ARRIVA IN RITARDO E QUANDO PARLA IL COMPETITOR SE NE VA: SI APRE IL CICLO DI MALEDUCAZIONE CAPITALE
CONFRONTO TRA RAGGI E GIACHETTI DI FRONTE AGLI INDUSTRIALI… FORSE E’ IL CASO CHE QUALCUNO AVVISI LA RAGGI CHE NON E’ LA MADONNA SCESA IN TERRA
Lo scontro Raggi-Giachetti non c’è stato, come da previsioni, ma le frecciatine tra i due candidati sindaci non sono mancate e la platea di industriali presenti alla due giorni di Unirete al Palazzo dei Congressi è diventata spettatrice di una tappa della corsa al ballottaggio, che si gioca soprattutto su Olimpiadi, Stadio della Roma, sprechi e municipalizzate.
Con un annuncio della pentastellata: «Se dovesse arrivarmi un avviso di garanzia, chiederei ai romani se vogliono o no le mie dimissioni». ( ma non dovrebbe dimettersi? O la regola vale solo per gli altri?… n.d.d.) Naturalmente, attraverso la rete.
Inizia tutto con una stretta di mano, l’iniziativa la prende Giachetti, e una foto di rito con sorrisi di circostanza. Poi via alle tematiche che volevano trattare gli industriali.
Sul palco il loro leader, Maurizio Stirpe, accanto a Giovanni Floris, che ha intervistato prima Virginia Raggi e dopo Roberto Giachetti.
Raggi era stata infatti categorica «niente confronto diretto con Giachetti».
Il candidato del Pd incassa il colpo e ascolta tutte le risposte della rivale prima di dire la sua.
Raggi arriva con mezz’ora di ritardo ed entra dall’ingresso opposto a quello presidiato da decine di fotografi e giornalisti. Giacca bianca e jeans, sceglie un look informale e si siede davanti a Floris.
A tratti appare nervosa. la platea la applaude almeno quattro volte ma rumoreggia quando parla di Olimpiadi e stadio della Roma.
Temi sui quali, invece, il sì di Giachetti risuona forte e chiaro, così come gli applausi quando dichiara che «alle Olimpiadi dobbiamo arrivarci con una città che funziona. Lo stato della città con tutti i suoi problemi non è in contrapposizione con le Olimpiadi».
Raggi, invece, non è convinta.
Il suo peraltro non è più un «no» categorico ma un «non ora, perchè è prematuro impegnare la macchina amministrativa e tutte le imprese a lavorare sugli impianti e infrastrutture».
Floris la incalza sullo stadio, lei risponde: «Sì, ma se la legge lo consente. Vigilerò che sia rispettata e se sarà così va bene anche lo stadio della Lazio».
Giachetti non si fa cogliere impreparato e quando tocca a lui rispondere sulla questione ricorda che «in consiglio comunale il movimento 5 stelle ha votato contro».
Gelo della pentastellata.
Giachetti si scalda quando si parla di sprechi, trasparenza e rifiuti. Il suo obiettivo è «aumentare il controllo sui servizi e riorganizzare la macchina amministrativa».
E sul numero eccessivo dei dipendenti pubblici risponde «diventano troppi se l’amministrazione non funziona».
Lotta agli sprechi da sempre cavallo di battaglia del Movimento.
Raggi prende esempio l’Atac ed è un fiume in piena: «Nel 2019 cessa il contratto di servizio che lega Roma Capitale ad Atac. La normativa europea ci impone di mettere il trasporto pubblico a gara, la nostra grande sfida è quella di risanare l’azienda pena la sua cessione a privati». Alternativa che la candidata rifiuta.
Poi se la prende con le troppe municipalizzate e sulla possibile perdita di posti di lavoro taglia corto: «Abbiamo norme che ci permettono una buona mobilità interna».
Se per Raggi l’Atac è il simbolo degli sprechi e della cattiva amministrazione, Giachetti individua nell’Ama l’azienda dalla quale ripartire, ma quando parla di Ama, dopo una quindicina di minuti che l’esponente Pd siede davanti a Floris, la candidata cinque stelle è già andata via.
«Dobbiamo arrivare al 65% della differenziata ma una parte del lavoro devono farla anche i cittadini, lei lo sa che tremila romani lasciano ogni giorno la loro macchina davanti ai cassonetti impedendo così il normale svolgimento della raccolta?», domanda a Floris.
E sull’enorme debito di Roma? «Dobbiamo rinegoziarlo magari attraverso la Cassa Depositi e Prestiti che ci permette di pagare degli interessi molto bassi».
C’è spazio anche per i temi nazionali. L’Imu doveva essere abolita, secondo Giachetti mentre per Raggi si è trattato di campagna elettorale».
Chi ha vinto il confronto a distanza per gli industriali?.
«Non posso esprimermi sui candidati — risponde Stirpe — ma sicuramente auspicavo un confronto diretto che non è avvenuto.
Damiana Verucci
(da “Il Tempo”)
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