“CARINERIE ALLA LEGA VENETA”: VERDINI ALL’ASSALTO DEL FORTINO ZAIA
NELL’INDAGINE SU INVER EMERGONO I TENTATIVI DI PILOTARE LE NOMINE IN REGIONE
I palazzi romani del potere non bastano. I contatti in Anas, Fs e al Mef non soddisfano le esigenze degli uomini della Inver.
Per questo motivo Tommaso Verdini e il socio Pileri cercano una sponda in Veneto. Provano a entrare nel cuore della regione controllata dalla Lega, tra le sue partecipate. Vogliono piazzare un loro uomo nella Cav, la società partecipata da Anas e dalla Regione Veneto che gestisce il Passante, il tratto dell’A4 tra Padova e Mestre, il raccordo Marco Polo e la tangenziale di Mestre. «Un bel giocattolino», come la chiamano gli indagati.
Occorre muoversi con delicatezza perché «la Lega veneta è un’altra cosa rispetto alla Lega nazionale». Lo sanno anche dalle parti di Fs, tanto che, sostiene il 2 maggio del 2022 Tommaso Verdini, «la struttura», ovvero Fs, si tira fuori dalle nomine, poiché dovrà in futuro cedere la Cav al ministero dell’Economia, e «per carineria nei confronti della Lega veneta» al partito avrebbe fatto sapere: a questo punto «mettete uno che vi piace a voi».
Emerge anche questo dall’inchiesta che ha portato 5 persone agli arresti domiciliari, tra cui il figlio dell’ex senatore berlusconiano. Due dirigenti Anas, Luca Cedrone e Paolo Veneri, sono stati sospesi dal servizio. E il collega Domenico Petruzzelli è indagato. Secondo la Guardia di finanza ha aiutato gli imprenditori amici della Inver a ottenere appalti. Quindi occorre ricompensarlo.
Così Il 28 aprile 2022 Tommaso Verdini fa una telefonata. Parla con tale «Filippo» di come «collocare all’interno di Cav Spa Domenico Petruzzelli». Il responso è chiaro: bisogna «sottoporre la questione a Ciambetti». Si tratta di Roberto Ciambetti, presidente del Consiglio regionale del Veneto, una di quelle persone che dopo il forum di Yalta del 2016 è arrivata in Crimea per firmare un accordo con lo scopo di costruire legami economici.
Adesso Ciambetti dice di non conoscere Petruzzelli. «Hanno sbagliato teorema, perché la nomina spetta ad Anas. Magari qualche curriculum posso anche averlo ricevuto, ma non ricordo da chi provenisse e comunque dissi che quella cosa non si poteva fare», spiega.
Gli indagati, risulta dalle carte, vorrebbero coinvolgere Palazzo Chigi. E ne avrebbero parlato con Massimo Bruno, di Fs. Niente da fare: «La presidenza del Consiglio ha detto fermi perché forse entro giugno vorrebbe lanciare la nuova società». Quindi ritengono di doversi interfacciare con «la Lega veneta» nel senso, spiega uno degli indagati «che devo confrontare con Zaia» la nomina. La faccenda non va in porto. Anzi «Ugo (Dibennardo, di Anas ndr) ha litigato con Zaia… anzi Zaia l’ha mandato a f…o perché pretendeva di andà a fa il super commissario di tutto quanto».
Se l’assalto alle partecipate è un buco nell’acqua, gli affari in Veneto vanno meglio. L’imprenditore Angelo Ciccotto, dopo essersi rivolto alla Inver si aggiudica una gara da 10 milioni di euro per lavori in Veneto, Friuli Venezia Giulia ed Emilia Romagna. E poi il bando “versanti rocciosi e protezione del corpo stradale Veneto e Friuli Venezia Giulia”: altri 20 milioni circa. Il Veneto entra nell’inchiesta anche con la struttura operativa «Piano strategico per l’accessibilità a Cortina 2021 — opere in variante alla strada statale Alemagna», visto che uno dei componenti è l’indagato Luca Cedrone.
La regione si rivela comunque ostica per i protagonisti dell’inchiesta. Lo sa bene Tommaso Verdini, che durante una discussione con il patron di un’azienda in provincia di Vicenza, la Gemmo spa, mette le cose in chiaro: «Ah non sei soddisfatto? Ma quel milione e duecentomila euro che ti ho sbloccato io a me m’è valso un avviso di garanzia se permetti».
(da agenzie)
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