BORIS JOHNSON SPIEGA AI CAZZARI SOVRANISTI: “IL CALO DI CASI E VITTIME NEL REGNO UNITO E’ MERITO DEL LOCKDOWN DURO NON DEI VACCINI”
ALTRO CHE APERTURE A TUTTI I QUESTUANTI COME SI E’ FATTO IN ITALIA GRAZIE A POLITICI CHE INNEGGIAVANO AL LIBERI TUTTI
I britannici festeggiano l’uscita dal lockdown con la riapertura dal 12 aprile delle attività non essenziali e lunghissime file ai pub fin dalla mezzanotte, tra assembramenti fuori dai locali e pinte piene di birra.
Ma il premier Boris Johnson, in un intervento su Bbc, chiarisce già che l’avvio del percorso di uscita dalle restrizioni anti Covid dopo oltre tre mesi comporterà inevitabilmente una certa ripresa di casi e decessi.
“Riaprire comporterà inevitabilmente più infezioni e, purtroppo, più ricoveri in ospedale e più morti, la gente deve saperlo”, ha spiegato il premier; aggiungendo di “non vedere al momento ragioni per cambiare” il percorso di uscita graduale dal lockdown, ma che “è molto importante che le persone continuino a essere caute“. Sempre a Bbc il leader Tory ha poi precisato che, nonostante le riaperture, “è molto molto importante che tutti capiscano che la riduzione dei ricoveri, delle vittime e dei contagi non è stato ottenuto dal piano vaccinale. Penso che la gente non capisca che è stato il lockdown ad essere incredibilmente importante nell’ottenere questi miglioramenti. Naturalmente i vaccini hanno aiutato ma il grosso del lavoro è stato fatto dal lockdown“. Parole che hanno preceduto le sue osservazioni su un aumento di morti e contagi che seguirà alle riaperture.
Intanto la Gran Bretagna procede con la campagna vaccinale ed entro metà aprile assicura di ultimare la somministrazione di almeno una dose di vaccino contro il Covid-19 a tutti gli over 50 e ai gruppi vulnerabili.
Oggi è iniziata la seconda fase della campagna di inoculazione delle dosi alle persone di età compresa tra i 45 e i 49 anni. Oltre il 60% della popolazione adulta (più di 32 milioni di persone) ha ricevuto una prima iniezione e quasi il 15% ha ricevuto entrambe le dosi.
(da “Il Fatto Quotidiano”)
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