BERLUSCONI, LA VOCE DEL CAVALIERE DALL’OSPEDALE PER FERMARE LA LOTTA ALLA SUCCESSIONE: “SCIACALLI”
FORZA ITALIA IN FERMENTO, L’ASSE DEL NORD TRAMA
C’è una sorta di cordone di sicurezza in questo momento attorno a Silvio Berlusconi. Quelli, non molti, che hanno accesso alla stanza dell’ospedale San Raffaele in cui il leader di Forza Italia attende di fare, tra martedì e mercoledì prossimo, l’intervento alla valvola aortica.
Gianni Letta, Niccolò Ghedini, i figli, Marina in testa, e Fedele Confalonieri: sono loro che questa mattina, alla lettura dei giornali e delle ricostruzioni sulla lotta di successione politica già partita, hanno deciso con il diretto interessato che bisognava immediatamente stoppare la ridda di voci sulla nascita di una sorta di direttorio formato dai big per guidare la fase di “transizione” durante l’assenza dell’ex premier. Certi retroscena a Berlusconi e alle persone a lui più vicine sono parse un modo indelicato e intempestivo di spartirsi le spoglie politiche del leader: “sciacalli” è la parola che è stata usata.
Da lì la decisione di diramare una nota, prima attraverso la portavoce Deborah Bergamini, per assicurare che Forza Italia “è totalmente e unitariamente mobilitata da Nord a Sud per i ballottaggi e “non è in corso alcuna creazione di organismi di governo ad hoc dal momento che Forza Italia ha già , per Statuto, organi direttivi pienamente operativi”.
Parole chiare ma evidentemente non sufficienti se poco dopo arriva una dichiarazione che ha la forza autografa che solo Silvio Berlusconi in persona avrebbe potuto dare. Un messaggio con un forte accento personalistico, in cui il leader azzurro si dice “sereno” e si affida a Dio.
“Seguo da qui – afferma – le vicende politiche in vista dei ballottaggi, e chiedo a tutte le donne e gli uomini di Forza Italia il massimo impegno per far prevalere il centrodestra ovunque siano in campo”.
E poi chiosa: “Forza Italia è pienamente operativa nei suoi organismi nazionali e periferici ed è perfettamente in grado di operare in questi giorni di mia forzata assenza”.
Come a dire: nessuno si azzardi a ragionare come se io non ci fossi più. Insomma, il Cav prova a fermare sul nascere la guerra tra correnti dentro Forza Italia che, in realtà , è latente ormai da tempo. E che proseguirà , magari sotto traccia, a dispetto degli appelli odierni.
D’altra parte, il lungo e difficile travaglio su chi appoggiare a sindaco di Roma, ne era stata una prova evidente.
Già allora si parlò di un asse del Nord, più propenso a mantenere i rapporti con la Lega e Fratelli d’Italia. Un asse che sembra sopravvivere anche in queste ore e che ha i suoi punti di riferimento in Giovanni Toti, Maria Stella Gelmini e Paolo Romani, quest’ultimo meno vicino che in passato alle posizioni del ‘partito-azienda’.
D’altra parte, raccontano, l’ex ministro dell’Istruzione, forte delle 12mila preferenze raccolte a Milano, avrebbe coltivato negli ultimi tempi ambizioni di scalata all’interno del partito.
In molti, invece, sono sicuri che l’attivismo del governatore della Liguria con Matteo Salvini ma anche con Roberto Maroni e Luca Zaia, nasconda aspirazioni da leader dell’intera coalizione.
Per luglio, d’altra parte, sarebbe già in programma, non a caso a Genova, un incontro di tutte le fondazioni che fanno riferimento a Forza Italia.
Inoltre, nonostante si siano trovati su fronti opposti nella querelle sul candidato sindaco di Roma, in queste ore ci sarebbe stato un riavvicinamento del blocco del Nord anche con Antonio Tajani.
In nome, viene spiegato, del tentativo di evitare che quel che – poco o molto – di appeal che ancora Forza Italia ha nel Paese e all’estero, per esempio all’interno del Ppe, venga disperso durante questo momento di difficoltà .
C’è poi la componente degli ex An, i cui maggiori esponenti sono Maurizio Gasparri e Altero Matteoli. Entrambi fedeli berlusconiani, hanno però tutto l’interesse a non vedere disperso il loro patrimonio politico e quindi a ragionare – magari con prudenza e a tempo debito – su quale sia la strada migliore per evitare che questo accada.
E poi, nell’universo berlusconiano, c’è il cosiddetto cerchio magico. Potentissimo negli ultimi mesi, è finito sotto accusa in questi giorni proprio dopo il ricovero del leader. Soprattutto da parte di Marina, convinta che il padre sia stato spremuto al di là della sua salute, da chi non vuole perdere le sue rendite di posizione.
Altri due nomi, tuttavia, hanno legittime ambizioni in questo quadro di incertezza: uno è il candidato a sindaco di Milano, Stefano Parisi, figura capace di aggregare il centrodestra tutto con una ‘trazione’ moderata.
L’altra è Mara Carfagna, record di preferenze a Napoli, da sempre tenuta in grande considerazione da Silvio Berlusconi.
(da “Huffingtonpost”)
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