CASALEGGIO DICE NO A DI BATTISTA SINDACO DI ROMA
I PARLAMENTARI ROMANI VEDONO LA PRESA DELLA CAPITALE, MA IL GURU NON VUOLE CONCEDERE DEROGHE AL REGOLAMENTO
I parlamentari romani 5 Stelle vogliono la Capitale. Ora e subito.
Il loro capo è “Dibba”, ma Casaleggio dice “no”. Ora che la “giunta Marino è debole, ora che è scoppiata la vergogna di Mafia Capitale bis, il sindaco deve dimettersi”, così ragionano i pentastellati capitolini.
Quindi che fare? “Andare al voto e vincere con Alessandro Di Battista”.
Senatori e deputati, nei vari capannelli tra i corridoi di palazzo Madama e Montecitorio, pensano che la carta vincente da giocare, in questa fase, sia proprio quella del deputato romano, molto amato dalla base capitolina e componente del Direttorio.
Tra l’altro il tam tam “Alessandro Di Battista sindaco di Roma” è partito una settimana fa su Facebook, dove gli attivisti non hanno nascosto di sognare la volata dei 5 Stelle al Campidoglio.
Così sono stati gli stessi parlamentari romani, secondo quanto viene raccontato, a sottoporre al guru Gianroberto Casaleggio la questione, consapevoli che tuttavia un problema ci sarebbe.
Tra le regole auree dei 5 Stelle figura infatti il divieto di abbandonare, per intraprendere una nuova corsa, il mandato per il quale si è stati eletti.
Per questo Di Battista sarebbe fuori dai giochi.
Ma una possibilità c’è: concedere una deroga, dopo ovviamente aver consultato gli iscritti al blog di Beppe Grillo.
Ed è a questa ipotesi che si sono attaccati i parlamentari romani 5 Stelle che chiedono con insistenza, direttamente a Casaleggio, se la strada della deroga sia percorribile. Ma il guru non ne vuole sapere.
In questi giorni, a più riprese, secondo quanto viene riferito dall’Adnkronos, Casaleggio ha spiegato ai suoi che non ha niente di personale contro Di Battista ma “ogni volta che deroghi ad una regola praticamente la cancelli”. E poi ancora: “Siamo un Movimento, non un partito ed è fondamentale tenere le distanze e marcare le differenze”. Quindi la risposta è “no”.
Per Casaleggio, in sostanza, vige la stessa intransigenza mostrata sulla vicenda liste e corsa alle regionali.
Anche perchè nei mesi scorsi molti parlamentari, ma anche molti attivisti, hanno fatto notare che tante regole sono state violate.
Prima fra tutte quella dell’ “uno vale uno”, venuta meno con la nomina di un Direttorio.
Pertanto, concedere una deroga per candidare Di Battista alla poltrona di primo cittadino della Capitale creerebbe non pochi malumori.
I parlamentari romani 5 Stelle continueranno a insistere. E anche se Di Battista, che ogni volta che va a protestare davanti al Campidoglio si muove da sindaco in pectore, dice in via ufficiale che deve “finire il mandato da deputato”, i deputati e senatori romani tra loro ripetono: “Dobbiamo vincere. Al Nazareno c’è già lo spettro Dibba”.
(da “Huffingtonpost”)
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