Marzo 15th, 2019 Riccardo Fucile
SI E’ AVVENTATO SU DI LUI DISARMANDOLO, POI L’HA INSEGUITO E HA CERCATO DI SPARARGLI UTILIZZANDO LA SUA STESSA ARMA… PURTROPPO NON C’E’ RIUSCITO
Anche la strage di Christchurch ha il suo eroe. Non si conosce il suo nome ma è il ragazzo che di solito si prende cura della moschea di Linwood, una delle due attaccate oggi dal 28enne australiano Brenton Tarrant: il giovane a mani nude è riuscito a disarmare l’attentatore, lo ha anche inseguito e ha cercato di sparargli con la sua stessa arma, non riuscendo però a trovare il grilletto e dandogli così il tempo di scappare, aiutato dai complici che lo attendevano in auto fuori dalla moschea.
A raccontare le gesta di questo giovane al New Zealand Herald è Syed Mazharuddin, uno dei sopravvissuti: “Ho assistito all’attacco, ho sentito colpi di arma da fuoco e ho pensato che chi sparava era molto vicino. Le persone nella moschea – prosegue il racconto del testimone – si sono spaventate e urlavano ed io ho cercato di mettermi al riparo. Quando ci sono riuscito un uomo è passato attraverso la porta d’ingresso principale della moschea, è una piccola moschea, c’erano circa 60-70 persone. Proprio dietro la porta d’ingresso c’erano gli anziani seduti a pregare. L’uomo, che indossava un giubbotto antiproiettile, ha cominciato a sparare alla cieca colpendo chi era davanti alla sua traiettoria”.
È a questo punto, racconta il superstite alla strage, che il ragazzo che di solito si prende cura della Moschea ha cercato di affrontare il killer: “Si è avventato sull’uomo disarmandolo. Ha cercato di inseguirlo e anche di sparargli, ma non è riuscito a trovare il grilletto. Gli è corso dietro ma delle persone lo aspettavano in macchina fuori dalla moschea ed è fuggito”.
Nella moschea di Linwood sono state uccise sette persone, 41 in quella di Deans Avenue, attaccata per prima, mentre una persona è morta in ospedale per le ferite riportate.
(da agenzie)
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Gennaio 1st, 2019 Riccardo Fucile
NELLA NOTTE DI CAPODANNO CINQUE FERITI GRAVI NEL NORD RENO-WESTFALIA… L’ALLARME DEL MINISTRO DEGLI INTERNI (LA’ SONO SERI)
Terrorismo di matrice jihadista? Non solo.
Ormai siamo all’anticamera del terrorismo di marca xenofoba: un uomo al volante di un auto si è lanciato sui passanti in diversi attacchi nel land tedesco del Nord Reno Wesfalia, investendo diverse persone la notte di Capodanno.
Cinque sono i passanti rimasti feriti nel folle attacco (alcuni gravi) e tra di essi – stando fonti di polizia – ci sono anche una donna di 46 anni e un bambino.
L’automobilista, di nazionalità tedesca, aveva «un chiaro intento di uccidere stranieri», ha detto il ministro degli Interni del Nord Reno-Vestfalia, Herbert Reul.
L’uomo al volante, 50 anni, è stato arrestato. La faccenda «deve essere presa molto seriamente», ha proseguito il ministro del Land
Secondo una prima ricostruzione della polizia, il cinquantenne ha cercato senza successo d’investire un singolo passante poco dopo la mezzanotte nella cittadina di Bottrop.
Successivamente l’uomo ha travolto un gruppo di pedoni, fra cui alcuni migranti siriani e afghani, nel centro della cittadina, ferendo cinque persone.
L’uomo si è poi diretto nella vicina città di Essen, dove ha cercato di investire delle persone un gruppo di persone in attesa alla fermata dell’autobus.
Arrestato poco dopo, il cinquantenne ha espresso convinzioni xenofobe.
(da Globalist)
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Dicembre 14th, 2018 Riccardo Fucile
E’ MORTO ANTONIO MEGALIZZI, IL 28ENNE GIORNALISTA RADIOFONICO COLPITO A STRASBURGO
Non ce l’ha fatta Antonio Megalizzi, il giornalista italiano ferito nell’attentato al mercatino di Natale di Strasburgo.
La notizia, diffusa da fonti francesi, è stata confermata dalla Farnesina.
Megalizzi, 28 anni, era stato raggiunto da un colpo alla testa e le sue condizioni erano apparse da subito molto gravi. Ricoverato in rianimazione presso l’ospedale di Hautepierre della città francese, le sue condizioni erano apparse da sbito gravissime. Un proiettile lo aveva raggiunto alla base del cranio, molto vicino al midollo spinale. I medici lo avevano definito non operabile.
Il ragazzo lavorava per Europhonica, un progetto radio legato al mondo universitario. Era arrivato a Strasburgo domenica scorsa per seguire l’assemblea plenaria dell’Europarlamento. Dopo l’università a Verona si era specializzato in studi internazionali all’università di Trento e stava seguendo un master sulle istituzioni europee.
Proprio oggi amici, studenti e colleghi di Antonio avevano affisso un foglio sulla porta della casa di via Centa, a Trento, dove il giornalista viveva con la famiglia.
“Per te sposteremmo le montagne” si leggava fra l’altro, oltre a messaggi lasciati da passanti e conoscenti.
(da agenzie)
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Dicembre 13th, 2018 Riccardo Fucile
NON AVEVA LASCIATO LA CITTA’
Cherif Chekatt, il killer dell’attentato a Strasburgo, è stato ucciso in un blitz delle forze speciali nel quartiere di Meineau, non lontano dal quartiere di Neudorf, in cui era stato visto per l’ultima volta.
France Info dice che Chekatt si era rifugiato in un deposito situato in località Plaine des Bouchers.
Aveva con sè una pistola e un coltello. Avrebbe sparato prima su una macchina della polizia.
Più di 700 poliziotti erano stati mobilitati per dare la caccia al’uomo che martedì sera ha terrorizzato Strasburgo, sparando ad altezza uomo, uccidendo tre persone e ferendone altre 13.
(da agenzie)
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Dicembre 13th, 2018 Riccardo Fucile
IL GIORNALISTA TRENTINO DI 29 ANNI E’ IN COMA FARMACOLOGICO
Novità sulle condizioni di Antonio Megalizzi, il giornalista trentino di 29 anni gravemente ferito
con un proiettile alla testa esploso da Chèrif Chekatt nell’attacco dei mercati di Natale di Strasburgo, avvenuto nella serata di martedì.
Gli aggiornamenti arrivano dal padre della fidanzata del giovane.
“Antonio è stazionario in coma farmacologico, ci sono da attendere 48 ore per capire se reagisce, quindi tutto oggi e tutto domani”, ha detto all’Adnkronos Danilo Moresco, il padre di Luana, la fidanzata di Antonio Megalizzi. “Sono appena rientrato a casa – ha aggiunto – sono stato lì in ospedale fino all’una della notte scorsa”, ha aggiunto l’uomo.
“Antonio sta affrontando il momento più difficile della sua vita, è in coma farmacologico”, ha aggiunto il papà di Luana.
L’uomo smentisce categoricamente ogni sua dichiarazione, circolata su alcuni siti web, sul fatto che “i medici di Strasburgo non hanno dato più speranze alla famiglia e che Antonio non si risveglierà più”
Ad aggiungersi alle parole di Moresco, giunge la deputata Fi Michaela Biancofiore, strettamente in contatto con la fidanzata del giovane: “Antonio per il momento resiste e questo potrebbe essere un buon segno”.
Queste le parole della Biancofiore all’ANSA. “Non so se sia operabile in assoluto o se sia una questione di stabilizzazione dopo il trauma. Aspetto notizie dalla famiglia”
(da “Huffingtonpost”)
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Dicembre 12th, 2018 Riccardo Fucile
“UN RAGAZZO SORPRENDENTE, SOLARE, CHE NON SI FERMA MAI”, UN SIMBOLO DELLA GENERAZIONE DEI FIGLI D’EUROPA
“Mi aveva appena mandato un paio di Whatsapp, era lì tra i mercatini di Natale, poi non lo abbiamo più sentito. Da Strasburgo sono arrivate le prime notizie. E abbiamo iniziato a preoccuparci…”. Sebastian è una delle ultime persone ad aver avuto un contatto diretto con Antonio prima che all’angolo di una stradina dove stava passeggiando, dal nulla, spuntasse Cherif Chekatt.
Gli sguardi si incrociano, Cherif ha in mano una pistola, mira alla testa, spara. Antonio cade a terra, le due ragazze che sono con lui si rifugiano dove possono.
È un martedì sera come tanti, sono da pochi minuti passate le 20 e Strasburgo è appena piombata nel caos per mano di uno sparatore, in seguito si scoprirà un criminale radicalizzato.
Antonio Megalizzi è il 28enne giornalista italiano che ha avuto la sfortuna di aver incrociato lungo il suo cammino la cieca follia omicida di Cherif Chekkat.
Tre vittime e sedici feriti tra cui c’è Antonio, ora in coma tra vita e morte: il proiettile è arrivato alla base del cranio, vicino alla spina dorsale, e per il momento non sembra essere operabile.
Antonio si trovava nella città francese come volontario per Europhonica, primo format radiofonico universitario internazionale che segue le attività dell’Europarlamento.
Un lavoro che gli permette di conciliare i suoi due più grandi interessi: la radio e l’Europa.
Fa la spola tra Trento, dove vive e frequenta il corso di laurea magistrale in Studi europei e internazionali, e Strasburgo dove segue le sessioni plenarie del parlamento Ue.
Chi condivide con lui la quotidianità lo descrive come un ragazzo instancabile sul lavoro. “Un ragazzo sorprendente, solare, che non vuole fermarsi mai”, racconta ancora Sebastian di Radio80, emittente privata di Rovereto.
È qui infatti che Antonio lavora regolarmente, da circa due anni: a giugno dell’anno prossimo spera di portare a termine il ciclo di articoli per ottenere il tanto inseguito tesserino da giornalista pubblicista.
Studente e reporter, smanettone del computer, un tipo “smart” come suol dirsi. Ma pure un attivista innamorato dell’Unione Europea.
Solo sabato scorso era nella sua città per distribuire volantini per l’associazione Trentino-Europa, per far conoscere le istituzioni europee ai suoi concittadini.
“Con Antonio prendevamo il caffè tutti i giorni, ora siamo sconvolti, non fatemi dire altro”, chiude Sebastian.
La famiglia Megalizzi, originaria di Reggio Calabria, si è trasferita nella provincia trentina quando Antonio aveva appena cinque mesi, nel 1990. Appena avvisata dalla Farnesina dell’accaduto è partita per Strasburgo insieme alla fidanzata Luana: “Questo viaggio doveva essere per lui una bella esperienza professionale, di arricchimento. E invece è capitato nel posto sbagliato nel momento sbagliato”.
Quindi la corsa all’ospedale accademico di Hautepierre, nella periferia della città francese: “Inizialmente la situazione sembrava molto più semplice. Non abbiamo avuto da subito la percezione della gravità della situazione”, ha raccontato Luana.
Suo padre, il suocero di Antonio, parla di notizie “non buone”. I medici volevano operare già in mattinata ma si sono dovuti fermare: la posizione del proiettile è troppo delicata. Si aspetta, in un silenzio fatto di riserbo e dolore.
Per le vie di Strasburgo, con Antonio, c’era Caterina Moser, una delle due ragazze che passeggiava con lui prima che dal buio sbucasse Cherif.
Anche lei lavora per il progetto universitario Europhonica. È ancora sotto choc, racconta al Tg Rai del Trentino: i ricordi sono confusi, ben poco da mettere a fuoco tra i ricordi di normale serata diventata tragedia nel giro di un istante. È sana e salva per pura fortuna.
Alle sei di questa mattina ha scritto sul suo Facebook: “La mattina svegliarsi e preoccuparsi per le calze bucate. Per l’autobus che non passa. Per l’intervista che non si riesce a fare. Per il supporto del cellulare che non hai. Per il montaggio che deve essere fatto in tempi brevi. Per la tesi. Perchè piove. O perchè fa caldo. O per qualsiasi altra cosa. Ma non conta niente. Non vale niente. Oppure conta tutto, e vale tutto, sorprendendosi vivi”.
(da “Huffingtonpost”)
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Dicembre 12th, 2018 Riccardo Fucile
LA SBROCCATA DELLA PARLAMENTARE CHE “SE NE FREGA” DI QUELLO CHE E’ SUCCESSO A STRASBURGO E SI LAMENTA CHE LE AUTORITA’ NON L’ABBIANO ACCOMPAGNATA ALL’AUTO
«A me di tre ore fa non me ne frega adesso non siamo in sicurezza». Così ieri sera l’onorevole
Alessandra Mussolini spiegava la sua situazione durante una telefonata con Sky Tg24.
L’eurodeputata era rimasta bloccata — come altri colleghi tra cui Affronte dei Verdi e la Dem Bonafè — all’interno di un ristorante dopo l’inizio dell’attentato terroristico di ieri sera a Strasburgo.
Comprensibilmente in preda al panico (trovarsi nel “bel mezzo” di un attentato non è un’esperienza piacevole) la Mussolini si lamentava di essere stata abbandonata dalle istituzioni europee e dalle forze dell’ordine all’interno di un ristorante.
La preoccupazione principale era quella di non poter arrivare alla macchina per abbandonare la zona: «noi siamo in questo ristorante e non possiamo andare a piedi alla macchina perchè la macchina non la fanno arrivare qui quindi noi non sappiamo cosa fare».
Di nuovo: è comprensibile che la Mussolini volesse andarsene dal ristorante, che riteneva poco sicuro. C’è però da ricordare che in quelle ore tutta la città era bloccata e che gli unici a potersi spostare erano poliziotti, agenti e operatori del servizio di soccorso. Ieri notte sono morte tre persone e altre dodici sono rimaste ferite. Ma la Mussolini “se ne frega”.
Non potendo evacuare magicamente la città per coloro che si trovavano vicino al luogo dell’attentato — ma non sappiamo in quale zona precisa si trovasse l’eurodeputata — l’unica possibilità era quella di rimanere all’interno del luogo sicuro in attesa dei soccorsi.
È davvero orribile che per rendersi conto dell’effetto che provocano gli attentati terroristici, paura, senso di impotenza e di abbandono, la Mussolini abbia dovuto per forza trovarcisi in mezzo.
Chi scrive il 3 giugno 2017 si trovava cento metri dal London Bridge, alla Mussolini posso solo dire benvenuta nel club. E per fortuna siamo entrambi vivi.
Forse stamattina qualcuno ha fatto notare che quel “non me ne frega” in diretta televisiva è stato un piccolo scivolone.
In fondo si potrebbe dire: chi se ne frega se la Mussolini è dovuta rimanere tre ore dentro ad un ristorante quando diverse persone sono morte o hanno riportato delle ferite.
Quello che conta è che l’onorevole e la quasi totalità delle persone che ieri sera si trovavano a Strasburgo siano uscite incolumi. Questo evidentemente anche grazie al lavoro delle forze dell’ordine (e all’impreparazione dell’attentatore).
Ma per la Mussolini non basta. E così oggi ha pubblicato un video dove si lamenta di essere stata abbandonata e lasciata sola: si sono preoccupati solo dei deputati all’interno del Parlamento e il resto che morisse.
Secondo l’eurodeputata il Segretario Generale Klaus Welle avrebbe dato l’ordine di far evacuare i deputati all’interno del Parlamento e di non far andare a prendere deputati, assistenti e interpreti fuori dal Parlamento con le macchine dell’Europarlamento.
Il discorso è un po’ confuso: o l’Europarlamento è stato chiuso e i deputati blindati o è stato fatto evacuare (è vera la prima, non la seconda).
Logisticamente poi non si capisce come avrebbero fatto le auto di servizio ad andare a recuperare deputati e dipendenti dell’Europarlamento in giro per la città se le autorità avevano fatto bloccare tutto il traffico veicolare.
Non c’è nessun motivo per cui durante un attentato muoversi in macchina sia più sicuro che rimanere fermi, avrebbero potuto esserci ordigni esplosivi, camion bomba, qualsiasi cosa (e si è visto durante gli attentati a Bruxelles di qualche anno fa) e quindi spostare a casaccio senza alcun piano tutti coloro che si trovavano fuori dall’Europarlamento poteva essere ancora più pericoloso.
Ma anche su questo la Mussolini ha le idee chiare e si chiede come mai non ci fosse «neanche una macchina, un blindo, un blindato» che la potesse andare a prendere. Magari c’era un blindato Uber?
Stendiamo un velo pietoso sulla considerazione che a Strasburgo ci sono anche cittadini normali, ma di loro la Mussolini evidentemente se ne frega.
(da “NextQuotidiano”)
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Dicembre 12th, 2018 Riccardo Fucile
ANTONIO MEGALIZZI, IL GIORNALISTA ITALIANO, HA UN PROIETTILE CONFICCATO ALLA BASE DEL CRANIO
“Antonio sta lottando per sopravvivere. Ce la deve fare, deve farcela, è il ragazzo migliore che abbia mai conosciuto”. Danilo Moresco, noto ristoratore trentino, è il padre di Luana, la fidanzata di Antonio Megalizzi, il giornalista trentino ferito ieri sera a Strasburgo.
In automobile, diretto nella città sede del parlamento europeo assieme alla moglie, racconta il terrore della scorsa notte e rivela le ultime notizie date dai medici francesi dell’ospedale in cui è ricoverato Antonio.
“Un proiettile – dice Moresco, in contatto con la figlia Luana, già in ospedale a Strasburgo – lo ha raggiunto alla base del cranio ed è ancora conficcato molto vicino al midollo spinale. E’ una posizione delicatissima, Antonio è molto grave e i medici non sanno se e in quali condizioni potrà sopravvivere. Sta lottando per non morire e preghiamo tutti perchè ce la faccia”.
Luana, la fidanzata, si limita a dire di non voler parlare. Moresco ha poi spiegato che Antonio Megalizzi non è stato operato, “perchè i medici non se la sentono di operarlo a causa della posizione del proiettile”.
Il racconto si allarga poi alla scorsa notte. “Verso le otto mia figlia ha acceso la tivù e dal telegiornale ha saputo di quanto stava accadendo a Strasburgo. Ha subito telefonato ad Antonio, si sentivano ogni quattro cinque ore, ma questa volta lui non ha risposto. Luana si è agitata, non succedeva mai che non le rispondesse. Così ha chiamato Caterina Moser, una delle colleghe di Antonio, partita con lui domenica per Strasburgo. Al momento dell’attacco Caterina era con Antonio e con l’amica Clara Rita Stevanato, tutti di Europhonica: ha risposto e ha detto che erano sotto choc, barricate in un bar. Fuori dal parlamento europeo hanno sentito degli spari, si sono messi tutti a correre e quando si sono precipitate nel locale hanno scoperto che Antonio non era più assieme a loro. Caterina ha detto che l’avevano perso improvvisamente per strada e che non riuscivano più a trovarlo”.
“Luana – prosegue Moresco – si è agitata ancora di più e ha contattato alcuni parlamentari europei a Strasburgo. È stata candidata per Forza Italia alle ultime elezioni provinciali, vuole andare a lavorare per l’Europa a Bruxelles o a Strasburgo, ha implorato amici e conoscenti di cercare Antonio ma nessuno sapeva dove fosse. Verso le 23.30 la Farnesina ci ha detto che il ragazzo era in ospedale”.
I familiari del giovane sono partiti per Strasburgo non appena hanno avuto la comunicazione che Antonio era in gravi condizioni.
“Luana e tutti noi eravamo nel panico, ore di terrore fino – prosegue Moresco – Poi mia figlia si è messa in viaggio con il papà di Antonio, Domenico, dipendente delle Ferrovie dello Stato originario di Reggio Calabria, con la mamma Annamaria e con la sorella Federica. Sono arrivati questa mattina e mia figlia mi ha telefonato per dirmi che è meglio se la raggiungiamo anche mia moglie e io. Ci ha fatto capire che le condizioni di Antonio sono molto molto gravi”.
Danilo Moresco ripete di non essere un medico, di essere un ristoratore e dunque di non poter azzardare previsioni sanitarie su Antonio Megalizzi.
“Sappiamo purtroppo – conclude – che sta lottando per non morire e per tornare a vivere una vita normale, ma che le due cose al momento non sono scontate. Deve farcela: è un ragazzo d’oro, con due lauree, e con mia figlia, che di lauree ne ha tre, vogliono dedicare la vita a costruire un’Europa ancora più unita e giusta verso tutti”.
(da “La Repubblica”)
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Dicembre 12th, 2018 Riccardo Fucile
ANTONIO MEGALIZZI LAVORA PER EUROPHONICA, EMITTENTE UNIVERSITARIA
Antonio Megalizzi, giornalista nato a Trento, è stato ferito alla testa ieri a Strasburgo durante l’attentato di Cheriff Chekat.
Secondo le notizie che giungono dalla cittadina francese Megalizzi è stato colpito da un proiettile alla base del cranio. La Procura di Roma ha aperto un fascicolo di indagine in relazione al ferimento di Antonio Megalizzi, il giornalista italiano coinvolto nell’attentato di ieri sera a Strasburgo. Il procuratore aggiunto dell’antiterrorismo, Francesco Caporale e il sostituto Tiziana Cugini, hanno avviato un’indagine in cui si ipotizzano i reati di strage e attentato con finalità di terrorismo
La notizia del suo ferimento è arrivata dall’europarlamentare del Partito Democratico Brando Benifei, che è stato informato dalla redazione dove il giornalista lavorava, ovvero quello di Europhonica, emittente che fa parte del network delle radio universitarie.
Lo staff di Europhonica aveva fatto sapere su Twitter che Megalizzi era fuori pericolo, ma a quanto pare invece le sue condizioni sono gravissime.
“Ho notizia purtroppo di un giovane giornalista radiofonico italiano che conosco fra i feriti — ha scritto Benifei sul proprio profilo Facebook — spero non grave”. Pochi minuti fa Europhonica su Facebook ha dichiarato di non poter confermare notizie sullo stato di salute di Megalizzi:
Riguardo allo staff italiano di Europhonica a Strasburgo e al collega ferito: non possiamo confermare alcuna notizia sulla sua salute attuale. Chiediamo ai colleghi della stampa di rispettare la privacy del nostro collega. Saremo pronti a comunicare qualsiasi notizia verificata appena la avremo.
Ieri sera, come ripreso dal Dolomiti.it, l’emittente radiofonica aveva invece dato un’altra versione dei fatti:
Lo staff italiano di Europhonica attualmente a Strasburgo è rimasto coinvolto nell’incidente di questa sera. Sono giunte prime notizie alla redazione: i nostri colleghi italiani sarebbero fuori pericolo. Vi terremo aggiornati. Vi preghiamo di non intasare le loro linee telefoniche.
Intanto fonti della Farnesina hanno confermato “il ferimento di un connazionale nei fatti di Strasburgo” anche se non viene ancora fatto il nome di Antonio Megalizzi. “L’Unità di Crisi continua a lavorare, in raccordo con la rete diplomatica italiana in Francia e con le autorità francesi e sta prestando ogni possibile assistenza ai connazionali presenti a Strasburgo”.
La Farnesina invita gli italiani presenti a Strasburgo a evitare il centro della città e con un tweet ha reso noto il numero per poter richiedere informazioni e segnalare emergenze
L’Ansa conferma che Antonio Megalizzi è ferito gravemente:
Risulta essere in gravi condizioni Antonio Megalizzi, il giovane giornalista radiofonico italiano, originario di Trento, ferito ieri nell’attentato di Strasburgo. Lo apprende l’ANSA da fonti qualificate.
Chi è Antonio Megalizzi e il progetto Europhonica
La radio è la grande passione di Antonio Megalizzi, il trentino di 29 anni, gravemente ferito nell’attentato di Strasburgo. La famiglia Megalizzi è originaria di Reggio Calabria, che nel 1990 si è trasferita a Trento, quando Antonio aveva appena 5 mesi. Già durante gli studi all’università di Trento e di Verona il giovane ha iniziato a lavorare in radio, sia come speaker che come giornalista.
Ha collaborato così per la programmazione della Rai di Trento, il canale radiofonico dell’emittente locale Rttr e ultimamente soprattutto per radio 80 Forever Young di Rovereto che su Facebook esprime la sua vicinanza al collega e alla sua famiglia in questo difficile momento.
Megalizzi si trovava a Strasburgo per seguire per Europhonica che segue le sedute plenarie del Parlamento europeo. Europhonica è il progetto internazionale promosso da RadUni (l’associazione italiana operatori radiofonici universitari) insieme alle radio universitarie di Francia, Spagna, Portogallo e Germania. Il suo obiettivo è raccontare l’Europa attraverso gli occhi degli studenti universitari, selezionati per la prima redazione radiofonica europea. Una volta al mese, in concomitanza con la plenaria del Parlamento Europea, Europhonica trasmette in diretta da Strasburgo.
(da agenzie)
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