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IL PG: “NESSUN VIZIO DI LEGITTIMITA’, LA RIABILITAZIONE E’ UN SUO DIRITTO”

Maggio 16th, 2018 Riccardo Fucile

LA PROCURA GENERALE NON SI OPPONE ALLA RIABILITAZIONE DI BERLUSCONI

La Procura Generale ha deciso di non opporsi al provvedimento con cui il Tribunale della Sorveglianza di Milano ha riabilitato Silvio Berlusconi.
La decisione si conferma dunque come definitiva.
La Procura Generale aveva quindici giorni di tempo a partire da venerdì scorso, quando è stato depositato il provvedimento, per opporsi alla riabilitazione di Silvio Berlusconi con un ricorso al Tribunale della Sorveglianza che avrebbe poi deciso se investire o meno della questione la Corte di Cassazione.
Nei giorni scorsi, alcuni pg avevano manifestato un’informale perplessità  sulla decisione di riabilitare l’ex premier nonostante i carichi penali pendenti a suo carico. Ma alla fine la parola definitiva l’ha messa il procuratore generale Roberto Alfonso che ha optato per la non opposizione.
I giudici della Sorveglianza avevano sostenuto che i procedimenti penali ancora pendenti, in particolare l’inchiesta “Ruby ter”, «non escludono di per sè la sussistenza della regolarità  della condotta».
La riabilitazione, che era comunque già  esecutiva nei suoi effetti a prescindere da un eventuale ricorso, cancella tutti gli effetti della condanna che Berlusconi aveva subito nel processo sulla compravendita dei diritti televisivi, compresa l’incandidabilità  prevista dalla legge Severino.
La ragione per cui il procuratore generale Roberto Alfonso e il sostituto pg Maria Saracino hanno scelto di non opporsi alla riabilitazione, restituendo il fascicolo al Tribunale di Sorveglianza, è che la decisione del Tribunale della Sorveglianza di Milano non presenta vizi di legittimità , t utti i requisiti per ottenerla erano presenti.

(da agenzie)

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PERCHE’ BERLUSCONI E’ STATO “RIABILITATO”

Maggio 14th, 2018 Riccardo Fucile

LE MOTIVAZIONI PER CUI IL TRIBUNALE HA CONCESSO AL LEADER DI FORZA ITALIA L’AGIBILITA’ POLITICA

A chi si chiede ancora perchè il Tribunale di sorveglianza di Milano abbia concesso la riabilitazione a Silvio Berlusconi c’è il provvedimento del giudice a spiegare tutto. Innanzitutto ci sono le relazioni delle Questure di Milano e Roma e dei carabinieri di Monza sul “requisito della buona condotta” del leader di Forza Italia dopo l’espiazione della pena per il caso Mediaset che “attestano un comportamento totalmente privo di segnalazioni rilevanti in termini negativi”.
Per i giudici le “pendenze” penali poi non sono “di per sè ostacolo”: l’ex premier è ancora imputato nei diversi procedimenti del Ruby ter e indagato per le stragi del 1993 dalla Procura di Firenze.
Nell’ordinanza del Tribunale di Sorveglianza, a cui potrebbe opporsi entro 15 giorni in teoria la Procura generale, come già  emerso viene dato atto che l’ex premier, tornato candidabile con la riabilitazione, ha versato il risarcimento di 10 milioni e 569mila euro all’Agenzia delle Entrate (anche 34.500 euro di spese legali della parte civile) e che la pena “è stata interamente espiata” con “superamento positivo dell’affidamento in prova” alla Sacra Famiglia di Cesano Boscone.
In più, Berlusconi ha anche pagato “le spese processuali” di circa 1,5 milioni di euro.
Il Tribunale ricorda poi che per accertare la buona condotta “non possono essere presi in considerazione i comportamenti anteriori” — neppure nel caso rivestano “chiara valenza negativa” — ai tre anni successivi all’espiazione della pena.
E scrivono che l’ex premier “non ha riportato condanne ulteriori” in questo periodo di tre anni, “neanche per fatti antecedenti rispetto al periodo in valutazione”.
E poi le “informazioni di Polizia e dei Carabinieri” redatte tra aprile e il 4 maggio scorso “danno conto di una buona condotta” e non riportano alcuna segnalazione negativa.
Solo due denunce del 2013 per diffamazione e “reati di scambio elettorale e truffa”, entrambe archiviate.
I “carichi pendenti” dei procedimenti Ruby ter, in corso a “Milano, Roma e Torino” — nell’atto dei giudici non sono, però, segnalati anche l’altro procedimento Ruby ter in corso a Siena e la vicenda escort-Tarantini a suo carico a Bari — “non escludono di per sè la sussistenza della regolarità  della condotta”.
E questo anche se, come segnala lo stesso Tribunale, la presunta corruzione in atti giudiziari contestata arriva sino al “28 gennaio 2016”, ossia nel periodo dopo l’espiazione della pena che si è conclusa l’8 marzo 2015.
Sul punto, infatti, i giudici hanno seguito la linea della Cassazione secondo la quale “la mera pendenza di un procedimento penale per fatti successivi a quelli per cui è intervenuta la condanna” non è di “ostacolo” in sè all’accoglimento della riabilitazione, perchè vale la “presunzione di non colpevolezza”.
C’è poi pendente l’altro ricorso presentato dall’ex Cavaliere contro la decadenza da parlamentare: quello davanti alla Corte europea dei diritti dell’uomo, che ha tenuto un’unica udienza il 22 novembre scorso.
Per la difesa di Berlusconi la legge Severino ha avuto sulla sua posizione giuridica un effetto retroattivo. La decisione è prevista per il prossimo autunno, quando però il leader di FI potrebbe non averne più necessità  ai fini dell’agibilità  politica.

(da “il Fatto Quotidiano”)

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BERLUSCONI AVVERTE SALVINI: “L’ALLEANZA SI PUO’ ROMPERE, HA SBAVATO PER ANDARE AL GOVERNO A OGNI COSTO”

Maggio 14th, 2018 Riccardo Fucile

I SUOI SONO GIA’ PRONTI ALLO SCONTRO PARLAMENTARE: “FAREMO LE PULCI A SALVINI E DI MAIO”

Aveva detto una volta che si sarebbe trattato di un Ircocervo, un mostro politico, poi si è fatto di là  e ha consentito che il governo giallo verde, che continua a vedere come un mostro, prendesse corpo, ma le incognite restano ancora talmente tante che il giudizio non può che restare sospeso fra scetticismo e bocciatura.
Di sicuro Silvio Berlusconi non ha intenzioni di fare sconti all’alleato: «In Parlamento faremo le pulci al nuovo esecutivo, controlleremo che i principi dell’alleanza del centrodestra non vengano traditi, viceversa…».
Pur restando ufficialmente in silenzio, ad Arcore, l’ex premier ovviamente segue da vicino la formazione del contratto di governo fra Luigi Di Maio e Matteo Salvini.
Ad Arcore viene aggiornato sui passi avanti delle trattative, sui temi che vengono inseriti nel contratto, sui contorni del conflitto di interessi: ci sarà ? e se si, sino a che punto si spingeranno i 5Stelle? Sono sufficienti le garanzie che finora gli ha fornito Salvini?
Domande al momento senza risposta. E dunque il giudizio definitivo, e il conseguente comportamento parlamentare, dipenderà  da dettagli che verranno svelati stasera al Quirinale, o forse domani.
Molte sono le cose che possono lasciare Forza Italia e Fratelli d’Italia in uno stato di benevola opposizione, o piuttosto farli virare verso il muso duro parlamentare: in primo lugo la scelta del presidente del Consiglio.
La figura di chi sarà  chiamato a presiedere l’esecutivo ovviamente non è indifferente, sia per Forza Italia che per i Fratelli d’Italia di Giorgia Meloni.
Bisognerà  vedere quanto le due formazione del centrodestra, in qualche entrambe modo «mollate» da Salvini, si sentiranno davvero tutelate dal nuovo premier e quanto eventualmente si riconosceranno nella sua storia, nella sua azione e infine nel programma.
La riabilitazione giudiziaria di Berlusconi, il ritorno alla candidabilità  parlamentare, gli dà  più forza, consente al suo partito di ragionare con maggiore fiducia nel medio termine: ovviamente la scommessa è che il due Salvini-Di Maio abbia vita breve, che nonostante il contratto di governo la vita concreta dell’azione amministrativa, la necessità  delle coperture finanziarie, rendano accidentato il percorso.
Perchè una cosa è certa: nonostante le omissioni, le dichiarazioni di fiducia reciproca, il galateo fra alleati che tali rimangono, o dichiarano pubblicamente di restare, anche in omaggio alle Giunte regionali in cui governano insieme, è chiaro che nella pancia di Forza Italia al momento il giudizio su Salvini non potrebbe essere peggiore.
«Ha sbavato per andare al governo comunque e ad ogni costo, ora vedremo se ciò che nasce anche contro di noi sarà  almeno coerente dal punto di vista programmatico, viceversa l’alleanza del centrodestra per come la conosciamo può anche rompersi…», dicono ai piani alti del partito di Berlusconi.
Insomma di benevolo al momento c’è rimasto ben poco, rispetto ai giorni scorsi. Quando il nuovo governo si presenterà  alle Camere, per chiedere la fiducia, sapremo se Silvio Berlusconi e Giorgia Meloni si muoveranno insieme, e se soprattutto lasceranno correre, pur opponendosi, o viceversa, come dice un alto dirigente del partito, non faranno sin da subito una massiccia guerra parlamentare, in primo luogo al Senato, dove i numeri della maggioranza sono più risicati.
«Siamo pronti a fargli le pulci», dicono ad Arcore una domenica pomeriggio che ha riflettori soltanto i dettagli dell’accordo che Salvini e Di Maio stanno per concludere e che oggi sottoporranno al capo dello Stato.
Se davvero così sarà , o se parla la rabbia di un’esclusione subita, lo sapremo nei primi giorni di vita del nuovo esecutivo giallo-verde.

(da “il Corriere della Sera”)

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IL PIANO DI BERLUSCONI: “FACCIAMOLI PARTIRE, POI LI MANDIAMO A SBATTERE CONTRO UN MURO”

Maggio 13th, 2018 Riccardo Fucile

SILVIO SUL SENTIERO DI GUERRA CONTRO IL GOVERNO M5S-LEGA

L’obiettivo è ritornare al Senato. Farlo con un’elezione suppletiva per cancellare l’onta della defenestrazione da palazzo Madama, mettersi alle spalle questi cinque anni in cui non ha avuto l’agibilità  politica.
Berlusconi ha accolto la sentenza di riabilitazione non con euforia ma come una compensazione delle sofferenze vissute. Ha evitato commenti, anche su consiglio di Ghedini.
Ma a quanto pare al momento si esclude la strada delle elezioni in Trentino e si preferisce — ma i tempi non sono decisi — il percorso delle elezioni suppletive, anche se le dimissioni di un senatore devono essere votate nell’Aula di palazzo Madama a scrutinio segreto.
Proprio ieri era stata Michaela Biancofiore a descrivere e offrire lo spiraglio: «A ottobre da noi si vota per le Regionali, e in Trentino i probabili candidati alla presidenza sono parlamentari in carica: il candidato presidente lascerà  libero il proprio collegio elettorale che propongo di riservare a Berlusconi».
Chi sarà  il candidato? «Salvini vorrebbe fosse il leghista Maurizio Fugatti. Dopo Lombardia, Veneto e Friuli, il Trentino dovrebbe spettare a noi di Forza Italia, ma se il presidente Berlusconi vorrà  fare anche questo atto di generosità , allora Fugatti libererà  il collegio uninominale di Pergine Valsugana, dov’è stato eletto il 4 marzo, da sempre vicino al centrodestra»
Ma davvero i parlamentari di Forza Italia non vedono l’ora di lasciare il posto a Silvio Berlusconi? Giorgio Mulè conferma al Fatto Quotidiano che è così: “C’è la fila, glielo assicuro. La fila. Non sa quanti da stamattina su whatsapp scrivono di volergli lasciare il posto.
Ma non c’è urgenza: è come se non se ne fosse mai andato dal Parlamento”. Chi sono questi generosi onorevoli? “Mica posso dirglieli tutti… e se gliene dicessi solo qualcuno farei un torto agli altri”. Licia Ronzulli conferma
Il Fatto Quotidiano spiega ancora che il seggio più suggestivo è quello di Arcore. Ovvero quello di Monza, dove per un divertente capriccio della Storia è stata eletta Stefania Craxi. La figlia di Bettino ci ride su: “Non faccio parte della fila per lasciare la poltrona. Ma se me lo chiede Berlusconi, sono naturalmente disposta a farmi da parte”.
Tra i senatori eletti nei fortini di Veneto e Lombardia ci sono intoccabili come la stessa Ronzulli, Paolo Romani e Niccolò Ghedini.
Il meno celebre della lista è il senatore Marco Perosino, eletto a Cuneo, alla sua prima legislatura. È sindaco di Priocca (Cn), consigliere provinciale, anche lui passato per una condanna e una riabilitazione. E anche lui si mette a disposizione.
La domanda più gettonata però è un’altra.
Ovvero: la sua eleggibilità  recuperata servirà  a far recuperare voti alla sua creatura, quella Forza Italia che è finita ignominiosamente dietro la Lega il 4 marzo? I sondaggisti non hanno un’opinione unica al riguardo, le valutazioni sul ritorno del Cavaliere sono diverse.
Roberto Weber, Ixè, sentito dalla Stampa, è tra gli scettici: «Non penso che cambierebbe molto: di fatto in campo c’era anche questa volta, anche se non si poteva candidare».
Al contrario, secondo Antonio Noto, di “Noto sondaggi”, la “riabilitazione” avrebbe degli effetti, ma solo se si tornasse a elezioni a breve.
«Una parte di elettorato di Fi ha votato Lega perchè FI non aveva il leader in campo. Molti di questi potrebbero tornare a votare per Berlusconi». Ovviamente, precisa, si tratterebbe di uno spostamento di voti soprattutto tra la Lega e FI, «non credo che potrebbe esserci un aumento sostanziale del centrodestra nel suo complesso».
Secondo Repubblica Silvio ha un piano in mente piuttosto chiaro: «Votiamo contro la fiducia, ma facciamo partire questo governo. Poi li mandiamo a sbattere contro un muro».
Tornare candidabile è un regalo che assomiglia alla vendetta, va servita fredda. «Tutti calmi», allora. Niente mosse false, bisogna portare a Palazzo Chigi Matteo Salvini e «Luigi lo steward», come ha ripreso a chiamare Di Maio.
Poi dedicarsi a farli fallire alla prova del governo. Infine sgambettarli.
Entro dicembre, con la prossima legge di stabilità . E già  immagina il proprio nome fuori dai seggi elettorali, “Berlusconi premier”, per nuove elezioni politiche nella primavera del 2019.
In altre occasioni, come cinque anni fa quando tutti lo davano per (politicamente) morto, Berlusconi ha stupito tutti con performance elettorali di tutto rispetto. Gà  il fatto che stia per tornare sul sentiero di guerra dovrebbe preoccupare.

(da “NextQuotidiano”)

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LICIA RONZULLI AVVISA SALVINI: “SIA COERENTE O FORZA ITALIA PRONTA ALL’OPPOSIZIONE ANCHE IN PIAZZA”

Maggio 12th, 2018 Riccardo Fucile

“RASSEGNATEVI, BERLUSCONI DA’ LE CARTE”…. LA RIABILITAZIONE CAMBIA TUTTO, ORA SALVINI RISCHIA

Licia Ronzulli, come ha preso Berlusconi la notizia della sua “riabilitazione”?
Ha ricevuto una telefonata da Niccolà³ Ghedini. Era circondato da persone e quindi è rimasto in silenzio. Ma i suoi occhi però mostravano evidente emozione. Poi è andato da sua figlia Marina.
E poi?
Poi come sempre il presidente mantiene il suo self control. Questa mattina gli ho chiesto: come si è svegliato dottore oggi? E lui mi ha risposto: con il raffreddore come ieri mattina. Sorridendo.
Licia Ronzulli, senatrice, tra gli azzurri è la più vicina a Berlusconi. È ad Arcore, appena ricevuta la notizia che il Tribunale di Milano ha annullato gli effetti della Severino. E ora Berlusconi torna candidabile.
Sento una voce emozionata, sbaglio?
Non sbaglia. E non le nego però che l’emozione dei nostri militanti e di tutta Forza Italia è grande. E vorrei sottolineare anche che ci stanno arrivando moltissime testimonianze di affetto da parte di cittadini che, pur non essendo stati in passato nostri elettori, hanno capito le tante ingiustizie che ha dovuto subire il presidente Berlusconi da quando è sceso in politica.
Passo dall’aulico al prosaico. A questo punto, basta che si dimetta un senatore qualunque e Berlusconi può subito candidarsi a un collegio e tornare in Parlamento.
Guardi, al momento non è un’opzione sul tavolo, non se n’è parlato. Era in campo ieri e sarà  in campo domani a prescindere dai seggi. Berlusconi non ha bisogno di una poltrona di deputato o senatore per essere un leader. Non ha mai agito per ambizione personale, la sua ambizione è far grande l’Italia, restituirle prestigio internazionale, far vivere meglio i cittadini e le famiglie italiane. Mi dicono però che in queste ore che ci sarebbe la fila di senatori e deputati pronti a dimettersi per permettere a Berlusconi di guidarci in Parlamento.
La fila?
La fila.
E immagino che, quando si tornerà  al voto, stavolta il candidato torna ad essere lui.
È una decisione che dovrà  prendere lui, quando si voterà  nuovamente. Se il Paese, il popolo e le circostanze lo dovessero richiedere, senz’altro non si tirerà  indietro.
È pronto.
Come sempre.
Però questa notizia cambia tutto. E ha un evidente impatto sul negoziato in corso per formare un governo.
Sulle vicende politiche di questi giorni non cambia niente perchè non riguardano noi, visto che a tentare di fare il governo sono altre forze politiche.
Beh, insomma, dopo la resa oggi siete più pronti a tornare al voto. Perchè il via libera di Berlusconi al governo Salvini-Di Maio è stata una resa.
Ma quale resa! È stata la mossa del cavallo. Con una iniziativa intelligente ed inaspettata Silvio Berlusconi ha permesso di superare lo stallo in cui era finita la politica italiana.
Però per la prima volta gli è stato imposto un passo indietro. Salvini è riuscito dove avevano fallito tutti, da Fini in poi.
È stato un passo in avanti! Berlusconi ha come al solito dato le carte. Se tutti erano in attesa della sua decisione è evidente che lo sblocco della situazione è merito suo. Non c’è stata alcuna imposizione, ma una riflessione, ovviamente profonda e meditata.
Dica la verità : siete un po’ arrabbiati con Mattarella perchè non vi ha dato l’incarico.
Se le dicessi di no le mentirei. Sono una persona netta e chiara nella vita e nel lavoro. È vero: avrebbe dovuto farci provare. Non tanto per dare una possibilità  alle forze politiche del centrodestra, quanto per rispetto della volontà  espressa dagli elettori che, in maggioranza, seppur relativa, hanno premiato la nostra coalizione facendola arrivare prima. Aggiungo anche che in Parlamento avremmo ottenuto sicuramente la maggioranza.
Va bene, c’era lo spettro del voto anticipato. Ma che peso hanno avuto le aziende, che da sempre sono filo-governative a prescindere?
Nessun peso. Le aziende sono quotate in borsa e partecipate da fondi internazionali soprattutto americani, danneggiarle sarebbe da irresponsabili. Non dipendono dalle decisioni politiche del presidente Berlusconi. La decisione del presidente è autonoma e indipendente da queste dinamiche. Su questo bisogna essere chiari.
Sia chiara.
Ad ogni scelta c’è sempre qualcuno che subdolamente cerca di creare una connessione fittizia fra tale decisione e le aziende create da Berlusconi, dalle quali però, bisogna ricordarlo, si allontanò quando scese in politica. Credo che alcuni, seppure siano in minoranza, abbiano ancora un’ossessione contro Berlusconi, e ciò purtroppo inquina il sereno dibattito politico.
Come l’ha vissuta Berlusconi questa scelta di dare il via libera al governo, umanamente intendo?
Sereno come sempre. Anche nei momenti difficili ha sempre prevalso la concretezza e il pragmatismo. Lui ascolta sempre tutti e poi fa la sintesi, anche sulla base della bussola che ha dentro di sè, la cui lancetta punta sempre verso l’interesse dell’Italia e degli Italiani. Il travaglio è di altri, magari di qualcuno che, in assenza di motivi e ragioni, non sa più cosa scrivere e cosa inventarsi pur di attaccarlo.
Lei che è in assoluto la persona più vicina al Cav cosa gli consiglia adesso?
Gli ho consigliato e gli consiglio di seguire il suo istinto di uomo politico e la sua coscienza di cittadino. Berlusconi è l’esempio vivente di chi, per amore del proprio Paese, ha lasciato una vita tranquilla di successi imprenditoriali per dedicarsi anima e corpo al bene dell’Italia, pagando in prima persona questa scelta, subendo attacchi giudiziari e mediatici di ogni tipo dal minuto dopo che è sceso in politica. Berlusconi non ha bisogno di consigli per fare la scelta giusta, perchè non ha bisogno che qualcuno gli ricordi la sua storia tutta improntata al bene dell’Italia.
Però Ronzulli, lei dice che non cambia nulla. E che resta il via libera al governo Di Maio/Salvini, anche ora che è ricandidabile. Insisto: lei dice che non è una resa, ma Berlusconi andò in Europa a farsi garante dei moderati di fronte all’avanzata dei populisti e ora fa partire un governo benedetto da Farage.
Come dice giustamente lei, Berlusconi è garante dei moderati in Italia, garante dei valori di libertà  e democrazia cui fanno riferimento milioni di cittadini. Come dicevo all’inizio, però, abbiamo dovuto prendere atto di come il capo dello Stato non abbia affidato al centrodestra il mandato di formare il governo. Se si fosse formato un governo di centrodestra, Berlusconi ne sarebbe stato il garante in Europa.
E qui torniamo a Mattarella.
Il presidente Berlusconi e Forza Italia hanno cercato in tutti i modi di non mandare il Movimento 5 stelle al governo e la posizione da noi ribadita in questi giorni è quella che si tratta di un esperimento pericoloso, ma responsabilità  significa anche cercare di dare una soluzione politica e non tecnica a questa crisi. Ricordo sommessamente che Farage è un privato cittadino ormai, di benedizione non parlerei.
Ha visto i giornali di centrodestra? Sono molto duri in questi giorni sull’operazione.
Mi pare che siamo stati più critici nei confronti del tentativo di formare un governo tra due forze così distanti sui programmi economici, finanziari e sociali. Gli italiani hanno capito la nostra lungimiranza politica. Ad ogni modo le critiche, se costruttive, sono sempre ben accette perchè ci spingono a interrogarci, a fare analisi, a far ritornare il centrodestra nel mezzo del dibattito pubblico dopo che per anni si è parlato solo di Pd e cinque stelle. Le critiche costruttive rappresentano uno stimolo molto importante al confronto.
Ancora non si è capito il vostro atteggiamento verso il governo che nascerà . Ieri Berlusconi si è augurato che non parta, tranne poi smentire. Mettiamola così: il vostro atteggiamento dipende dal premier che troveranno, se è o meno una figura a voi ostile?
A differenza dei nostri avversari politici che hanno spesso pregiudizi nei nostri confronti, pregiudizi che talvolta sfociano in vera e propria demonizzazione, noi ci facciamo guidare dal buonsenso e dalla ragione. Fermo restando che nulla abbiamo a che vedere con un governo formato da M5S e Lega, per cui non possiamo votargli la fiducia, se verranno attuate quelle riforme previste dal programma di centrodestra con cui ci siamo presentati alle elezioni insieme alla Lega e Fratelli d’Italia, non esiteremo a sostenerle. Se invece saranno misure dal segno meno, che fanno arretrare l’Italia, allora ci opporremo strenuamente.
Le piacerebbe Giorgetti?
Certamente sarebbe un figura adatta, ha grande qualità  ed esperienza, ha già  ricoperto incarichi di prestigio all’interno del Parlamento, quindi ha senz’altro un curriculum all’altezza.
Chi si aspetta?
Il nome è impossibile dirlo. Al momento in cui stiamo facendo questa intervista sono sicura ci sia molta incertezza. Comunque mi auguro che il premier possa essere qualcuno credibile anche a livello internazionale.
Andiamo con ordine: sul voto di fiducia, vi asterrete, non partecipate al voto o votate contro? Quale delle tre?
Al momento, non conoscendo neppure il programma e i nomi del premier e dei ministri, ed essendo un governo formato da altri, la cosa certa è che non voteremo la fiducia.
Bene. E poi? Valuterete i singoli provvedimenti o si può dire che starete all’opposizione?
Siamo senza dubbio all’opposizione, ma ciò non vuol dire che non valuteremo positivamente quei provvedimenti che riterremo nell’interesse dell’Italia. Capita durante la legislatura che proposte di legge vengano addirittura votate all’unanimità , ovvero da tutte le forze politiche. Essere all’opposizione non significa dire ottusamente No a prescindere, ma saper valutare con attenzione ogni proposta della maggioranza, opponendosi a quelle sbagliate e sostenendo quelle giuste.
Ronzulli, lei è molto abile, ma mi faccia capire. C’è modo e modo di fare opposizione. Ricorda i milioni in piazza contro Prodi? Quella era opposizione vera. Ricorda i tanti soccorsi a Gentiloni? Quella era finta. A Salvini e Di Maio come la farete?
Guardi che l’opposizione non è una questione che riguarda soltanto i partiti in Parlamento, ma anche e soprattutto il popolo. Mi spiego. Se il governo dovesse adottare misure antipopolari, sarebbero i nostri elettori a chiederci di scendere in piazza. Il centrodestra si è presentato alle elezioni con un programma preciso, per cui se il governo dovesse presentare quelle misure, Forza Italia le sentirà  proprie e le sosterrà , se invece il governo dovesse presentare misure contrarie all’interesse degli Italia e dell’Italia ci opporremo in maniera ferma e decisa.
È vero che Marina è la più battagliera nei confronti di questo governo, perchè l’umiliazione subita dal padre brucia, eccome.
Posso dire, perchè ero presente mentre ne parlava con il padre, che Marina, pur non volendo assumere ruoli che non le appartengono, condivide totalmente la scelta di non rompere la coalizione e ritiene si debba dare vita ad una opposizione che sia attenta e costruttiva. Umiliazione subita dal padre? No, non la pensa così, ha ripetuto più volte che i veti sono umilianti per chi li pone.
E su questi presupposti l’alleanza con Salvini regge?
L’alleanza regge: questa è soltanto una parentesi, il centrodestra esisteva prima di questo governo e ci sarà  anche dopo. E che nessuno parli di tradimento.
Ecco Salvini. Si aspetta che, al governo, rappresenti anche i vostri cavalli di battaglia?
Come le dicevo, il programma elettorale del centrodestra è comune. C’è una trattativa in corso fra Salvini e Di Maio. Naturalmente quanti più punti del programma del centrodestra saranno recepiti nel programma di governo, tanto più saremo soddisfatti. Ma non dipende da noi. Al momento non ci aspettiamo nulla, se non di conoscere se si farà  questo governo, chi lo guiderà , chi saranno i ministri e soprattutto che cosa intende fare.
Mettiamola così: se di Maio si presenta con il conflitto di interessi, anti-corruzione, riforma della prescrizione, si aspetta che Salvini dica “non se ne parla”?
Mi aspetto che Salvini si comporti coerentemente rispetto al programma di centrodestra, sottoscritto anche da lui quando ci siamo presentati uniti alle elezioni.
È lui il dopo Berlusconi se vi tutela e rappresenta le vostre istanze?
Ma quale dopo Berlusconi? Se mi ha fatto tutte queste domande su Berlusconi, per giunta a riguardo di un governo di cui neppure facciamo parte, vuol dire che il presidente è ancora centrale nella politica italiana. O no?

(da “Huffingtonpost”)

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PRONTI A IMMOLARSI PER BERLUSCONI, LA RIABILITAZIONE CAMBIA TUTTO

Maggio 12th, 2018 Riccardo Fucile

AD ARCORE SI DISCUTE SULLE DIMISSIONI DI UN   PARLAMENTARE PER FARLO RIENTRARE… QUATTRO EFFETTI IMMEDIATI SUL NEGOZIATO M5S-LEGA

La “riabilitazione” cambia tutto. Da subito.
Perchè Silvio Berlusconi può di nuovo candidarsi alle elezioni, alla Camera o al Senato, e presentarsi da candidato premier.
Ma non necessariamente il Cavaliere deve aspettare le prossime elezioni per tornare a sedersi tra gli scranni di palazzo Madama. Può tornare anche subito. E guidare, dall’aula dove fu espulso, l’opposizione al governo che verrà 
L’ipotesi, da stamattina, è già  in discussione ad Arcore.
In che modo? Semplice: basta che si dimetta un parlamentare di Forza Italia eletto in un collegio uninominale; a quel punto sarebbe necessario indire, solo in quel collegio, elezioni “suppletive”, il Cavaliere si candiderebbe lì e, in poche settimane, tornerebbe a sedere a palazzo Madama.
E chi, tra i parlamentari azzurri, potrebbe dire di no a una tale sacrificio per completare l’opera di restituzione dell’onore perduto.
Nessuno, anzi, chi conosce l’ambiente scommette che, già  nelle prossime ore, i centralini di Arcore saranno presi d’assalto dai fedeli, pronti a immolarsi: “Presidente, come sa, io sono sempre stato devoto, consideri il mio posto a disposizione”.
Al momento non si sono decisioni in tal senso, perchè siamo ancora nella fase dei festeggiamenti e dell’euforia. Però già  se ne parla.
Con una consapevolezza più complessiva. E cioè che la “riabilitazione” da parte del Tribunale di sorveglianza, col Cavaliere che torna candidabile, ha già  un impatto immediato sul negoziato di governo che vede come protagonisti Salvini e Di Maio, senza dover attendere che Berlusconi torni tra gli arazzi di Palazzo Madama.
Detta in sintesi, ha almeno quattro effetti:
1) Viene meno, o quantomeno si attenua, il terrore di Forza Italia per il voto a settembre-ottobre, anzi potrebbe renderlo una prospettiva su cui lavorare, sfruttando l’effetto anche emotivo, in quell’elettorato, del grande ritorno del suo leader;
) questo comporta un indurimento atteggiamento di Forza Italia verso il governo Di Maio-Salvini, nel senso che se fino a ieri si parlava di un “nè aderire nè sabotare” da adesso all’ordine del giorno c’è l’opposizione dura;
3) tutte queste considerazioni precipitano sul negoziato di oggi, perchè è chiaro che Salvini, nell’ambito della sua competizione a destra con Berlusconi, non può accettare un accordo al ribasso con Di Maio, e anzi chiederà  un assetto di governo che, in qualche modo, tenga buono Berlusconi; sennò punterà  dritto sul voto a ottobre;
4) per Di Maio la trattativa si fa più complicata, perchè “l’impresentabile” sta già  sventolando in mondovisione la sua sentenza di “riabilitazione”.
E il leader pentastellato si troverà  in una difficile posizione: o concede qualcosa di più al centrodestra, oppure riprogramma il suo tour per prepararsi al voto in autunno, con la consapevolezza che avrà  sulle spalle un negoziato fallito e una destra che, a occhio, sarà  ancora più forte.

(da “HuffingtonPost”)

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CLIMA DA LIBERAZIONE IN FORZA ITALIA: “BERLUSCONI RESTITUITO AGLI ITALIANI”

Maggio 12th, 2018 Riccardo Fucile

ORA TUTTI CONVINTI SUL RILANCIO DEL PARTITO… “GIUSTIZIA E’ FATTA”… “SI CHIUDE UN CALVARIO”

Dentro Forza Italia la notizia è deflagrata come un elisir di giovinezza.
C’è un clima da Liberazione nel partito azzurro che ritrova il suo leader. Silvio Berlusconi è di nuovo candidabile, di nuovo presentabile, può essere eletto alla Camera o al Senato, è abilitato a giocare pienamente la partita politica.
Il Tribunale di Sorveglianza di Milano ha emesso un provvedimento subito esecutivo che cancella gli effetti della condanna del 2013 e della Legge Severino che era scattata di conseguenza.
“Giustizia è fatta” è la primissima reazione che arriva su Facebook da Mariastella Gelmini, capogruppo dei deputati azzurri. La parola che più torna è “calvario”.
La usa anche Annamaria Bernini, presidente dei senatori di Forza Italia, che commenta con “gioia e soddisfazione” il ritorno di Berlusconi, che “conclude dopo cinque anni un calvario giudiziario, politico e umano che ha impedito al leader del centrodestra di essere in campo in prima persona”.
Il senso è il ritorno di Berlusconi a contare davvero sulla scena.
Alcune scelte, da ultimo la più rilevante, con il passo di lato per consentire a Matteo Salvini di negoziare con Luigi Di Maio per un governo giallo-verde a Palazzo Chigi, sono state condizionate dalla agibilità  politica limitata del presidente di Forza Italia. Prima del voto l’impossibilità  di essere presente in prima persona come candidato premier, dopo il voto i sondaggi che vedono precipitare i consensi, con un travaso costante verso la Lega.
Dentro Forza Italia filtra di nuovo quell’ottimismo di chi crede che tutto questo, con Berlusconi in campo davvero, possa cambiare. “Ora l’Italia potrà  contare ancora di più su di noi” scrive la Gelmini.
Molti gli azzurri che fanno sentire la loro voce. “La riabilitazione rende giustizia (tardiva) ad un leader politico e a milioni di elettori che hanno creduto in lui” afferma Giovanni Toti, governatore ligure e consigliere politico di Berlusconi.
“Torna in campo politico a tutto tondo, torna a rappresentare i tanti milioni di italiani che hanno votato Forza Italia e i tanti altri che la voteranno” dice con soddisfazione evidente Renato Brunetta, “torna, in altre parole, a rappresentare il popolo dei moderati, che dopo tanto tempo, non vedeva riconoscersi in nessun leader in campo. Bentornato Presidente! L’Italia, da oggi, torna ad essere più democratica”.
Parla di calvario anche Mara Carfagna, che aggiunge che ora “l’Italia ha la fortuna di poter contare ancora sulla sua grande esperienza e sulla sua saggezza”.
“Berlusconi c’è. C’è sempre stato. E nella prospettiva sarà  il riferimento essenziale per le affermazioni del centrodestra” tuona Maurizio Gasparri.
“Parziale giustizia a solenne ingiustizia, aspettando Strasburgo” sottolinea l’ex presidente del Senato Renato Schifani.
“Il politico Silvio Berlusconi viene restituito al suo popolo che non ha mai smesso di credere nella utilità  del suo contributo al bene del Paese” aggiunge Gianfranco Rotondi. Si “rimargina, in parte, una ferita inferta alla democrazia in questo Paese” afferma, l’onorevole Paolo Zangrillo.
“Non cancella anni di ingiustizia e di amarezza, ma restituisce a noi tutti fiducia e al paese un vero statista” commenta Michela Vittoria Brambilla
Si fa sentire anche la voce degli alleati di Berlusconi nel centrodestra. Matteo Salvini è rapidissimo nel commentare la riabilitazione del Cav, definendola “una buona notizia per lui, e ne sono davvero felice, e soprattutto per la democrazia”.
Arrivano a stretto giro anche le “felicitazioni” di Giorgia Meloni, secondo cui è “un atto di giustizia”.
Arrivano anche i primi commenti dal centrosinistra. “In generale le sentenze si rispettano” dice Maurizio Martina, segretario reggente del Pd, “per quel che ci riguarda la battaglia con Silvio Berlusconi e’ sempre stata una sfida sul terreno politico. Qui il punto è stato ed è battere quella proposta sul piano politico”.
Per Andrea Orlando, ministro della Giustizia, la riabilitazione “va rispettata” ma deve valere per tutti, ma “oggi il provvedimento che consentirebbe un percorso di recupero dei detenuti è fermo in Parlamento, ostaggio di Movimento 5 Stelle e Lega”.
“La notizia per alcuni sarà  buona, per altri meno, ma è una sentenza e va rispettata” commenta Gianni Cuperlo.
“Silvio Berlusconi ha dato un contributo al Paese, non so se nel bene o nel male” si limita a dire Pierluigi Bersani.

(da “Huffingtonpost”)

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SILVIO BERLUSCONI RIABILITATO, E’ DI NUOVO CANDIDABILE

Maggio 12th, 2018 Riccardo Fucile

IL TRIBUNALE CANCELLA GLI EFFETTI DELLA LEGGE SEVERINO, PROVVEDIMENTO GIA’ ESECUTIVO

Silvio Berlusconi ha ottenuto dal Tribunale di sorveglianza di Milano la “riabilitazione”.
Una decisione – scrive il Corriere della Sera in edicola oggi – che di fatto cancella tutti gli effetti della condanna subita nell’ambito del processo sui diritti Mediaset nel 2013. Sentenza che aveva fatto scattare l’incandidabilità  imposta dalla Legge Severino.
Se in questo momento si dovesse andare alle urne, Berlusconi avrebbe il diritto di presentarsi alla Camera o al Senato.
La Procura generale di Milano dovrà  leggere le motivazioni dell’ordinanza con cui è stata concessa a Silvio Berlusconi la riabilitazione prima di decidere se fare opposizione o meno contro la decisione del Tribunale di Sorveglianza.
Lo ha spiegato il procuratore generale Roberto Alfonso ai cronisti, dicendo: “leggeremo e valuteremo”.
Il provvedimento, infatti, non è stato ancora trasmesso alla segreteria della Procura generale, dove dovrebbe arrivare lunedì.
Ci sono 15 giorni di tempo per l’opposizione.

(da agenzie)

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BERLUSCONI: “SPERO CHE SALVINI E DI MAIO NON VADANO AVANTI PERCHE’ METTERANNO LA PATRIMONIALE”

Maggio 11th, 2018 Riccardo Fucile

FORZA ITALIA TRA ASTENSIONE E VOTO CONTRO IL GOVERNO: “ESECUTIVO NON CI APPARTIENE”… IL GRUPPO PARLAMENTARE E’ PER VOTARE CONTRO SENZA SE E SENZA MA

Enigma Forza Italia. Mentre il dialogo tra Lega e Movimento Cinque Stelle va avanti tra molti ostacoli, ci si interroga sull’atteggiamento che il partito del Cavaliere assumerà  nei confronti del nuovo governo.
E Silvio Berlusconi, combattuto tra astenersi o votare contro la fiducia, in serata rivela tutti i suoi timori sul futuro esecutivo giallo-verde: “Spero che Salvini e Di Maio non vadano avanti perchè metteranno la patrimoniale”, dice ai cronisti mentre visita la mostra mercato dell’antiquariato a Milano (dove ha comprato un disegno di Chagall). Però ammorbidisce i toni su Matteo Salvini: “Non è un traditore”. E conclude, attendista: “Vediamo come va”.
Rapporti difficili anche sull’asse Lega-Fratelli d’Italia: “Cosa pensa Salvini del veto di Di Maio sul nostro partito?”, dice Giorgia Meloni.
La leader di Fratelli d’Italia ha incontrato il capo politico 5Stelle per un’ora: “Le ho spiegato le ragioni dell’esclusione di Fdi dal contratto”, è la versione di Di Maio. “Voleva un sì di Fratelli d’Italia alla sua premiership o a quella di un esponente M5S”, è la versione di Meloni.
Ma torniamo a Forza Italia. In attesa di nuovi dettagli su programma e premier, il partito in realtà  è diviso.
Gli azzurri oscillano tra quella “benevolenza critica” di cui si è parlato nei giorni scorsi o un’opposizione dura e pura. Ciò che è certo è che il partito rivendica il suo ruolo di “vigile” su ogni provvedimento che verrà  varato: “Il nuovo governo, se nasce – spiega   Anna Maria Bernini, capogruppo di Forza Italia al Senato – non ci appartiene. Berlusconi con lungimiranza ha voluto sbloccare lo stallo politico”, ma quella che il suo partito farà  in Parlamento sarà  “un’opposizione costruttiva, anche se mai preconcetta”.
Le parole degli azzurri dimostrano quale sia la preoccupazione maggiore rispetto all’asse tra Matteo Salvini e Luigi Di Maio: “Vorrei sentire dire dagli amici della Lega – confessa Giovanni Toti – che questo è un governo che diamo al Paese perchè il Paese ne ha bisogno, ma che la coalizione di centrodestra non si spacca e andrà  avanti per costruire nel tempo un’alternativa concreta di centrodestra”.
Il governatore della Liguria conferma inoltre che Forza Italia non ha ancora deciso se voterà  o meno la fiducia al governo giallo-verde: “Decideremo dal programma, dalle priorità , dalle figure ministeriali e dal premier. Ma un’altra cosa che mi piacerebbe sentir dire alle forze parlamentari è che questa legge elettorale ha dato risultati scabrosi” e quindi va cambiata.
A spiegare chiaramente il dibattito interno al partito è il senatore Renato Schifani: “Nella base parlamentare c’è una maggioranza oltranzista che vuole prendere le distanze in maniera netta da questo esecutivo e chi pensa di non partecipare al voto”. Il passo indietro non è stato facile, ma “non si poteva apparire agli occhi degli italiani come quelli che impedivano un governo”.
Schifani poi nega l’esistenza di un’astensione benevola: “Astensione significa mani libere e noi vogliamo avere le mani libere”.
Il senatore Paolo Romani avverte: “Incalzeremo il governo sui temi cari al centrodestra e faremo sentire forte la nostra voce. Siamo il secondo gruppo più forte al Senato”.
Uno dei punti più controversi del programma di governo riguarderà  il rapporto dell’Italia con l’Unione europea.
Dopo il monito di qualche giorno fa del presidente della   Repubblica Sergio Mattarella sull’inattuabilità  del sovranismo, anche il presidente del Parlamento europeo Antonio Tajani fa presente che in Europa “tutti guardano con grande attenzione a ciò che succede in Italia”, dal momento che il Paese soffre di un “altissimo debito pubblico e di un’altissima disoccupazione giovanile”.

(da “Huffingtonpost”)

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