BOSSI IMMERSO NELLE MOLLEZZE ROMANE
COI FEDELISSIMI DEL CERCHIO MAGICO ORMAI PASSA LE SERATE IN PIAZZA NAVONA, FREQUENTA FESTE E SI DIVERTE…STA A BRIGARE PER PARAGONE A RAI2 COME UN NICOLAZZI DELLA PRIMA REPUBBLICA
Sempre più spesso Umberto Bossi indugia fino a tardi al caffè Barocco in piazza Navona, a godersi la molle notte di Roma, sempre attorniato dai fedelissimi del “cerchio magico”, e talvolta Berlusconi lo porta pure a qualche festa, come accadde a febbraio per il compleanno dell’antiquaria Annamaria Quattrini, e qui il Senatur si ritrovò in compagnia di Pippo Franco, Gigi Marzullo, Pamela Prati, il finanziere Camillo Bellavista Caltagirone, ed era come stare al Bagaglino.
Silvio diede fondo a tutte le sue barzellette, “ma molto garbate”, come ebbe a precisare una delle invitate, e si poteva ascoltare musica al piano bar: Umberto insomma si divertì moltissimo. Un mese fa uscì poi sull’Espresso un trafiletto che raccontava la fuga delle giovani croniste di Montecitorio all’apparire di Bossi alla Camera: “Il Senatur con il premier ha in comune anche la passione per le belle donne” si precisava nell’articolo la ragione del fuggi fuggi.
“E a noi vanno bene anche quelle che scarta Berlusconi”, come puntualizzò ridendo un ministro della Lega in pieno scandalo Ruby.
Roma, scriveva Giancarlo Fusco, è quel posto dove si discute intere mezz’ore quale ristorante scegliere per andare a cena.
E quindi al Nord si sentono traditi da chi tiene in vita il governo doroteo Berlusconi-Scilipoti.
“Io a Pontida non vado: questa Lega è diventata troppo romana”, spiegava ieri al Tg 3 delle 19 un giovane militante lumbard intervistato in provincia di Padova.
Ma il partito sembra avere la testa altrove e traffica per sistemare come direttore di Raidue Gianluigi Paragone, come avrebbe fatto un qualunque Nicolazzi ai tempi del pentapartito.
Bossi ormai non sembra avere nè la forza di rovesciare il tavolo del governo, nè di fargli cambiare marcia.
Galleggia.
Un tempo le sue frasi erano brutali sentenze mentre ora nessuno capisce più quel che dice, e disperatamente si tenta di distillare del senso politico mentre fa pollice verso, spernacchia, gorgheggia cose incomprensibili del tipo “oggi c’è il sole, non si va a elezioni” che alla fine diventano comunque titoli di giornale.
Il destino del Paese, domenica a Pontida, è nelle mani di un leader così.
(da Ritagli)
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