IL PIANO DI BERLUSCONI: “FACCIAMOLI PARTIRE, POI LI MANDIAMO A SBATTERE CONTRO UN MURO”
SILVIO SUL SENTIERO DI GUERRA CONTRO IL GOVERNO M5S-LEGA
L’obiettivo è ritornare al Senato. Farlo con un’elezione suppletiva per cancellare l’onta della defenestrazione da palazzo Madama, mettersi alle spalle questi cinque anni in cui non ha avuto l’agibilità politica.
Berlusconi ha accolto la sentenza di riabilitazione non con euforia ma come una compensazione delle sofferenze vissute. Ha evitato commenti, anche su consiglio di Ghedini.
Ma a quanto pare al momento si esclude la strada delle elezioni in Trentino e si preferisce — ma i tempi non sono decisi — il percorso delle elezioni suppletive, anche se le dimissioni di un senatore devono essere votate nell’Aula di palazzo Madama a scrutinio segreto.
Proprio ieri era stata Michaela Biancofiore a descrivere e offrire lo spiraglio: «A ottobre da noi si vota per le Regionali, e in Trentino i probabili candidati alla presidenza sono parlamentari in carica: il candidato presidente lascerà libero il proprio collegio elettorale che propongo di riservare a Berlusconi».
Chi sarà il candidato? «Salvini vorrebbe fosse il leghista Maurizio Fugatti. Dopo Lombardia, Veneto e Friuli, il Trentino dovrebbe spettare a noi di Forza Italia, ma se il presidente Berlusconi vorrà fare anche questo atto di generosità , allora Fugatti libererà il collegio uninominale di Pergine Valsugana, dov’è stato eletto il 4 marzo, da sempre vicino al centrodestra»
Ma davvero i parlamentari di Forza Italia non vedono l’ora di lasciare il posto a Silvio Berlusconi? Giorgio Mulè conferma al Fatto Quotidiano che è così: “C’è la fila, glielo assicuro. La fila. Non sa quanti da stamattina su whatsapp scrivono di volergli lasciare il posto.
Ma non c’è urgenza: è come se non se ne fosse mai andato dal Parlamento”. Chi sono questi generosi onorevoli? “Mica posso dirglieli tutti… e se gliene dicessi solo qualcuno farei un torto agli altri”. Licia Ronzulli conferma
Il Fatto Quotidiano spiega ancora che il seggio più suggestivo è quello di Arcore. Ovvero quello di Monza, dove per un divertente capriccio della Storia è stata eletta Stefania Craxi. La figlia di Bettino ci ride su: “Non faccio parte della fila per lasciare la poltrona. Ma se me lo chiede Berlusconi, sono naturalmente disposta a farmi da parte”.
Tra i senatori eletti nei fortini di Veneto e Lombardia ci sono intoccabili come la stessa Ronzulli, Paolo Romani e Niccolò Ghedini.
Il meno celebre della lista è il senatore Marco Perosino, eletto a Cuneo, alla sua prima legislatura. È sindaco di Priocca (Cn), consigliere provinciale, anche lui passato per una condanna e una riabilitazione. E anche lui si mette a disposizione.
La domanda più gettonata però è un’altra.
Ovvero: la sua eleggibilità recuperata servirà a far recuperare voti alla sua creatura, quella Forza Italia che è finita ignominiosamente dietro la Lega il 4 marzo? I sondaggisti non hanno un’opinione unica al riguardo, le valutazioni sul ritorno del Cavaliere sono diverse.
Roberto Weber, Ixè, sentito dalla Stampa, è tra gli scettici: «Non penso che cambierebbe molto: di fatto in campo c’era anche questa volta, anche se non si poteva candidare».
Al contrario, secondo Antonio Noto, di “Noto sondaggi”, la “riabilitazione” avrebbe degli effetti, ma solo se si tornasse a elezioni a breve.
«Una parte di elettorato di Fi ha votato Lega perchè FI non aveva il leader in campo. Molti di questi potrebbero tornare a votare per Berlusconi». Ovviamente, precisa, si tratterebbe di uno spostamento di voti soprattutto tra la Lega e FI, «non credo che potrebbe esserci un aumento sostanziale del centrodestra nel suo complesso».
Secondo Repubblica Silvio ha un piano in mente piuttosto chiaro: «Votiamo contro la fiducia, ma facciamo partire questo governo. Poi li mandiamo a sbattere contro un muro».
Tornare candidabile è un regalo che assomiglia alla vendetta, va servita fredda. «Tutti calmi», allora. Niente mosse false, bisogna portare a Palazzo Chigi Matteo Salvini e «Luigi lo steward», come ha ripreso a chiamare Di Maio.
Poi dedicarsi a farli fallire alla prova del governo. Infine sgambettarli.
Entro dicembre, con la prossima legge di stabilità . E già immagina il proprio nome fuori dai seggi elettorali, “Berlusconi premier”, per nuove elezioni politiche nella primavera del 2019.
In altre occasioni, come cinque anni fa quando tutti lo davano per (politicamente) morto, Berlusconi ha stupito tutti con performance elettorali di tutto rispetto. Gà il fatto che stia per tornare sul sentiero di guerra dovrebbe preoccupare.
(da “NextQuotidiano”)
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