BERLUSCONI ORA VUOL RIUNIRE IL CENTRODESTRA, CONTATTI CON NCD PER PRIMARIE A DICEMBRE
ARCHIVIATA LA GRAZIA, VUOLE CAMBIARE IL PARTITO
Rigenerato, ringalluzzito. La sentenza Ruby per Silvio Berlusconi era uno spartiacque: da un lato la morte politica, dall’altro una corposa boccata d’ossigeno in un momento complicato.
Per questo il Cavaliere, chiuso a Villa Certosa, il leader azzurro ha già iniziato a lavorare sui piani per il futuro.
“La sentenza di venerdì è stata un messaggio importante per il destino del centrodestra, può addirittura favorire la nostra ricomposizione, altrimenti rischiamo di trovarci davanti a un bipolarismo con Renzi da un lato e Grillo dall’altro”.
Queste, secondo la ricostruzione del Corriere della Sera, i ragionamenti fatti con i suoi.
Svanita qualunque possibilità di vedersi concedere la grazia da parte del Quirinale, Berlusconi per rilanciarsi accarezza la possibilità di riazzerare ancora una volta tutto quanto. “Ci serve un partito più leggero, un partito nuovo con una nuova sede”, nel quale tenere per sè il ruolo di padre nobile.
Uno schema che prevederebbe le primarie a dicembre.
Per questo lo schema potrebbe andare oltre al recinto di casa. E tornare a riabbracciare i vecchi compagni di strada di Ncd.
Ma prima ci sono da risolvere le grane interne. Per questo sull’agenda è cerchiata in rosso la data di martedì prossimo: in calendario un incontro con Raffaele Fitto, il leader della fronda interna che non vede di buon occhio le riforme fatte insieme.
È Giovanni Toti, il consigliere politico del Cavaliere, a lanciare segnali di fumo in direzione del Nuovo centrodestra. Ma non solo: “Io parlo con molti esponenti del Nuovo centrodestra così come parlo con gli amici della Lega e di Fratelli d’Italia. Garantisco che un Berlusconi assolto ha ancora più forza nel rifare quello che ha sempre saputo fare benissimo. E cioè riunire i moderati”.
Non chiude la porta Angelino Alfano (che ieri avrebbe provato a contattare telefonicamente il Cavaliere senza riuscire a sentirlo), che rivendica tuttavia la necessità di un progetto più ampio: “Per noi, la questione politica è se Forza Italia vuole partecipare alla grande alleanza popolare – spiega al Messaggero – cioè costruire il partito popolare europeo anche in Italia con noi di Ncd, l’Udc e tanti altri moderati – o se invece vuole strizzare l’occhio alla destra estrema, razzista, anti-europea e avversaria del Ppe a livello continentale e italiano”.
Alfano chiede chiarezza sulla linea politica, primarie nel centrodestra, e una legge elettorale che non penalizzi eccessivamente i partiti minori.
Alla Stampa Paolo Romani, capogruppo al Senato, specifica che tuttavia “nessuno può contestare a Berlusconi il ruolo di federatore della nuova futura aggregazione”.
Di segno opposto il parere di Gaetano Quagliariello: “Serve una nuova leadership”. Insomma, la strada è ancora lunga. Molto lunga.
(da “Huffingtonpost”)
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