PRONTI A IMMOLARSI PER BERLUSCONI, LA RIABILITAZIONE CAMBIA TUTTO
AD ARCORE SI DISCUTE SULLE DIMISSIONI DI UN PARLAMENTARE PER FARLO RIENTRARE… QUATTRO EFFETTI IMMEDIATI SUL NEGOZIATO M5S-LEGA
La “riabilitazione” cambia tutto. Da subito.
Perchè Silvio Berlusconi può di nuovo candidarsi alle elezioni, alla Camera o al Senato, e presentarsi da candidato premier.
Ma non necessariamente il Cavaliere deve aspettare le prossime elezioni per tornare a sedersi tra gli scranni di palazzo Madama. Può tornare anche subito. E guidare, dall’aula dove fu espulso, l’opposizione al governo che verrà
L’ipotesi, da stamattina, è già in discussione ad Arcore.
In che modo? Semplice: basta che si dimetta un parlamentare di Forza Italia eletto in un collegio uninominale; a quel punto sarebbe necessario indire, solo in quel collegio, elezioni “suppletive”, il Cavaliere si candiderebbe lì e, in poche settimane, tornerebbe a sedere a palazzo Madama.
E chi, tra i parlamentari azzurri, potrebbe dire di no a una tale sacrificio per completare l’opera di restituzione dell’onore perduto.
Nessuno, anzi, chi conosce l’ambiente scommette che, già nelle prossime ore, i centralini di Arcore saranno presi d’assalto dai fedeli, pronti a immolarsi: “Presidente, come sa, io sono sempre stato devoto, consideri il mio posto a disposizione”.
Al momento non si sono decisioni in tal senso, perchè siamo ancora nella fase dei festeggiamenti e dell’euforia. Però già se ne parla.
Con una consapevolezza più complessiva. E cioè che la “riabilitazione” da parte del Tribunale di sorveglianza, col Cavaliere che torna candidabile, ha già un impatto immediato sul negoziato di governo che vede come protagonisti Salvini e Di Maio, senza dover attendere che Berlusconi torni tra gli arazzi di Palazzo Madama.
Detta in sintesi, ha almeno quattro effetti:
1) Viene meno, o quantomeno si attenua, il terrore di Forza Italia per il voto a settembre-ottobre, anzi potrebbe renderlo una prospettiva su cui lavorare, sfruttando l’effetto anche emotivo, in quell’elettorato, del grande ritorno del suo leader;
) questo comporta un indurimento atteggiamento di Forza Italia verso il governo Di Maio-Salvini, nel senso che se fino a ieri si parlava di un “nè aderire nè sabotare” da adesso all’ordine del giorno c’è l’opposizione dura;
3) tutte queste considerazioni precipitano sul negoziato di oggi, perchè è chiaro che Salvini, nell’ambito della sua competizione a destra con Berlusconi, non può accettare un accordo al ribasso con Di Maio, e anzi chiederà un assetto di governo che, in qualche modo, tenga buono Berlusconi; sennò punterà dritto sul voto a ottobre;
4) per Di Maio la trattativa si fa più complicata, perchè “l’impresentabile” sta già sventolando in mondovisione la sua sentenza di “riabilitazione”.
E il leader pentastellato si troverà in una difficile posizione: o concede qualcosa di più al centrodestra, oppure riprogramma il suo tour per prepararsi al voto in autunno, con la consapevolezza che avrà sulle spalle un negoziato fallito e una destra che, a occhio, sarà ancora più forte.
(da “HuffingtonPost”)
Leave a Reply