ARRIVA GHEDDAFI E PIANTA LA TENDA IN UNICREDIT COL 7%, BOSSI TRAFFICA IN BANCHE, SILVIO FA AFFARI
LUNEDI VISITA IN ITALIA DEL PREMIER LIBICO CHE E’ APPENA ENTRATO IN UNICREDIT, BANCA CHE BOSSI VORREBBE CONTROLLARE ATTRAVERSO LE FONDAZIONI… STRANI INTRECCI: IL PRESIDENTE DELLA POPOLARE DI MILANO IN QUOTA LEGA E’ UN EX PRODIANO, ATTUALE PRESIDENTE DI IMPREGILO E COSTRUIRA’ L’AUTOSTRADA IN LIBIA
Casini ha fatto arrabbiare Bossi, definendolo “noto trafficante in banche e quote latte”,ma colpendo nel segno: il barcollante senatur non ha potuto replicare nel merito e si è limitato a una raffinata annotazione : “furfante, farabutto, stronzo”.
Ma, come abbiamo dettagliato da tempo, se per Fassino “avere una banca” era importante, per Bossi è una fissa da tempo immemorabile.
Il primo tentativo finì malamente: la banca padana Credieuronord fu salvata dal fallimento nel 2005 da Gianpiero Fiorani, in cambio del sostegno leghista alla scalata dei “furbetti” all’Antonveneta.
Così si evito’ di dover rispondere di certi fidi concessi con magnanimità ed elargiti agli amici degli amici.
Da marzo, ovvero da quando Berlusconi ha regalato il Veneto e il Piemonte alla Lega in cambio della protezione giudiziaria, i due nuovi governatori si stanno dando da fare per piazzare i loro uomini nelle varie fondazioni bancarie e per poter scalare i vertici dei consigli di amministrazione di Unicredit e Intesa San Paolo.
“Vogliamo entrare nelle banche” è la parola d’ordine di Bossi che ha rivendicato come “sua” la Popolare di Milano.
“Lo abbiamo messo lì noi quel Ponzini, Ponzoni, come si chiama? Ah Ponzellini ecco” – ha detto Bossi in un comizio.
Ma il presidente della Popolare, Massimo Ponzellini, si dà il caso che sia stato anche uno degli scudieri di Romano Prodi, nonchè attuale presidente di Impregilo, azienda interessata all’appalto milionario delle autostrada costiera della Libia, uno dei regali di Silvio a Gheddafi e che verrà pagata dal contribuente italiano.
E mentre il ministro per 17giorni (prima della condanna a due anni) Aldo Brancher venerdì avrà un incontro con Giancarlo Giorgetti, ministro bossiano alla lottizzazione bancaria, per far entrare truppe fresche leghiste nel consiglio di amministrazione di Cariverona, ecco che lunedì arriva Gheddafi che pianterà la tenda a Villa Pamphili, dopo aver piantato le radici in Unicredit, acquistando il 7% delle azioni dell’istituto di credito.
Rompendo le uove nel paniere a Bossi che stava organizzando anche qua una scalata ai vertici, attraverso una scientifica lottizzazione di vecchio stampo democristiano.
Uomini di partito piazzati nelle banche come ai tempi della vecchia Dc perchè così “cacciano i soldi”.
Il capitale libico però è una “mano santa” per Alessandro Profumo, il banchiere di Unicredit che andò a votare alle primarie del Pd e che ha ceduto le quote ai libici con una “trattativa segretata”.
E se i libici ostacolano l’occupazione padana delle banche, ci penserà Silvio a mediare, forte degli affari personali da lui intessuti con Gheddafi, a mezzo Ben Ammar e faccendieri vari, compresa la tv araba da lui creata.
Invece che i soliti vertici del lunedì ad Arcore, stavolta Silvio e Umberto potrebbero ben trasferirsi per una volta sotto la tenda del dittatore libico, così da formare un bel trio e discutere di affari sotto le stelle.
L’unico argomento che sta in fondo a cuore a tutti e tre.
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