CARO MONTI, LE SCRIVIAMO: STOP AL GIOCO D’AZZARDO
SETTIMANA DECISIVA. IN PARLAMENTO IL DECRETO BALDUZZI
Abbiamo il diritto di parlare con chi ci governa. E di essere ascoltati.
Una voce è debole, ma migliaia, insieme, possono diventare potenti quanto quella delle lobbies. Dobbiamo scrivere a Mario Monti perchè ponga fine all’invasione delle slot machine.
Allo Stato biscazziere e alla criminalità organizzata che si riempie le tasche.
Dobbiamo farlo adesso che il Senato — dopo il via libera della Camera — si prepara a votare il decreto con le regole per il settore.
Erano gli anni Sessanta quando un grande uomo, Peter Benenson, fondò Amnesty International. Pochi volontari (oggi sono milioni) contro i tiranni.
Pareva follia, forse lo era. Benenson usò un’arma alla portata di ciascuno di noi: prese carta e penna e cominciò a scrivere. Invitò tutti a farlo.
Una, dieci, migliaia di punture che neppure i peggiori dittatori potevano ignorare. Lettere decise ma civili, perchè questa è la base del dialogo.
Ogni mese Amnesty adottava un prigioniero politico e ne chiedeva la liberazione. Spesso con successo.
Noi dobbiamo fare lo stesso. Una volta c’era la posta, oggi basta una email. Clic, il messaggio è partito.
Proviamo.
Scriviamo a Monti, chiediamogli di affrontare la piaga delle slot machine che sta intaccando la società italiana.
Non è facile, le lobby sono potenti e hanno amici anche tra i partiti che sperano di rimpolpare i bilanci. E i giochi sono sempre piaciuti alla politica, dai tempi del Bingo.
L’esecutivo Monti, a differenza dei predecessori, qualche timido passo l’aveva fatto.
Uno avanti, però, e due indietro: come per il limite, introdotto e svuotato, alle società intestate a parenti di inquisiti.
Poi l’addio alla tessera magnetica richiesta per giocare, che sarebbe stato un deterrente.
C’è aria di bandiera bianca.
Il decreto in esame al Parlamento rivela debolezze e ombre di condizionamenti: le distanze delle sale gioco dalle scuole erano stringenti e sono diventate inefficaci.
Ci si prepara ad aprire 2000 nuove sale. Il ministero dell’Economia, con il via libera del Consiglio di Stato, vara il betting exchange , la Borsa delle scommesse, a rischio oasi per i riciclatori di denaro sporco.
No, non si possono fare altri regali ai signori delle slot.
Non si può ignorare che le slot, come la droga, sono una delle principali fonti di radicamento e di arricchimento della criminalità organizzata.
Grazie alle macchinette le mafie riciclano denaro sporco con profitti esponenziali. In quel mondo è labile il confine tra economia legale e criminale.
Un business che, soprattutto in tempi di crisi, specula su un bene raro: la speranza. Gli italiani con le tasche ormai vuote sacrificano 44 miliardi l’anno in giocate.
Soprattutto i ceti deboli, disoccupati e pensionati.
Le macchinette hanno contagiato gli italiani con la ludopatia, la febbre del gioco, che intacca il tessuto sociale indirizzando all’azzardo.
Un tumore, il termine è duro, visibile dove bar e circoli sono sostituiti da migliaia di locali con i vetri oscurati, per nascondere ipocritamente la scena dell’interno.
Serve rigore, subito.
Bisogna far pagare alle società concessionarie le penali miliardarie (2,5 miliardi in primo grado) stabilite dalla Corte dei Conti.
Perchè i cittadini devono pagare le multe e i signori delle slot no?
Queste somme tornino nelle casse pubbliche: parliamo di miliardi che eviterebbero sacrifici alla gente comune.
Bisogna fissare regole nuove, senza compromessi.
Evitando la vergogna del recente passato: consulenti dei signori delle slot erano gli stessi scelti dallo Stato per scrivere le leggi. Il governo può cambiare rotta.
Avrà l’appoggio dei cittadini, ma non solo: tra gli altri, anche della Chiesa, che sta combattendo questa battaglia.
Scriviamo subito a Monti, all’indirizzo:
segreteriadelportavoce@governo.it
Perchè abbiamo il diritto di essere ascoltati, ma il dovere di parlare. Adesso.
Ferruccio Sansa
(da “Il Fatto Quotidiano”)
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