BUCCI E TOTI SEMPRE PIU’ INGUAIATI: LA REGIONE LIGURIA HA SPESO IN FONDI PER LA COMUNICAZIONE CINQUE VOLTE DI PIU’ DI QUANTO STABILITO DALLA LEGGE BRUNETTA
IL CASO LIGURIA DIGITALE DIMOSTRA LA “TRASPARENZA” DEL SEDICENTE CENTRODESTRA
Il “caso” del “Red Carpet” pagato 30.000 euro da Liguria Digitale, l’azienda regionale che si occupa di digitalizzazione, nasconde molto di più.
Le cifre: la legge Brunetta stabilisce che la Regione non possa spendere in comunicazione, ogni anno, più del 50% dell’importo speso nel 2011.
Il massimale pari alle spese sostenute nel 2011 porta a fissare l’asticella a 287.500 euro, questo significa che tutte le azioni mirate alla comunicazione della Regione dovrebbero, complessivamente, stare dentro quella cifra, in un anno. Ma così non è avvenuto perchè le spese di Liguria Digitale hanno presumibilmente sforato ampiamente quel tetto».
Liguria Digitale, infatti, secondo la nota che lo stesso presidente del collegio sindacale ha diramato a proposito della vicenda “Red Carpet” parteciperebbe del “Progetto complessivo di comunicazione integrata”, approvato dalla giunta e dal consiglio regionale: «finalizzato tra l’altro “a richiamare turisti e attrarre investitori per sviluppare opportunità e creare lavoro di qualità “» ed «è stata affidata a Liguria Digitale spa l’attività di comunicazione finalizzata al marketing territoriale», spiega la nota.
L’azienda regionale che si occupa di servizi telematici diretta fino a pochissimo tempo fa dall’attuale candidato sindaco del centrodestra, Marco Bucci, ha fatto un’operazione di marketing territoriale o di comunicazione, comprando oltre gli 8 chilometri di tappeto per il “Red Carpet” anche le porzioni di focaccia col formaggio, i fuochi d’artificio, i servizi navetta per le cene di gala e il catering delle cene di gala»,
«Le spese per “relazioni pubbliche, convegni, mostre, pubblicità e rappresentanza” non rientrano nel marketing territoriale e anzi vanno considerate come spese di comunicazione: lo indica chiaramente il parere dato dalla Corte dei Conti al Comune di Santa Margherita su una deliberazione assunta nel 2015.
Liguria Digitale dunque gestirebbe, affidata dalla Regione, l’attività di comunicazione: Un’attività che rientra, come confermato dalla stessa Liguria Digitale, in un progetto complessivo finanziato dalla Regione con 1,1 milioni di euro, mentre il tetto massimo che secondo la legge, dovrebbe spendere Regione Liguria: 287.000 euro.
«E’ stato sforato il tetto di spesa, imposto dalla legge Brunetta alle Regioni e ribadito anche nell’ultima legge di Bilancio»: denuncia il gruppo Pd in consiglio regionale. «E adesso rischiamo di violare il patto di stabilità », indicano.
«Secondo la Strategia digitale 2016-2018 della Regione Liguria per il turismo, si prevede l’offerta di innovativi servizi digitali a imprese e turisti: cosa c’entra con questi obiettivi l’acquisto da parte di Liguria Digitale di focaccia, generi alimentari, tappeti rossi e fuochi d’artificio?».
Il gruppo Pd solleva un’altra questione: sulla provenienza di quei denari destinati dalla Regione a Liguria Digitale, sulla comunicazione. «Con quali fondi sono stati finanziati questi interventi? Si tratta di risorse nazionali o addirittura comunitarie? Perchè, se fosse così, i problemi a porsi sarebbero serissimi, anche con risvolti erariali».
Infine c’è la modalità con cui queste spese sono state effettuate: per sfoggiare grandeur a Slow Fish o all’Infiorata a Milano sono stati pagati servizi attraverso affidamenti diretti. Gli importi, sempre tutti sotto i 40.000 euro lo consentono certamente.
«Il ricorso ad affidamento diretto è continuo – sottolineano i consiglieri – ma mancano del tutto procedure comparative, così come spesso mancano le motivazioni che giustificano il mancato ricorso a procedure di evidenza pubblica: è questa la trasparenza di Toti e Bucci?».
La morale: la giunta Toti vende notoriamente fumo, per farlo ha necessità di clientele locali da accontentare e spot di propaganda. Quindi ha bisogno di investire in “immagine” per far passare messaggi propagandistici che non hanno riscontro nella realtà dei fatti.
Il bluff del Gabibbo bianco e del leghista amico dei poteri forti continua.
(da agenzie)
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