BERLUSCONI LANCIA UN MIX TRA I PROMOTORI FINANZIARI E LA GUARDIA PRETORIANA, MA IL PDL E’ GIA’ PIENO DI PEDALINI
PIU’ CHE DI PALADINI, IL PDL AVREBBE BISOGNO DI IDEE , NON DI SERVI DI CORTE…SE SI CONTINUA A SPARARE CONTRO LE INTERCETTAZIONI, A NON FARE PULIZIA NELLE LISTE E A INVENTARSI “INVASIONI DI STRANIERI” ALLE PORTE, NON CI SARA’ UN “PREDELLINO 2”, MA SOLO LA DISCESA DAL TRONO SANCITA DEGLI ELETTORI
Toni, slogan, interlocutori, luoghi comuni, accuse, chiamate alle armi: ieri il Pdl è riuscito a dare il peggio di sè, in occasione della conferenza stampa del premier, accompagnato da Michela Brambilla.
Intanto ha fornito l’immagine di un partito boccheggiante che deve aggrapparsi a slogan vetusti che, come tali, possono farti vincere una competizione elettorale “una tantum”, ma poi diventano come i racconti ai nipoti di qualche nonno arteriosclerotico che ripete sempre le stesse cose tra gli sbuffi del ragazzino.
“Siamo tutti intercettati da uno stato di polizia, non emergono reati, solo fango” ha sostenuto il premier.
A parte che uno “stato di polizia” prevede di solito come mandanti almeno il Primo ministro e quello degli Interni, si dà il caso che uno sia proprio colui che ha sostenuto tale tesi e che quindi guidi lui il governo.
Prevede altresì un monopolio completo dell’infomazione, ma anche qui emerge che il governo controlla almeno 5 dei 6 principali telegiornali pubblici e privati.
Frase quindi controproducente agli occhi dell’opinione pubblica.
Quanto alle intercettazioni, non solo permettono ai magistrati di approfondire indagini che altrimenti si arenerebbero, ma consentono ai cittadini di conoscere fatti di cui sarebbero certamente tenuti all’oscuro dai “poteri forti”. Se ci sono eccessi vanno eliminati, certo, ma è altra cosa dal sostenere che da esse “non emergono reati, ma solo fango”.
Si mai vista una “destra” seria che non tuteli la legalità , la giustizia e il rispetto delle istituzioni?
Ma veniamo alle parole che Berlusconi ha dedicato all’organizzazione interna, lanciando i “promotori della libertà ” e affidandoli alla Brambilla, l’esperta dei Circoli della Libertà .
In cosa consisterebbero?
Quello di permettere “agli iscritti del Pdl di avere un ruolo attivo nel partito: sostenere il governo, organizzare incontri per diffondere le idee del Pdl, sostenere le campagne elettorali, promuovere il tesseramento, organizzare banchetti e gazebo”.
In pratica una organizzazione interna al partito, un partito nel partito, che dimostra tragicamente una cosa: che il partito non fa una mazza, essendo i compiti indicati quelli precipui che dovrebbe svolgere una federazione locale, ad esempio.
Dato che non siamo in tempi di guerra civile, nè per bande folklotistiche, che senso ha creare “i guardiani della rivoluzione”, senza neanche averla fatta? E’ ammettere il fallimento del progetto “Popolo delle Libertà ” se dopo un anno si devono assoldare i pretoriani.
Anche perchè la terminologia è ridicola, una mix tra la “guardia scelta” dei pretoriani del capo e una squadra di “promotori finanziari” in stile Mediolanum o Publitalia.
Il Pdl non ha bisogno di “paladini”, semmai è pieno di “pedalini”, di servi sciocchi che sanno solo prostrarsi al capo di turno, di zelanti maggiordomi di corte e di incantatori di serpenti a tempo perso.
Una classe dirigente litigiosa e spesso incapace, intenta più a inseguire ambizioni e mire personali che a rappresentare il proprio elettorato di riferimento.
E soprattutto con la mentalità aziendale “il capo paga e ha sempre ragione”, mai contraddirlo, mai avere una idea, mai disegnare una progettualità .
Senza cultura politica, solo avendo come fine la gestione del potere.
E quando il premier intuisce che il consenso sta calando, nessun colpo di reni, solo la riesumazione delle salme di ritriti slogan: “siamo l’esercito del bene contro il male, di chi ama contro chi odia”.
Approccio che l’Esercito della Salvezza ha cassato decenni fa.
E ancora la solita analisi superficiale del problema immigrazione: “la sinistra vuole l’invasione degli stranieri in Italia”, quando (dati Istat) nel 2009, sotto il suo governo, gli stranieri nel nostro Paese sono aumentati di 360.000 unità , mentre Maroni si vantava di averne “respinto in mare” 10.000 e di aver così risolto il problema.
Come se l’immigrazione fosse solo un problema di sicurezza (dove non si è fatto nulla, diminuendo i fondi alla polizia) e non anche di integrazione e di diritti (dove pure non si è fatto una mazza).
Invece che guardare avanti, si spera di recuperare due voti così, senza capire che se ne perderanno altri proprio grazie all’incapacità “ideologica” e intellettuale di “cavalcare la tigre”, di avere un progetto di società e non solo di gestire (male) il contingente.
Se poi lo scopo del premier era quello di annunciare una sua “corrente” di scudieri fedelissimi per l’ultima battaglia, di fronte alle troppe correnti del partito, sarebbe ammettere la propria impotenza e incapacità a dettare “sintesi” politiche.
Voler negare “differenze ideali” interne, per poi dover prendere atto di quelle meno nobile di “interessi personali” di molti.
Quella presunzione di essere depositario della verità , di parlare quasi sempre in prima persona, di pretendere di avere ragione anche di fronte a cazzate stratosferiche, nelle parole e nei comportamenti, sta portando il Pdl alla deriva.
Aver regalato il nord alla Lega, legitimando due aspiranti governatori, sarà solo un traino per la Lega, uno sdoganamento agli occhi degli elettori del Pdl che, non vedendo differenze, voteranno per l’originale.
Mentre aver abbandonato il Sud, unitamente a non aver detto parole forti contro la corruzione, farà aumentare l’astensionismo di “chi non ci crede più”. Il Pdl è in mano a troppi “pedalini”, alla lunga emanano cattivo odore e la gente intorno se ne accorge.
A quel punto i paladini servono a poco.
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