BUFERA SUL MODELLO LIGURIA DELLA SANITA’: 11 ARRESTI PER APPALTI TRUCCATI SULLE FORNITURE SANITARIE
VIAGGI, AUTORADIO E BOLLETTE PAGATE: A LA SPEZIA IN MANETTE DIECI IMPRENDITORI E UN DIRIGENTE DELL’ASL 5 PER CONCUSSIONE E CORRUZIONE
«Fai come dico io o ti taglio le palle». Il dirigente della sanità ligure Massimo Buccheri – Asl 5 di La Spezia – si rivolgeva così agli imprenditori in gara per aggiudicarsi gli appalti della Regione Liguria.
E questa mattina è stato arrestato – accuse a vario titolo di concussione, corruzione e turbativa d’asta – insieme a 10 imprenditori, fra loro i vertici di alcune grandi aziende specializzate nelle forniture sanitarie in tutto il Paese.
Ai domiciliari è finito anche Luigi Morgillo, ex esponente di primo piano per Forza Italia sempre in Liguria e in passato vicepresidente del consiglio regionale: riciclatosi come imprenditore, aveva truccato la commessa per le certificazioni energetiche in una residenza protetta tuttora in costruzione.
Oltre a Buccheri sono finiti in carcere Domenico Atzei, Giuseppe Casalini ed Emanuele Fiore (i primi due dirigenti e il terzo “mediatore”, tutti milanesi e inseriti nella divisione italiana del gigante cinese Mindray).
Ai domiciliari invece, con Morgillo, vanno gli impresari Riccardo Marangoni (Progis Studio, residente alla Spezia), Massimo Sisti (Ms impianti, Vezzano Ligure), Antonio Salvatore D’Arrigo (Sicilia Progetti, abitante a Catania), Alberto Corbani e Aldo Pini (Progetec ricognizioni immobiliari, residenti a Bolano e Beverino in provincia della Spezia) e Carlo Patti (Steris spa specializzata in endoscopi, abitante a Pizzighettone nel Cremonese).
L’affare più grosso finito nel mirino delle Fiamme Gialle riguarda due affidamenti da 280 mila e 135 mila euro per la fornitura in Liguria di apparecchiature anestetiche e ventilatori.
Buccheri era nella commissione di gara di Alisa, l’agenzia pubblica che dovrebbe coordinare le varie aziende sanitarie, e ha rivelato in anticipo agli «amici» di Mindray le proposte delle concorrenti Ge System e MediGas.
Poi ha alterato i fogli elettronici per aumentare il punteggio tecnico di nuovo di Mindray, che il 17 agosto 2017 si è accaparrata i lavori. A quel punto ha proposto di aiutarli nei futuri appalti per le forniture di monitor o defibrillatori, che Alisa avrebbe bandito in favore di vari ospedali compreso il San Martino di Genova (uno dei più grandi d’Europa), ma l’indagine della Finanza ha stoppato gli abboccamenti.
In cambio il manager chiedeva qualsiasi cosa: dalla promessa d’un viaggio in Cina al pagamento di bollette della spazzatura arretrate, oltre a vari gadget per le amiche (autoradio, decoder) e a più prosaico contante.
Secondo gli inquirenti era inoltre nella commissione che avrebbe dovuto concedere l’appalto per costruire il nuovo Palasport di Massa, e pure qui ritengono abbia falsificato verbali insieme ad altri tre funzionari.
Le intercettazioni tra i vertici della Mindray Medical Italy, divisione italiana d’una public company cinese, fanno invece pensare che il gruppo volesse pagare tangenti pure a Bolzano, Firenze dove in ballo ci sono assegnazioni per oltre 9 milioni, Modena, Napoli e Venezia; quasi sempre dopando le provvigioni ai loro «procacciatori» e in alcuni frangenti interpellando per un via libera la proprietà , evocata sempre con la formula «quei signori là » (della vicenda saranno interessate le varie Procure di competenza).
«Bisogna pagare — dice uno dei dirigenti Mindray intercettato — altrimenti è inutile, un capitolato mica te lo modificano gratis, non c’è un c… da fare!».
(da “La Stampa”)
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