BASTA CON L’APOLOGIA DELLA “POLITICA DEL FAREâ€: PRIMA OCCORRE PENSARE E USARE IL CERVELLO
CHE SENSO HANNO USCITE DEL TIPO “NO A UNA SOCIETA’ MULTIETNICA” DA PARTE DI CHI HA COME MODELLO GLI STATI UNITI DOVE QUESTO TIPO DI SOCIETA’ ESISTE DA TEMPO? ….CHE SENSO HA ANDARE VELOCI, SE NON SI SA POI IN CHE DIREZIONE?…SE UNO COL 40% DEI VOTI DEVE STARE A RINCORRERE, INVECE CHE INCALZARE, UN PARTITINO DELL’8% VUOL DIRE CHE DI IDEE NE HA POCHE E DI IDENTITA’ ANCOR MENO
Iniziamo con un esempio: a noi la Michela Brambilla, appena nominata ministro
del Turismo, ci è simpatica. E’ l’unica delle donne in vista di questo Governo che, prima di entrare in politica, aveva lasciato un segno (imprenditoriale) del proprio passaggio su questa terra.
Non era tra quelle, per capirci, che furbescamente avevano dato l’esame di Stato a Catanzaro per diventare avvocato, nè provenivano dalla burocrazia di partito come eterna giovane, nè avevano fatto calendari per dare una svolta alla carriera.
Poteva continuare a fare l’imprenditrice di successo, ma scelse di rimettersi in gioco con i Circoli della Libertà , scontrandosi spesso con la nomenclatura interna di Forza Italia che ha sempre mal visto la “rossa” emergente.
Abbiamo fatto questa ampia premessa per dire che questa volta non ci sono piaciute le parole della Michela, in una intervista post-nomina ministeriale, dove ha dichiarato che anche lei persegue nel turismo “la politica del fare”, mutuando e recependo l’imput di Berlusconi per il quale la cosa più importante è “il fare”.
Cara Michela, finiamola con questa patetica apologia iperattivistica del nulla.
Questa filosofia spicciola di vita va bene forse per chi ripulisce in mezza giornata le cantine dai ferri vecchi ( chi più lavora più produce), può addirittura trovare il consenso persino di quei rapinatori di banche che usavano gli escavatori per abbattere le pareti e portar via le casseforti ( come negare che anche loro si dessero parecchio da fare?).
Ma sentire ogni giorno “l’apologia del fare” da parte della maggioranza ci irrita, in quanto mai accompagnata da una strategia virtuosa, da un’analisi approfondita, da valutazioni ideali e politiche.
Solo “fare” (ammesso poi che si faccia qualcosa di concreto), tutto il resto, non è rilevante.
Dove si va? Nessuno lo sa, perchè tutto diventa estemporaneo.
Si ha la netta sensazione che di fronte a un incrocio tra più strade alternative, invece che fermarsi qualche secondo a riflettere su quale direzione intraprendere nell’interesse degli elettori, facendo uso del cervello e delle proprie idee (ammesso se ne abbiano di proprie), si ritenga più importante imboccarne subito una a caso, e poi si prema sull’acceleratore.
Un esempio è stato dato dal premier, quando ha parlato impropriamente di Stato multietnico come un errore della sinistra che invece questo governo non intende perseguire.
In primo luogo perchè quando si hanno 4 milioni di immigrati regolari è evidente che lo Stato è già multietnico e avendo governato a lungo nell’ultimo decennio dovrebbe ormai saperlo.
Avendone anche lui avallato ( Lega compresa) la trasformazione in Stato multietnico, come da norme internazionali peraltro, durante i lunghi anni di governo.
In secondo luogo una semplice osservazione: come fa improvvisamente a criticare lo “Stato multietnico” proprio chi ha come modello di vita e di affari gli Stati Uniti d’America, patria delle tante etnie e che ha accolto tanti emigrati italiani agli inizi del secolo?
Ma come, ci beatifichi ogni giorno il liberismo economico, certe forme spinte di capitalismo ( che non condividiamo), le guerre dove vediamo fianco a fianco le varie etnie dei soldati americani che portano la pace nel mondo ( e il petrolio a casa loro) e ora all’improvviso sei contro lo Stato modello, contro la Casa madre, proprio mentre avevamo imparato finalmente le parole dell’inno a stelle e strisce, cantato in lacrime da atleti di lontana origine europea, cubana, sudamericana, messicana, ebrea, irlandese, italiana, tutti uniti sotto la bandiera americana?
O forse questa tua improvvida dichiarazione è stata determinata dalla necessità di contenere “il rigagnolo leghista” che ha respinto sul bagnasciuga libico 200 disperati, facendoci spernacchiare da mezza Europa, visto che nel frattempo ne sono entrati 800 che arrivano tranquillamente in aereo con regolare visto turistico valido tre mesi e poi Maroni non li va a cercare per sapere almeno che fine abbiano fatto?
Ma pensi davvero caro Silvio, tu che hai portato il Milan a vincere tanti trofei internazionali, che valga la pena giocare in difesa contro quella sgangherata squadra di Pontida, composta da mestieranti che pensano solo a garantirsi un ingaggio di anno in anno ?
Tu col tuo 40% che hai paura di contrattaccare una squadretta con il 9% dei consensi che vive solo sugli egoismi e le paure di chi rappresenta?
Se pensi che sia questa la strategia per contenere la Lega, cambia allenatore e consiglieri, dacci retta. Non capiscono un cazzo di politica evidentemente. Cosi facendo e legittimando ogni loro flatulenza ne giustifichi la cattiva digestione del concetto di democrazia. E alla fine saranno loro ad aumentare i consensi.
Basterebbero invece due cose molto semplici: in primis affidare la sicurezza a una persona seria e investire in uomini e mezzi delle forze dell’ordine.
Gli elettori si aspettavano di vedere aumenti di stipendio per polizia e carabinieri, razionalizzazione delle forze dell’ordine sul territorio, maggior controlli, incentivazione del lavoro di intelligence, coordinamento con la magistratura, non eterna conflittualità , coinvolgimento dell’Europa nel creare condizioni di lavoro e di vita dignitosa per i migranti nei loro Paesi di origine, investimenti controllati e mirati, lotta reale alla criminalità organizzata e ala microcriminalità dei clandestini che delinquono liberamente in Italia.
Abbiamo avuto solo le ronde a pagamento di qualche sfigato che soffre di insonnia e di megalomania.
Tipico di chi, scartato il servizio di leva, sogna una divisa sostitutiva per tutta la vita.
La seconda cosa necessaria era far mantenere la promessa che avevi chiesto esplicitamente: no ai doppi incarichi in Parlamento. O ministri o deputati, o sottosegretari o senatori.
Lo avevi chiesto prima di nominarli, non si è dimesso nessuno e spesso il governo va sotto a causa delle loro assenze. Non sei riuscito a farlo rispettare neanche da quelli del Pdl….
Pensa se invece nel Pdl ti avessero seguito: sai quanti leghisti “duri e puri” avrebbero fatto altrettanto? Nessuno, tutti sarebbero rimasti col culo padano attaccato alla doppia poltrona romana.
E sarebbero stati sputtanabili in tutta la Padagna del magna magna.
Ma per fare questo occorre avere le palle di andare fino in fondo e avere intorno dei militanti idealisti che credano in valori etici, in una politica al servizio del popolo.
Un leader, di fronte alle meschinità di chi non ha mollato il posto, avrebbe convocato i suoi e avrebbe dato 5 minuti per firmare le dimissioni da parlamentare o da ministro dicendo: “Se manca una firma mi dimetto e mi ripresento agli elettori spiegandone il motivo”.
Avrebbero firmato tutti.
Non lo hai fatto, non lo hanno fatto neanche loro e hai perso un’occasione storica di mettere gli elettori della Lega di fronte a chi fa fatti e a chi fa chiacchiere.
Invece sei costretto a giocare sul campetto polveroso di Pontida dove sono abituati a sparare palle in tribuna e in Tv, subendo ricatti quotidiani.
Prendendo in prestito un concetto ligure, diremmo che il problema nel centrodestra non sono tanto le veline, quanto le beline che circolano.
Siamo certi che il premier capirà , anche a Portofino il concetto è noto.
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