ASSUNZIONI SOSPETTE AL COMUNE DI GUBBIO: FINISCE IN MANETTE IL VICEPRESIDENTE DEL CONSIGLIO REGIONALE DELL’UMBRIA ESPONENTE DI RIFONDAZIONE COMUNISTA
ORFEO GORACCI E’ ACCUSATO DI ASSOCIAZIONE A DELINQUERE E VIOLENZA SESSUALE PER EPISODI RELATIVI AL PERIODO IN CUI ERA SINDACO DELLA CITTADINA…ALTRI OTTO ARRESTI, TRA CUI L’EX VICE-SINDACO
Una giunta comunale trasformata, secondo la magistratura, in associazione a delinquere finalizzata all’abuso di ufficio e altri reati.
Succede nella rossa Umbria, a Gubbio. Dove sono stati arrestati tre componenti della giunta guidata da Orfeo Goracci, ex sindaco eugubino e attuale vicepresidente del consiglio regionale guidata da Catiuscia Marini.
In manette con l’ex sindaco, anche il vicesindaco Maria Cristina Ercoli, l’assessore all’Ambiente Lucio Panfili, l’ex assessore Graziano Cappannelli e il dirigente comunale Lucia Cecili.
Agli arresti domiciliari, invece, sono finiti un altro ex assessore, Marino Cernicchi, l’ex presidente del Consiglio Comunale, Antonella Stocchi, e l’ex segretario comunale, Paolo Cristiano e Nadia Ercoli, funzionario della polizia municipale e sorella dell’ex vicesindaco Ercoli.
Tutti i politici sono espressione del Prc, tolto Graziano Cappannelli che è un esponente dell’Italia dei Valori, l’unico consigliere in carica del partito.
A Goracci è contestato anche il reato di violenza sessuale aggravato dal fatto che sia stato commesso “nella sua qualità di pubblico ufficiale e all’interno del proprio ufficio di sindaco”.
In particolare, si legge nell’ordinanza firmata dal gip di Perugia, “per avere in due distinte occasioni costretto una dipendente, alla quale inviava numerosi sms e pressanti inviti per intrattenere rapporti sessuali, a subire atti sessuali, baciandola, cingendole le spalle e tirandola a sè, contro la volontà della donna, commettendo il fatto nella sua qualità di pubblico ufficiale e all’interno del proprio ufficio di sindaco”.
Sono tutti accusati — nelle loro qualità di primo cittadino, amministratori e tecnici comunali — di aver dato vita e partecipato ad una associazione per delinquere, attiva dal 2002 “ed ancora in essere”, che avrebbe instaurato “un clima di intimidazione e di paura”, emarginando, danneggiando, minacciando le persone “invise o ostili” al sodalizio e “piegando lo svolgimento delle pubbliche funzioni all’interesse privato”. Un’associazione, si legge nel capo di imputazione, finalizzata a commettere “una serie indeterminata” di reati di abuso d’ufficio, concussione, falso in atti pubblici e soppressione di atti pubblici.
I nove, in particolare, avrebbero “stabilmente piegato lo svolgimento delle pubbliche funzioni al perseguimento di interessi privati consistenti in vantaggi politico-elettorali, mantenimento delle posizioni di potere e sviluppo della carriera, vantaggi economici per se stessi e per soggetti loro legati da vincoli di vicinanza politica, amicizia e sentimentali (per il Goracci)”.
Tutto ciò, “con pari ingiusto danno per la collettività , per i dipendenti e i soggetti estranei all’amministrazione ritenuti invisi o ostili al sodalizio”.
Questi, infatti, “venivano stabilmente posti in condizioni di emarginazione, sfavoriti, danneggiati nello sviluppo della carriera, minacciati, estorti ed ingiustamente penalizzati, in un generale clima di intimidazione e di paura instaurato e mantenuto dal sodalizio all’interno del Comune di Gubbio”.
Con l’allora sindaco Goracci, “definito il re o lo zar”, accusato di aver “promosso, costituito ed organizzato l’associazione a delinquere e gli altri nel ruolo di partecipi”.
Gli interrogatori di garanzia sono in programma tra domani e giovedì davanti al gip di Perugia che ha emesso le misure cautelare.
Per tutti il giudice ha comunque disposto il divieto di incontro con i difensori.
(da “Il Fatto Quotidiano”)
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