BRASILE, AL VIA L’INSEDIAMENTO BLINDATO DI LULA
BOLSONARO DISERTA LA CERIMONIA
Dopo oltre 11 anni di attesa, oggi 1° gennaio 2023 Luiz Inácio Lula da Silva – per tutti Lula – ritorna alla guida del Brasile: per la gioia del popolo di sinistra che lo ha sempre sostenuto e osannato, anche negli anni bui della condanna e della prigionia per corruzione, e per l’amarezza dei suoi oppositori e in particolare dei fan di Jaìr Bolsonaro, che lo detestano e in parte non ne accettano la vittoria.
Il leader del Partito dei lavoratori ha infatti battuto alle elezioni dello scorso 30 ottobre il presidente uscente, seppur di misura: 50,9% contro 49,1%.
Oggi dunque a Brasilia Lula, 77 anni, si re-insedia come presidente del Paese. Nonostante la cerimonia blindata, però, in queste ore la polizia militare brasiliana – all’ingresso della zona dove è in corso la celebrazione – ha bloccato un uomo armato di un coltello e di esplosivo. A riferirlo è stato il portale G1 Globo, che ha citato in una nota gli stessi agenti del Distretto federale di Brasilia. Il brasiliano – riporta il comunicato – è stato arrestato grazie alle perquisizioni che vengono effettuate a tutte le persone che partecipano ai festeggiamenti.
A celebrare l’ascesa dell’ex sindacalista a Palácio do Planalto ci sono più di 60 artisti, 17 capi di Stato, 53 delegazioni, ma anche 8mila agenti. Un dispositivo stringente di sicurezza sulla Explanada dos Ministerios previsto dopo il fatto più inquietante verificatosi la scorsa settimana: il tentativo da parte di un sostenitore di Bolsonaro di far saltare in aria con dell’esplosivo un’autocisterna diretta all’aeroporto di Brasilia, alla vigilia di Natale. «Speravo di seminare il caos prima dell’insediamento di Lula», ha ammesso candidamente il bolsonarista, arrestato dalle autorità brasiliane.
Il grande assente
Chi non sarà presente alla cerimonia è proprio l’ex presidente Jair Bolsonaro, volato negli Stati Uniti a bordo di un aereo dell’aeronautica militare. È la prima volta che un presidente uscente non consegna la fascia presidenziale al suo successore. Un gesto che mescola indifferenza e disprezzo, che ricorda da vicino quello compiuto da Donald Trump nei confronti di Joe Biden nella caotica transizione di potere negli Usa del 2020, e prima ancora quello di Cristina Kirchner con Mauricio Macri in Argentina.
Programma e uomini (e donne)
Battersi contro la povertà, le disuguaglianze e l’indebolimento dello stato sociale con delle misure economiche inclusive è il progetto dell’agenda Lula. Per farlo, il rappresentante del Partido dos trabalhadores ha costruito una squadra di governo composta da 37 ministri – annunciati questa settimana – in linea con questa mission. Per la prima volta, nella squadra ci sono 11 donne, la presenza femminile più grande di sempre. Tra queste: Sonia Guajajara, l’attivista indigena che guiderà il dicastero per i popoli originari e Marina Silva all’Ambiente, ecologista tra le più note in ambito latinoamericano, che dovrà fare i conti con la tutela dell’Amazzonia dove la deforestazione ha raggiunto livelli preoccupanti a causa delle decisioni prese dall’ex amministrazione bolsonarista.
(da La Repubblica)
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