BERLUSCONI IN VERSIONE “FRA INTESO†ATTACCA I PORNOMAGISTRATI: “A CASA MIA NESSUN ATTO BLASFLEMOâ€
CONFIDENZE AL SUO BIOGRAFO BRUNO VESPA: “IL BUNGA BUNGA ERA SOLO UN BALLO E NON VI HO MAI PARTECIPATO”: PECCATO CHE DIVERSE TESTIMONI SOSTENGANO IL CONTRARIO… POI RACCONTA I SUOI FIORETTI E AFFERMA DI NON AVERE NEANCHE UN TELEFONINO
Tutte invenzioni delle “pornotoghe”, “nessun accadimento sacrilego” ad Arcore e il bunga-bunga che non sarebbe altro che un balletto “a cui neanche partecipavo: ho fatto un fioretto”. Lo scandalo Ruby, rivisto da Silvio Berlusconi (intervistato da Bruno Vespa per il suo ultimo libro “Questo amore”) non sarebbe altro che la fervida e anche un po’ pruriginosa fantasia di magistrati e giornalisti.
La seconda ondata di anticipazioni del “classico” autunnale del conduttore di Porta a Porta dà ampio spazio ai buoni sentimenti cattolici del premier: “Vivere la religiosità per me – dice il Cavaliere – non significa solo avere una chiesa nella casa di Arcore, in cui si sono celebrati matrimoni, funerali e battesimi di miei congiunti, nè sentirsi al sicuro per le preghiere di otto zie suore di Maria Consolatrice”.
No, è anche altro: “Le mie radici si saldano in quei valori cristiani e quindi umani con i quali sono cresciuto in famiglia e nell’ambiente ecclesiale della scuola salesiana, e che poi ho trasmesso ai miei figli. Valori preziosi che non sono per me negoziabili. Figuriamoci, dunque, se posso permettere che in casa mia si compiano atti blasfemi”.
E qui il riferimento è alle rivelazioni di una ragazza che aveva partecipato alla “cene eleganti” in casa del premier, che raccontava di un Berlusconi intento a strofinare il crocifisso tra i seni della consigliera regionale del Pdl Nicole Minetti, spesso travestita da suora (e al momento indagata per favoreggiamento alla prostituzione minorile).
“Chi ha raccontato cose di questo genere deve aver avuto qualche buon motivo, non certo commendevole, per inventarsele. Ci sono decine e decine di miei ospiti che possono testimoniare la correttezza e l’eleganza dei comportamenti di tutti i miei invitati. Mi dispiace, ma non c’è nulla, assolutamente nulla di quel che ho fatto che non rifarei. Devono scusarsi i pornogiornalisti e i pornomagistrati che mi hanno ricoperto di calunnie”.
Poi Berlusconi dà la sua versione dei fatti sull’ormai arcinoto bunga-bunga: “Quando qualcuna delle mie ospiti diceva: dopo cena facciamo un po’ di bunga-bunga si riferiva a fare quattro salti. A cui io, peraltro, non partecipavo a causa di un antico e sempre rispettato fioretto”.
E qui si passa ai tre fioretti del presidente del Consiglio: “Non fumo da quando riuscii a salvare la mia prima avventura imprenditoriale da una fine non gloriosa. Non gioco da quando mi esposi al rischio di una pessima figura pretendendo, da dilettante, di potermi confrontare con un professionista delle tre carte. Non ballo da quando ne feci promessa se una mia amica, che rischiava di morire, si fosse salvata”.
Infine, la questione del suo numero di telefono trovato nelle rubriche dei cellulari di svariate escort.
Berlusconi il cellulare non ce l’ha, dice lui a Vespa. “Tutte le chiamate passano attraverso la mia segreteria. Una volta ne avevo uno anche io, ma non l’ho più potuto tenere da quando constatai di essere non controllato, ma ipercontrollato. Le pare un paese civile e libero questo?”
Lasciamo ai nostri lettori decidere se sia meglio ridere o piangere.
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