dire di peggio, si comprano pacchetti di tessere e vincono i congressi a scapito di chi ha sudato per il partito, ha magari meno iscritti, ma veri e reali.
Finiamo con Genova e la Liguria.
Da mesi non si assiste altro che a lotte interne, per dividersi cosa poi?
L’1.2% che un recente sondaggio ha accreditato a Futuro e Libertà a Genova?
Ci sono più correnti che iniziative sul territorio e ormai la principale attività è attendere che qualcuno metta in atto una iniziativa e poi inviare comunicati stampa ai giornali per criticarlo.
Gli stessi giornalisti sono sconcertati perchè parlano con un dirigente che dice una cosa, chiedono ad un altro esponente e sentono la tesi opposta, telefonano a un terzo che magari cade dalle nuvole.
E parliamo di esponenti con massimi incarichi, non di semplici iscritti.
Il segretario regionale Enrico Nan è una brava persona, nulla da dire, ma non basta essere una brava persona per fare politica a un certo livello: occorrono idee, carisma, impersonificare il partito che si rappresenta, capirne l’anima, avere la sensibilità del proprio potenziale elettorato, imporre una disciplina di partito, essere aggregante, scegliere gli uomini giusti al posto giusto.
Non si può in sei mesi aver rilasciato alla stampa solo una dichiarazione a favore di Scajola per le sue vicende, una contro i grillini, un’altra di solidarietà ancora a Scajola per aver detto che bisogna ricostruire un rapporto con Fli.
Chi lo legge ricava solo un’impressione: che i futuristi facciano come quei romeni che si mettono col piattino in mano fuori dalla chiesa in attesa che finisca la funzione, che Scajola esca e gli metta una moneta nel piattino.
Nulla sui contenuti, nulla sull’orgoglio di appartenenza, nessuna analisi critica e culturale di Pdl e Lega, solo retoriche dichiarazioni contro la sinistra.
Tanto valeva restare nel Pdl.
Nel frattempo impazzano i rapaci che puntano a vincere i congressi spandendo Martini e aperitivi alla frutta o parlando ai giornali a ruota libera a favore di un candidato del Pd piuttosto che di un altro.
Al contempo Fli diventa come quei negozi con l’insegna “entrata libera”: arrivano rifugiati politici e profughi come a Lampedusa.
Gente che fino a ieri militava nella Lega, nell’Udc, nel Pdl dove sputava su Fini, in pochi giorni diventa dirigente di Fli, senza neanche un periodo di limbo e di prova, onde verificarne la buona fede.
Piccoli uomini di panza della periferia dell’impero, tagliati fuori dai propri partiti originari, entrano in Fli e pretendono pure di dettare legge, forti dei loro portaborse michelangioleschi che pennellano clientele.
Ma Nan preferisce non vedere e non sentire, si rifugia nel bosco come i nanetti di gesso.
Salvo uscirne qualche minuto per concedere la sua quarta e ultima dichiarazione a un quotidano notoriamente vicino a Fini, ovvero “il Giornale”, per criticare l’iniziativa di contestare la lussuosa festa della senatrice Pd Pinotti: “Non solo non abbiamo mai avallato questa iniziativa ma, a mio modo di vedere, questa non avrebbe avuto alcun senso politico”.
Che non la pensino così centinaia di genovesi che invece hanno espresso solidarietà a chi l’ha organizzata, a Nan non interessa.
Lui preferisce difendere gli specialisti dei comunicati stampa prestampati contro chi fa qualcosa. Coloro che sostengono: meno gente aderisce, meglio è.
Concetto poco liberista, caro Nan: per costoro “meno concorrenza alla poltrona, meglio è”, tradotto dal politichese.
Se uno non comprende il risultato dell’iniziativa, non è colpa mia, sono problemi di Nan.
Io ho davanti il Paese reale, non l’elezione del presidente del circolo del Rotary ( con tutto il rispetto per o rotaryani).
Quanto a chi è in malafede, non merita neanche risposta.
Certo che se contano i risultati, chi ha contribuito a portare Fli all’1,2% a Genova avrebbe dovuto già rassegnare le dimissioni.
Chi ha preso l’1,4% alle comunali di Savona altrettanto, visto che corrispondono alle preferenze personali del capolista Genta.
E concludiamo con una perla dell’intervista di Nan dove sostiene che “in Liguria laddove Fli si è nascosto nelle liste civiche è andato bene, dove invece si è presentato col proprio simbolo è andato male”.
Visto che in altre citta, come Siena e Viterbo, tanto per fare un esempio, il candidato di Fli ha raggiunto punte del 17% e del 10%, leggere dichiarazioni tafazziane e autolesioniste di questo genere fa pensare.
Libertà per i nan-etti da giardino, ma il Futuro si costruisce diversamente.
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