BERLUSCONI BLINDA IL GOVERNO: “MA SAREMO INFLESSIBILI SULL’IMU”
“CASSAZIONE? HO MOLTA FIDUCIA”… MA SCHIFANI: “SE LO CONDANNANO, IL PDL APRE LA CRISI”
La resa dei conti è solo rinviata. Ma per ora resta aggrappato a questo governo. Più che mai, nonostante tutto.
Silvio Berlusconi non può essere più chiaro, nel corso dell’Ufficio di presidenza del partito che nel pomeriggio riunisce lo stato maggiore del Pdl a due settimane dalla sentenza in Cassazione. È la ratifica della linea decisa nel vertice della notte precedente. «Il governo non può e non deve cadere, per noi sarebbe un danno».
Di più, «devono cessare gli attacchi ai ministri».
Tacciono tutti, falchi in testa, nel salotto al primo piano di Palazzo Grazioli
Era stato ancora più schietto in nottata: «Fino al giorno della sentenza non voglio problemi. State tranquilli, evitate che ci addossino la colpa di mettere in difficoltà Letta».
Anche perchè la pressione interna al Pd, quella sì, rischia di far saltare la pentola.
Già , ma il «giudizio universale» che rischia di spazzarlo via? Capigruppo e dirigenti trovano il Cavaliere stranamente rinfrancato, fiducioso. «Come se avesse ricevuto segnali incoraggianti, forse sul rinvio della sentenza a settembre» azzarda uno dei partecipanti. Il leader si dice sicuro dell’accoglimento del ricorso in Cassazione.
«Ho sempre confidato in quella corte: quando leggeranno le carte si renderanno conto che sono innocente» dice al cospetto di Alfano, Verdini, Brunetta, Schifani, Santanchè e gli altri.
Ad apertura, ostenta preoccupazione per le sorti del Paese: «Il governo deve andare avanti ma saremo inflessibili su Iva e Imu» intima ai ministri presenti. Una boccata d’ossigeno, per loro. Soprattutto rispetto al mezzo editto del capogruppo Schifani ai tg dell’ora di pranzo: «Un’eventuale condanna non potrebbe non avere riflessi sul governo. È difficile rimanerci con un Pd che si è detto pronto a votare la decadenza ».
Ma il Cavaliere per ora predica cautela, in ossequio alla “filosofia Coppi”: «Conviene tenere una linea prudente», almeno fino al 30 luglio.
Detto questo, non mancano stoccate. «L’accelerazione dei processi negli ultimi due mesi è legata al fatto che una parte della maggioranza non vuole un governo di pacificazione » incalza Berlusconi davanti al “sinedrio” dell’Ufficio di presidenza, con chiaro riferimento a una parte del Pd.
E sulla magistratura, si limita ad attaccarne una parte, ma con la solita virulenza: il problema è Magistratura Democratica, agisce come «un’associazione segreta di cui non si conoscono gli aderenti». Salvo poi rettificare le sortite qualche ora dopo. Quindi, chiede la mobilitazione di tutti i parlamentati per dare un sostegno concreto ai referendum radicali sulla giustizia: in estate, gazebo sul territorio per la raccolta delle firme.
Gasparri in serata insiste: «Useremo l’arma delle dimissioni di massa per andare al voto, se lo condanneranno».
Il sottosegretario Michaela Biancofiore, va oltre: «Parlamentari e ministri, tutti noi abbiamo già dato le dimissioni in bianco. Sono sul tavolo di Berlusconi, è lui che decide».
Il clima resta questo.
Quanto al partito, a settembre nascerà Forza Italia, conferma il leader: «Scalda di più i cuori». Non vuole divisioni tra falchi e colombe, «siamo tutti uniti, la solidarietà di questi giorni mi commuove, rafforza la mia voglia di combattere ».
Chiuso il vertice, con Alfano e pochi altri fa un blitz nella nuova sede del partito (da agosto) in Piazza San Lorenzo in Lucina.
Cartina alla mano, si entusiasma: «Davvero bella, quasi quasi ci faccio un pensierino e mi trasferisco anche io qui».
Tremila metri quadrati al posto dei 5mila di via dell’Umiltà , affitto da 720mila euro l’anno al posto dei quasi 3 milioni, per locali che Denis Verdini e Ignazio Abrignani hanno “strappato” all’Immobiliare Tirrena con maxi sconto del 30 per cento.
Carmelo Lopapa
(da “La Repubblica“)
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