CASO IDEM: COSA SIGNIFICA (ALTROVE) “ASSUMERSI LE RESPONSABILITA'”
IN ITALIA SONO SEMPRE E SOLO “DISATTENZIONI”: NESSUNO SI DIMETTE MAI….LA POCO RASSICURANTE CONTINUITA’ CON LA CLASSE POLITICA DELLA PRIMA REPUBBLICA
Nel 2010 Claudio Scajola, allora ministro dello Sviluppo economico del governo Berlusconi, scopre che a sua insaputa gli è stata generosamente comprata una bella casa a Roma, a due passi dal Colosseo.
Tre anni dopo, nel 2013, la ministra Josefa Idem viene ad apprendere di aver commesso delle irregolarità nel pagamento dell’Ici.
Nemmeno lei sapeva niente.
La titolare del dicastero dello Sport e delle Pari opportunità era troppo indaffarata per occuparsi di persona di certe noiosissime pratiche.
La canoa e le Olimpiadi l’hanno portata spesso e volentieri altrove, anche all’estero, e lei non aveva il modo di perdere tempo con scadenze, soldi, case, tasse e palestre.
Idem, però, appena è uscita la notizia, ha subito dichiarato con foga: «Mi assumerò le mie responsabilità ».
Qualche lettore ingenuo e poco avvezzo agli usi e costumi della classe dirigente nostrana ha letto quell’affermazione e ha capito male.
Ha pensato che l’esponente del governo Letta si fosse decisa a dare le dimissioni e a concludere la sua avventura nell’esecutivo.
Accade così in tanti altri Paesi: c’è chi se ne va perchè non ha pagato i contributi alla collaboratrice domestica e chi rinuncia alla carriera politica perchè è stato colto in flagranza di bugia.
Ma l’istituto delle dimissioni non si usa spesso e volentieri.
Anzi, per essere più precisi, si usa veramente poco.
Del resto, perchè uniformarsi alle altre nazioni occidentali?
Perchè imitare quei bacchettoni degli americani che gridano allo scandalo per una banale irregolarità o perchè un loro parlamentare ha detto il falso?
In fondo, c’è un modo molto più semplice per riparare a certe «distrazioni»: rilasciare qualche dichiarazione alla stampa, assicurare che, nel caso in cui un errore, si badi bene inconsapevole, sia stato commesso, si provvederà prontamente a pagare quel che non si è pagato a suo tempo.
E poco importa se quest’ultimo sia un atto obbligato per non incorrere in più gravi sanzioni, e che quindi non sia necessario annunciarlo con tutta questa enfasi, quel che conta veramente è che non si debba ricorrere all’atto, dovuto, delle dimissioni.
Maria Teresa Meli
(da “il Corriere della Sera“)
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