CAMPIDOGLIO, CIO’ CHE RESTA DEL FENOMENO RAGGI NOVE MESI DOPO
DAL CASO MURARO ALL’ARRESTO DEL BRACCIO DESTRO MARRA, TUTTE LE TAPPE DEL VIRGINIA-GATE
La fotografia del sondaggio Izi sull’amministrazione di Virginia Raggi ci restituisce un’immagine precisa della realtà : quasi un elettore 5Stelle su due non voterebbe di nuovo per la attuale sindaca.
Da giugno a oggi, dunque, la prima donna a conquistare il Campidoglio ha perso una valanga di consensi.
La fine della luna di miele è stata traumatica, provocata da una serie impressionante di errori, e le cifre del sondaggio ne rappresentano la somma finale.
Lo stato di degrado in cui versa la città è un’esperienza che ogni romano fa tutte le mattine: mentre attraversa strade sporche; con auto in doppia fila e bancarelle che tracimano dai marciapiedi; mezzi pubblici ormai allo stremo; vigili ridotti a guardie delle buche che nessuno è in grado di aggiustare; il servizio rimozioni auto che è un ricordo; e via elencando l’odissea quotidiana.
Poi c’è l’altro fronte, quello giudiziario, che ha fatto il resto del disastro, provocando un’erosione di quel gradimento record che al secondo turno delle elezioni aveva sfiorato il 70 per cento.
Basta ricordare alcune tappe fondamentali del Virginia- gate: indagata l’assessore Paola Muraro, costretta poi a dimmetersi; indagata Raggi stessa. Arrestato Raffaele Marra, responsabile del Personale (e fino a quel momento suo potente braccio destro e consigliere), tuttora in cella; indagato Salvatore Romeo, quelle delle polizze vita sparse qua e là , ma soprattutto intestate alla sua Virginia.
Infine da annotare le numerose defezioni che hanno colpito la giunta dalla nascita, la più fragorosa delle quali è stata quella dell’assessore Paolo Berdini, fiore all’occhiello della squadra, ma che dopo un lungo braccio di ferro (soprattutto sulla vicenda dello stadio della Roma a Tor di Valle) ha mollato la poltrona
Insomma, una serie di sventure che avrebbero stroncato chiunque. Ma non la giovane sindaca, che nonostante tutto, imperturbabile all’apparenza, continua a dire che ce la farà .
A completare un quadro di per sè complicato c’è poi il confronto fra il sondaggio che pubblichiamo oggi e i dati nazionali, che continuano a registrare un incremento dei grillini, ormai quotati come primo partito in Italia, oltre il 30 per cento
La disaffezione dei grillini romani è ancora più grave se posta in relazione dunque al resto del Paese, dove le disavventure di Raggi & Co. non sembrano far breccia.
I risultati del sondaggio dimostrano in modo plastico che il passaggio dalla campagna elettorale (durante la quale si può dire e promettere tutto) alla realtà produce un tragico scollamento: alla prova dei fatti non si sfugge e non si può essere di lotta (a fianco dei tassisti, per esempio) e di governo.
Dire no sempre e comunque, che è la cifra dei 5Stelle, non si coniuga con la responsabilità di governare una capitale complessa come Roma
Il grillismo è un Movimento di opinione che non è ancora riuscito a fare il salto.
Nella gestione della crisi di Roma, dalla spazzatura allo stadio, è venuta fuori la fragilità di una gestione che lasciata da sola ha combinato solo pasticci: Beppe Grillo, il padre fondatore e il tutore del Movimento, è dovuto tornare a occuparsi da vicino delle beghe capitoline, dando spesso l’impressione di essere il vero sindaco della Capitale.
Una Raggi commissariata non piace al mondo grillino, che sperava di meglio. E forse lo meritava.
(da “La Repubblica”)
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