CAOS SPOGLI TRA RITARDI E ANOMALIE: A PIU’ DI UNA SETTIMANA DAL VOTO IN ALCUNE CITTA’ NON SI HANNO ANCORA TUTTI I RISULTATI
TUTTI I CASI DALLA CALABRIA ALLA LOMBARDIA… VOTO DISGIUNTO E STANCHEZZA DEGLI SCRUTATORI
Scrutatori stanchi, sottoposti a lunghissimi turni di lavoro a causa del voto concentrato in una sola giornata.
Aggiungi la complicazione del voto disgiunto che ha rallentato il lavoro, portando in molti casi all’annullamento delle schede.
Il risultato è stato che, in alcune città , i conti non tornavano. E così i magistrati hanno ordinato il riconteggio delle schede. Spoglio pasticciato anche nella Capitale: a più di una settimana dal voto ancora non sono disponibili i risultati definitivi degli eletti nei municipi.
Solo in Friuli Venezia Giulia lo scrutinio è cominciato direttamente alle 8 di mattina di lunedì 6 giugno, a mente più fresca e riposata.
Ecco i principali casi di “anomalie” dalla Calabria alla Lombardia.
Roma. Il Comune ha preteso che lo spoglio venisse eseguito subito e per intero. I seggi hanno lavorato tutta la notte e completato le operazioni la mattina del 6.
Per il personale, una maratona di oltre 24 ore di lavoro: facile commettere errori. Dopo lo spoglio nelle varie sezioni, le urne sono state sigillate e portate al seggio centrale di via dell’Arcadia, nell’area dell’ex Fiera, dove sono state riconteggiate quasi integralmente in un clima di tensione e contestazioni da parte di diversi rappresentanti di lista, al punto da rendere necessario l’intervento delle forze dell’ordine.
Tra verbali non compilati, in bianco o incompleti, sezioni commissariate, intere urne da scrutinare ex novo scheda per scheda, voti che non coincidevano con quelli dei rappresentanti di lista in almeno 30 sezioni sono state riscontrate anomalie.
Bologna.
Nella città delle Torri il comitato del presidente uscente del quartiere Santo Stefano, Ilaria Giorgetti, sconfitta alle urne, ha deciso di chiedere il riconteggio dei voti contro quello che chiamano “il partito delle schede bianche”.
È la stessa Giorgetti a spiegarne i motivi: “Il mio comitato ha chiesto il riconteggio delle schede perchè abbiamo notato che c’è qualcosa di strano, un’incongruenza tra il voto per il Comune e quello per il Santo Stefano. Le schede bianche del quartiere sono il quadruplo rispetto a quelle per il consiglio comunale, è impossibile. È come se ci fosse un partito delle schede bianche in Santo Stefano. Per questo vogliamo vederci chiaro, chiediamo solo verità e giustizia”.
Il voto nel quartiere, in effetti, conta ben 2.059 schede bianche, mentre in tutto il Comune di Bologna per le elezioni del consiglio comunale sono state 1.846.
Crotone.
La città calabrese è un caso limite perchè ancora non si sa bene come siano veramente andate le elezioni.
Per ora con certezza si conoscono solo i nomi dei candidati sindaco che andranno al ballottaggio: Rosanna Barbieri del Pd e Ugo Pugliese, sostenuto da quattro liste civiche. Ma i dati relativi alle preferenze sono ancora oscuri.
Il 10 giugno il sito del Comune aveva pubblicato i voti ottenuti dalle 25 liste in campo, ma poi li ha cancellati perchè sono state riscontrate gravi incongruenze: il numero delle preferenze espresse era superiore a quello dei votanti.
Da oltre una settimana la commissione elettorale del Tribunale si sta occupando di terminare lo spoglio di nove sezioni che non erano riuscite a completare le operazioni entro le 12 di lunedì 6.
Anche in questo caso ci sarebbero anomalie: dai plichi sigillati sarebbero spuntate fuori schede vidimate superiori al numero dei votanti e i conti non tornerebbero sul numero di schede nulle e contestate.
Milano.
Dubbi sui conteggi anche nel capoluogo lombardo, dove in due municipi tra il candidato presidente di centrodestra e centrosinistra lo scarto dei voti è talmente basso che Pietro Bussolati, il segretario Pd, ha chiesto il riconteggio in base alle segnalazioni dei cittadini perchè “lo scrutinio è avvenuto in piena notte”.
(da “La Repubblica”)
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