Maggio 7th, 2021 Riccardo Fucile
“CIRCOLAZIONE VARIANTI RICHEDE ANCORA CAUTELA”
L’Italia diventa sempre più gialla e nessuna regione dovrebbe essere rossa. La Valle d’Aosta, l’unica ancora a rischio alto, dovrebbe diventare arancione. Stesso colore per la Sicilia. Verso un cambio per Calabria, Puglia e Basilicata che dovrebbero passare dall’arancione al giallo. Incerta ancora la situazione per la Sardegna.
Le decisioni, sulla base dei dati della cabina di regia verranno prese dal ministro della Salute Roberto Speranza con le ordinanze delle prossime ore, con effetto da lunedi prossimo.
“Si osserva un miglioramento generale del rischio, con nessuna Regione a rischio alto”, si legge nel report dell’Istituto superiore di sanità, secondo cui “sei Regioni e Province autonome hanno una classificazione di rischio moderato (di cui una, Calabria, ad alta probabilità di progressione a rischio alto nelle prossime settimane) e 15 Regioni e Province autonome che hanno una classificazione di rischio basso”. “Una Regione (Molise) e una Provincia Autonoma (Bolzano) hanno un Rt puntuale maggiore di 1, ma con il limite inferiore sotto l’uno. Tutte le Regioni e Province autonome hanno una trasmissibilità compatibile con uno scenario di tipo uno”.
L’incidenza ”è in lenta diminuzione ma ancora elevata per consentire sull’intero territorio nazionale una gestione basata sul contenimento ovvero ull’identificazione dei casi e sul tracciamento dei loro contatti. Di conseguenza, è necessario continuare a ridurre il numero di casi anche attraverso le misure di mitigazione volte a ridurre la possibilità di aggregazione interpersonale e proseguire la campagna vaccinale per raggiungere rapidamente elevate coperture nella popolazione”.
Nel dettaglio, il monitoraggio indica come questa settimana continua il calo nell’incidenza settimanale (127 per 100.000 abitanti rispetto a 146 per 100.000 abitanti della precedente settimana).
“Sebbene la campagna vaccinale progredisca sempre più velocemente, complessivamente – sottolineano gli esperti Iss – l’incidenza resta elevata e ancora lontana dai livelli (50 per 100.000) che permetterebbero il contenimento dei nuovi casi”.
La pressione sui servizi ospedalieri ”è in diminuzione sebbene rimanga ancora oltre la soglia critica in alcune Regioni e province autonome”. Nel dettaglio “scende il numero di Regioni e Province autonome che hanno un tasso di occupazione in terapia intensiva e/o aree mediche sopra la soglia critica (5 Regioni contro 8 della settimana precedente). Il tasso di occupazione in terapia intensiva a livello nazionale è sotto la critica (27%), con una diminuzione nel numero di persone ricoverate che passa da 2.748 (27 aprile) a 2.423 (4 maggio)
Il tasso di occupazione in aree mediche a livello nazionale scende ulteriormente ed è sotto la soglia critica (29%). Il numero di persone ricoverate in queste aree passa da 20.312 (27 aprile) a 18.176 (4 maggio).
L’Iss segnala che “l’ormai prevalente circolazione in Italia della variante B.1.1.7 (nota come variante inglese) e la presenza di altre varianti che possono eludere parzialmente la risposta immunitaria, richiede di continuare a mantenere particolare cautela e gradualità nella gestione dell’epidemia”.
(da agenzie)
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Maggio 6th, 2021 Riccardo Fucile
STONA LO SLOGAN “GIU’ LE MANI DAL MERCATO, NON TOCCATE I BREVETTI”
“I brevetti non vanno toccati, giù le mani dal libero mercato”. La prima reazione, di pancia, di tanti editorialisti e politici liberali e liberisti di fronte alla decisione di Biden di sospendere la proprietà intellettuali dei vaccini anti-Covid è di sdegno.
Ma come tutte le reazioni istintive, nel giro di mezz’ora si dimostra miope e fallace. Perché sospendere i brevetti, oggi, maggio 2021, dopo 15 mesi di pandemia, non solo è una decisione giusta ma soprattutto è giusta prerogativa di uno stato liberale. Insomma, qui non c’entra nulla la solita polemica fra stato e mercato, fra socialismo e capitalismo.
Qui non c’è nessun tentativo di castrare la libera iniziativa economica né assoggettare il privato al pubblico. E il fatto che la storica decisione venga proprio dagli Stati Uniti, patria del business più sfrenato e del mito del self made man, dovrebbe far riflettere, o quanto meno consigliare reazioni meno ideologiche e più ancorate al reale. Più buon senso, meno manuali teorici.
Del resto il cuore della questione è spiegato bene dalle poche parole con cui la rappresentante Usa per il commercio Katherine Tai ha spiegato il perché della scelta americana.
“Si tratta di una crisi sanitaria mondiale e le circostanze straordinarie della pandemia invocano misure straordinarie”. L’America ha ancora una volta insegnato al mondo come qualsiasi ideologia, applicata in maniera ortodossa e ottusa, sia parte del problema e non la soluzione.
Viviamo in uno stato d’eccezione da più di un anno e come succede in casi come questi lo stato liberale e un sistema economico capitalista hanno il dovere di perseguire accanto al tornaconto del singolo il bene comune, laddove parliamo del bene comune per eccellenza e cioè la Salute.
Senza scomodare il vecchio detto hobbesiano primum vivere, deinde philosophari, la pandemia ha costretto gli stati a dover garantire il più elementare dei diritti, quello alla sopravvivenza, e gli stati liberali non fanno eccezione.
Del resto le democrazie occidentali hanno già dovuto fare i conti con massicce dosi di restrizione di libertà individuali a causa del Covid: lockdown e limiti alla circolazione ne sono il perfetto esempio.
Purtroppo i sostenitori del libero mercato a tutti i costi, che si ergono a difesa dei profitti di Big Pharma in quanto proprio quei profitti giustificano i massicci investimenti privati in ricerca e sviluppo, sono oggi fuori tempo.
Quando basterebbe andare a rileggere la filosofia di un vecchio economista di cultura profondamente liberale e strumentalmente marchiato come socialista, John Maynard Keynes, per capire come Stato e mercato possono coesistere, senza che il primo schiacci il secondo, soprattutto in tempi straordinari come quelli che stiamo vivendo. Stato che in tempi di crisi ha l’obbligo d’intervenire per proteggere la società, sostenendo la domanda, facendo investimenti pubblici, accettando di fare “debito buono” come direbbe Draghi – altro profondo liberale – e, perché no, sospendendo i diritti di proprietà intellettuale per salvare quante più vite possibile.
Peraltro non va dimenticato che le varie Pfizer, Moderna, AstraZeneca e J&J sono riuscite a dare dei vaccini efficaci in tempi brevissimi non solo per la prospettiva della giusta ricompensa al rischio d’impresa, e cioè la generazione di utili, ma anche perché i tanti vituperati Stati hanno messo sul piatto miliardi di soldi pubblici.
L’ho ha fatto l’ex presidente Trump con l’operazione “Warp Speed”, grazie alla quale Moderna, Astrazeneca e Johnson&Johnson sono riuscite ad assicurarsi finanziamenti per diversi miliardi di dollari.
L’ho ha fatto la Merkel con i 350 milioni di euro dati a Biontech, partner di Pfizer, a cui vanno aggiunti altri 100 milioni elargiti dalla Banca europea degli investimenti. Insomma, quello dei vaccini finora è un caso virtuoso di rapporto fra pubblico e privato, fra diritto alla salute e iniziativa economica privata. Per una volta l’articolo 32 della Costituzione italiana non ha fatto a pugni con l’articolo 41. Perché rompere l’incantesimo proprio ora urlando fuori sincrono lo slogan “giù le mani dai brevetti”?
(da Huffingotnpost)
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Maggio 6th, 2021 Riccardo Fucile
USA VOGLIONO SOSPENDERE I BREVETTI SUI VACCINI ANTI-COVID… OMS: “SVOLTA STORICA”… DELUSE LE BIG PHARMA
L’annuncio degli Stati Uniti di essere a favore della sospensione dei brevetti per i vaccini anti Covid-19, allo scopo di accelerare la produzione e la distribuzione delle dosi nel mondo, ha ricevuto commenti contrastanti. Con l’Oms che parla di “svolta storica” mentre le Big Pharma fanno emergere la loro delusione. L’Unione europea dal canto suo si dice pronta a discutere la proposta americana.
Von der Leyen: “Pronti a discutere la proposta Usa”. “L’Ue è pronta a discutere qualsiasi proposta che affronti la crisi” del Covid “in modo efficace e pragmatico. Questo è il motivo per cui siamo pronti a discutere di come la proposta degli Stati Uniti per una deroga alla protezione della proprietà intellettuale” dei brevetti “per i vaccini Covid potrebbe aiutare a raggiungere tale obiettivo”. Così la presidente della Commissione europea, Ursula Von der Leyen, nel suo intervento sullo stato dell’Unione.
I leader Ue discuteranno della condivisione dei vaccini, compresa “la rinuncia al Trips”, l’accordo internazionale a tutela della proprietà intellettuale, in occasione del vertice informale al via domani a Porto, annuncia su Twitter il presidente del Consiglio europeo, Charles Michel, aggiungendo che “l’Ue è pienamente impegnata ad eliminare ogni barriera che ostacoli la lotta globale al Covid-19″.
“Tutti i Paesi devono consentire l’esportazione ed evitare di interrompere le catene di approvvigionamento. Dobbiamo sviluppare la capacità di produzione globale con il sostegno finanziario dell’Ue per i partner in via di sviluppo”.“Ora che la produzione di vaccini sta per centrare i nostri obiettivi, è tempo di aprire, come pianificato, una nuova fase: affrontare la questione dei brevetti per aumentare la produzione globale negli anni a venire” scrive su Twitter il commissario europea al Mercato interno, Thierry Breton, aggiungendo che “l’Ue continuerà ad esportare nel mondo” e invitando “gli altri Paesi produttori a fare lo stesso”.
Mario Draghi: “I vaccini sono un bene comune globale”. Il presidente del Consiglio Mario Draghi commenta la proposta di Biden dicendo che “i vaccini sono un bene comune globale. È prioritario aumentare la loro produzione, garantendone la sicurezza, e abbattere gli ostacoli che limitano le campagne vaccinali”. Roberto Speranza scrive su Fb che “la svolta di Biden sul libero accesso per tutti ai brevetti sui vaccini è un importante passo in avanti. Anche l’Europa deve fare la sua parte. Questa pandemia ci ha insegnato che si vince solo insieme”.
La Germania ha dato la disponibilità a discutere, mentre Emmanuel Macron si è detto “del tutto favorevole” alla proposta di Joe Biden. Intanto la Russia, annuncia Vladimir Putin, è pronta a sostenere l’idea di eliminare la protezione dei brevetti dai vaccini contro il coronavirus.
Federazione aziende farmaco: “Usa deludenti sui brevetti”. La posizione del governo Usa, annunciata dal presidente Biden, che si schiera per la sospensione temporanea dei brevetti dei vaccini anti-Covid, è “deludente”. È la presa di posizione dell’Ifpma, la Federazione internazionale dei produttori e delle associazioni farmaceutiche. “Nel mezzo di una pandemia mortale, l’amministrazione Biden ha preso la decisione senza precedenti di minare la nostra risposta globale alla pandemia e compromettere la sicurezza”, afferma Stephen Ubl, presidente e ceo di Pharmaceutical Research and Manufacturers of America.
Oms: “Momento monumentale”. Per il direttore generale dell’Oms, Tedros Adhanom Ghebreyesus, si tratta di un “momento monumentale nella lotta contro il Covid-19”, “un esempio potente della leadership degli Stati Uniti per affrontare le sfide sanitarie globali”. Il segretario generale dell’Onu Antonio Guterres “plaude al sostegno senza precedenti degli Usa” alla revoca delle protezioni della proprietà intellettuale per i vaccini anti-covid. Ciò “offre ai produttori l’ opportunità di condividere sapere e tecnologia che consentiranno l’espansione dei vaccini prodotti localmente e di aumentare in modo significativo la fornitura al Covax”. “Dobbiamo poi garantire che i Paesi dispongano dei materiali necessari a produrre i vaccini”, ha aggiunto ribadendo che “nessuno sarà al sicuro dal virus finché non saremo tutti al sicuro”.
Msf: “Decisione coraggiosa”. Dagli Usa arriva la voce di Medici senza frontiere: “MSF plaude alla decisione coraggiosa del governo degli Stati Uniti di sostenere la sospensione temporanea dei brevetti e dei diritti di proprietà intellettuale sui vaccini Covid-19 durante questo periodo di necessità globale senza precedenti. È fondamentale che questa rinuncia sospensione non si applichi solo ai vaccini, ma riguardi anche i farmaci e i test diagnostici in modo tale da per aiutare a frenare la diffusione della pandemia, come proposto nell’ottobre 2020”.
(da Huffingtonpost)
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Maggio 3rd, 2021 Riccardo Fucile
“VEDREMO LE CONSEGUENZE DELLE RIAPERTURE A META’ MAGGIO”
Nino Cartabellotta, presidente della Fondazione Gimbe, ai microfoni di ‘L’Italia s’è desta’ su Radio Cusano Campus spiega: “La risalita dell’Rt? Potrebbe essere dovuta a un incremento dei casi tra i bambini tornati a scuola subito dopo Pasqua. Adesso vedremo cosa succederà verso la metà di maggio, quando si valuteranno gli effetti di un’Italia tornata quasi completamente gialla”.
“L’ultimo report dell’Iss rileva una lievissima risalita prevalentemente a carico di 7 Regioni – sottolinea Cartabellotta – difficile dire adesso se questo possa essere motivo di preoccupazione, sicuramente sappiamo che l’indice Rt è il primo indicatore a crescere in caso di risalita dei casi. Adesso si intrecciano due forze, in una sorta di tiro alla fune: da una parte ci sono le ormai poche misure restrittive, i comportamenti delle persone e la campagna vaccinale, dall’altra ci sono i contatti sociali. Tra le due forze bisogna vedere quale prevarrà. Va detto che ci sono ancora le zone a colori, quindi – ricorda Cartabellotta – l’idea delle riaperture irreversibili vale se non ci sarà una ripresa dell’epidemia”.
“C’è un desiderio di libertà che lascia identificare il colore giallo come un liberi tutti – avverte – ma ci vogliono tutte le precauzioni del caso anche perché andiamo incontro all’estate che tutti vorremmo vivere con serenità e che è fondamentale per la ripresa del turismo. La campagna vaccinale aiuta, dobbiamo ricordare che sono state vaccinate soprattutto le fasce più anziane, quindi – conclude il presidente Gimbe – l’impatto a breve termine sarà soprattutto sulle ospedalizzazioni e sulla malattia grave, per vedere un effetto sui contagi bisognerà avere una copertura più ampia”.
(da agenzie)
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Maggio 1st, 2021 Riccardo Fucile
INIZIATE LE PROCEDURE DI SBARCO IN SICUREZZA, CI SONO BAMBINI CHE SONO STATI PICCHIATI DAI LIBICI
E’ approdata al porto di Augusta la Ocean Viking, la nave della Ong Sos
Mediterraee con a bordo 236 migranti. Sono gia’ iniziate le procedure per eseguire i tamponi agli stranieri volte a verificare eventuali positivita’ al Covid.
Successivamente inizieranno le procedure di sbarco sulla nave per la quarantena mentre i minori non accompagnati saranno trasferiti in centri di accoglienza.
Le operazioni di sbarco sono coordinate dalla Prefettura mentre le forze dell’ordine saranno impegnate nelle identificazioni dei migranti, salvati martedi’ scorso mentre si trovavano a bordo di due gommoni.
“Ieri, per la prima volta dopo mesi, una nave della Marina italiana, ha condotto un salvataggio in acque internazionali al largo della Libia. Speriamo che sia solo il primo passo di un rinnovato sforzo europeo e italiano di ricerca e soccorso”, dice Valeria Taurino, direttrice generale di Sos Mediterranee.
La Ong punta l’indice, ancora una volta, sulla situazione in Libia. “Gli esseri umani – spiegano dalla Ong – in Libia approfittano consapevolmente di altri esseri umani intrappolati in condizioni spaventose, che non hanno altra scelta se non quella di intraprendere una pericolosa traversata a bordo di imbarcazioni fragili e inadatte alla navigazione; sono disposti a tutto pur di sfuggire ad un destino di miseria e violenze”
Molti dei sopravvissuti a bordo della Ocean Viking hanno raccontato le violenze che hanno subito in Libia per mano dei trafficanti. Vedendo la fragilità dei gommoni in cui avrebbero dovuto imbarcarsi e le onde alte di quella notte, molti di loro hanno avuto paura ma sono stati picchiati e costretti a salire a bordo.
Tra di loro anche quattro fratelli e sorelle, bambini di 10, 11, 12 e 17 anni, che viaggiavano da soli sono stati percossi dai trafficanti.
(da agenzie)
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Aprile 30th, 2021 Riccardo Fucile
SIAMO IN CODA ALLA CLASSIFICA PER LA PRIMA DOSE, MENO PEGGIO SE SI CONSIDERANO LE DUE DOSI
L’Italia accelera e l’Europa corre. Lo scenario che emerge dall’ultimo report
dell’European Centre for Disease Prevention and Control (ECDC) è una buona notizia a metà per il nostro Paese, proprio ieri capace di sfondare il muro delle 500mila dosi somministrate in un solo giorno ma ancora indietro nella classifica dei grandi Paesi europei.
Lungo la penisola è stata iniettata almeno una dose al 24,8% della popolazione, contro il 29,6% dell’Olanda, il 28,1% della Germania, il 27,6% della Spagna e il 26,7% della Francia.
Meglio di noi stanno riuscendo a fare anche Ungheria, Austria, Slovenia, Belgio, Estonia, Islanda, Malta, Cipro, Danimarca, Finlandia, Islanda, Irlanda, Lituania, Portogallo, Svezia, Norvegia, Liechtenstein, Lussemburgo.
Grecia e Ungheria a parte, che hanno già finito di vaccinare oltre il 20% della cittadinanza, se lo sguardo viene spostato sulla classifica delle doppie dosi già iniettate, le cose vanno meglio: l’Italia, con il suo 10,3%, si posiziona sopra Spagna (10%), Germania (8,6%) e Olanda (7,4%).
GERMANIA.
Il target di mezzo milione di dosi in ventiquattro ore era stato raggiunto dalla Germania una ventina di giorni fa (656.357). Da allora, la campagna vaccinale non ha più subito rallentamenti. Fino al record macinato da Berlino, rivendicato dal ministro della Salute Jens Spahn, non esattamente il politico più amato di Germania: “Per la prima volta abbiamo vaccinato in un giorno oltre l′1% della popolazione”. Per la precisione, 1,1 milioni di dosi somministrate mercoledì 28 aprile, tra le 730mila inoculate nei vari studi dei medici di famiglia che hanno garantito il cambio di passo nel Paese, e le circa 360 mila nei centri dei Laender. Spahn ha promesso che i minori riceveranno la prima dose “al più tardi al termine dell’estate”, previa approvazione dell’Ema del vaccino Pfizer su questa fascia d’età.
FRANCIA
I francesi sono partiti lentissimi nella campagna vaccinale, ora stanno recuperando terreno. “Stiamo mettendo tutte le risorse necessarie per vaccinare, vaccinare, vaccinare: senza sosta, senza giorni festivi”. Era inizio aprile quando il presidente della Repubblica Emmanuel Macron aveva assicurato alla Nazione che il cambio di passo fosse lì, pronto per essere compiuto. “In totale, 250 mila tra medici, farmacisti, pompieri, infermieri e veterinari sono pronti a contribuire a questo grande sforzo”. Parole a cui si è dato un seguito, perché in Francia le 500mila somministrazioni giornaliere sono una meta già raggiunta nella prima metà di aprile, con farmacie e studi medici adibiti a centri vaccinali.
Il tutto con una campagna vaccinale fortemente emotiva, condizionata dalla decisione del ministro Olivier Veran di riservare AstraZeneca solo agli over55, generando così sfiducia tra la popolazione. La sterzata alla campagna vaccinale, poi, è arrivata anche grazie alla volontà di Parigi di allungare il periodo che intercorre tra una dose e l’altra, portandolo da 28 a 42 giorni. Così oggi il presidente Macron lancia l’appuntamento per metà giugno, da quando per tutti i maggiorenni sarà possibile prenotarsi.
SPAGNA.
A Berlino e Parigi fa eco Madrid, dove il mezzo milione non è stato raggiunto, ma ieri è stato registrato il record di 460mila. In Spagna la campagna di vaccinazione varia da regione a regione e, come sottolinea El Pais, questo è un elemento che ci è utile per misurare la velocità di immunizzazione anche se rimane difficile fare raffronti. Il primo ministro Pedro Sanchez ha ribadito l’impegno del governo di immunizzare il 90% della popolazione entro l’anno, specie quando le dosi a disposizione aumenteranno. Oltre al vaccino spagnolo (HIPRA), che inizierà i test finali a giugno, “tra aprile e settembre arriveranno 87 milioni di dosi, quindi copriremo quest’anno tutti i cittadini, dovunque si trovino”, assicura Sanchez.
Già, il numero delle dosi. Nei paesi dell’Unione europea, che ha appena portato in tribunale AstraZeneca per non aver rispettato le consegne da contratto, secondo il rapporto Ecdc al momento è la Germania ad aver ottenuto il maggior numero di dosi, pari a oltre 29 milioni e 600 mila. Seguono sul podio la Francia (22 milioni e 335mila), l’Italia (20 milioni e 238mila). Quarta la Spagna, con poco meno di 15 milioni di dosi.
(da agenzie)
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Aprile 30th, 2021 Riccardo Fucile
LA MEDIA SETTIMANALE E’ DI 380.000 DOSI, FIGLIUOLO DIA I NUMERI ESATTI, BASTA CON LA POLITICA DEGLI ANNUNCI
Il commissario straordinario all’emergenza Covid, Francesco Paolo Figliuolo, ha
annunciato nel corso della trasmissione televisiva Porta a Porta di ieri che è stato raggiunto il target di 500mila somministrazioni al giorno di vaccini anti-Covid.
Un risultato rivendicato anche dal ministro della Salute Roberto Speranza, che ha parlato di “un gran lavoro di squadra”.
Effettivamente, nella giornata di ieri sono state somministrate 497.993 dosi di vaccino, per cui si è andati vicini all’obiettivo che era stato fissato.
Tuttavia, come invita a riflettere il ricercatore dell’Ispi Matteo Villa, parlare di 500mila dosi di vaccino in un giorno è ben diverso dalle 500mila dosi di vaccino al giorno cui aspira l’Italia.
“Non è così”, spiega il ricercatore in un tweet, citando le parole di Figliuolo e mostrando il grafico del numero di vaccinazioni giornaliere.
“In realtà siamo intorno alle 380.000 dosi al giorno (in salita). Felice per questo traguardo simbolico. Ma l’obiettivo *continuativo* di 500.000 dosi è lontano, e non si fa un gran servizio ad annunciarlo ora”.
Come spiega Villa, infatti, per capire quante dosi fa attualmente l’Italia “al giorno”, non bisogna prendere le dosi somministrate in una sola data, ad esempio la giornata di ieri, ma la media mobile settimanale. “Ieri potremmo avere superato le 500.000 somministrazioni al giorno ma, per esempio, domenica ne abbiamo fatte 265.000”, spiega il ricercatore.
“Continuare con la politica degli annunci simbolici, poi disattesa dai fatti, non è un buon servizio alla popolazione, mai”, prosegue Villa in un altro tweet.
“Meglio spiegare perché abbiamo mancato l’obiettivo delle 500.000 dosi/giorno al 21 aprile e, insieme, perché NON è grave per l’Italia”. E aggiunge: “A 500.000 *al giorno* NON arriveremo presto. Questo non riguarda chi si sta occupando della campagna, ma l’arrivo o meno delle dosi previste”, precisa.
(da agenzie)
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Aprile 28th, 2021 Riccardo Fucile
BEN LONTANI DAI 500.000 PROMESSI
Meno di ventiquattr’ore alla resa dei conti. Sì, perché domani scatta di d-day. Il
giorno di scadenza per centrare l’obiettivo dichiarato – ma più volte rimandato – dal commissario all’emergenza Covid, Francesco Paolo Figliuolo: tagliare il traguardo delle 500mila vaccinazioni in un giorno
Missione che per il generalissimo, ingaggiato proprio con l’obiettivo di trasformare la campagna vaccinale una vera e propria macchina da guerra in grado di condurre il Paese all’agognata meta dell’immunità di gregge, si è rivelata finora impossibile.
Anche perché il robusto ottimismo della volontà del commissariato all’emergenza si scontra con il pessimismo della realtà delle dosi centellinate, che costringono diverse Regioni a rallentare. A poco è servito il petto in fuori del generalissimo con i ritardi ed i tagli annunciati dalle case farmaceutiche.
AstraZeneca, come sempre, arriva in ritardo e con tagli annunciati all’ ultimo minuto, ma anche Johnson & Johnson non decolla e fa arrivare nei depositi meno dosi del previsto.
Nonostante questo, l’obiettivo dei 500mila vaccinati al giorno è slittato ma resta confermato e, anzi, c’ è una data e un numero preciso: se tutto andrà come previsto, oggi si dovrebbero superare abbondantemente le 400mila dosi al giorno, mentre domani, giovedì 29 aprile, il numero di vaccini inoculati dovrebbe arrivare a 504.484.
È ottimista anche il ministro della Salute, Roberto Speranza: “Sono fiducioso. I nostri numeri sono allineati ai maggiori Paesi dell’Ue. Ora siamo nelle condizioni di accelerare. L’obiettivo dei 500mila vaccini al giorno è alla nostra portata”.
Nonostante tutto l’ottimismo l’ambizioso obiettivo di Figliuolo non sarà facile da raggiungere. Almeno a guardare la serie degli ultimi dati giornalieri sulle vaccinazioni.
Nell’ultima settimana, infatti, abbiamo viaggiato ad una media che si attesta attorno ai 339.623 vaccini giornalieri. Con picchi di circa 390 mila somministrazioni il 22 e 23 aprile (rispettivamente 391.335 e 395.032), ma anche con giornate nere come quella di ieri, con appena 245.851 dosi iniettate.
Giocata d’azzardo del generale
Davvero ben lontani dai 500mila al giorno previsti. Certo è che ad incidere sono soprattutto le forniture. Entro il 5 maggio, ha fatto sapere Figliuolo nei giorni scorsi, sono attese in Italia ben cinque milioni di dosi. La struttura per l’emergenza non specifica con esattezza i quantitativi e la provenienza, per evitare di dover poi rettificare in corsa a causa dei cambi di programma, imposti spesso soprattutto da AstraZeneca. Per inciso: copione già visto.
Saranno distribuite oggi 2,2 milioni di dosi Pfizer, un buon quantitativo, superiore a quanto preventivato. Per vedere AstraZeneca, salvo ulteriori cambi di programma, occorrerà aspettare il 3 maggio. E di dosi ne arriveranno 1,8 milioni.
Molto meno, e meno del previsto, i vaccini di Johnson & Johnson che saranno appena 150 mila. Secondo i contratti in essere dovrebbero arrivare da aprile a giugno 10 milioni di dosi di AstraZeneca, una ventina di milioni di Pfizer, 7,3 di Johnson & Johnson, 7,3 del nuovo Curevac e 4,6 di Moderna.
Non poco, se tutto andrà come deve, con più di un’incognita, però, sui tempi. Per AstraZeneca, per esempio, avendo un richiamo lungo a 12 settimane, cominceranno a maggio le inoculazioni delle seconde dosi per chi ha già avuto la prima.
La Lombardia, non avendo richiami a sufficienza, ha sospeso le prime dosi di AstraZeneca. E del resto sono diversi gli elementi che rallentano la corsa del vaccino anglo-svedese.
Nell’ultima settimana la media è stata di 339mila
A parte i quantitativi a scartamento ridotto, resta ancora la raccomandazione a usarlo per gli over 60. E c’è un dato che, oltre ai timori per i rarissimi casi di effetti collaterali, potrebbe far decrescere la richiesta: se per andare in vacanza in alcuni luoghi fosse richiesta la vaccinazione completa, essendo previsto un intervallo di 12 settimane, chi ottenesse la prima dose ai primi di maggio avrebbe la seconda solo ad agosto e prima non potrebbe partire. J&J ha lo stesso problema del tetto per gli under 60, ma ha un grande vantaggio: è monodose.
Il Lazio attende che aumenti la fornitura, perché a questo vaccino ha riservato il canale delle farmacie. Ma sono mille e, anche ipotizzando un numero minimo di venti vaccinazioni al giorno, ne servirebbero 20 mila al giorno. E alla Regione ne stanno per arrivare solo 15 mila, meno della prima fornitura. Ancora nessuna notizia, invece, di Curevac, nuovo vaccino a Rna messaggero, di cui è prevista una fornitura superiore a quella di Moderna.
(da La Notizia)
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Aprile 27th, 2021 Riccardo Fucile
“ME NE OCCUPERO’ DA LONTANO”… FONTANA CERCA DI TAMPONARE: “CONTINUERA’ A LAVORARE PER LA REGIONE”
Guido Bertolaso tornerà presto a Roma perché considera conclusa la sua
missione in Lombardia. Secondo quanto riporta il Corriere della Sera, il consulente della Regione avrebbe comunicato la sua decisione venerdì scorso ad Attilio Fontana.
“La macchina è organizzata, gli hub massivi funzionano. A un certo punto che credo che Bertolaso non serva più”, aveva detto ieri Bertolaso a Quarta Repubblica.
Questa la versione ufficiale. “Bertolaso è servito all’inizio per dare una mano. Finalmente potrà dedicarsi ad altro”, ha detto lui, sempre ieri sera, su Rete4.
La Lombardia “è assolutamente in grado da sola di andare avanti, io ho altro progetti che intendo portare avanti”.
Secondo quanto trapela, l’intenzione di Bertolaso sarebbe quella di riposare, insieme alla famiglia, dopo questi mesi di lavoro piuttosto intensi e stressanti. Quando si è parlato di lui come futuro sindaco di Roma, candidatura per cui il centrodestra non ha ancora trovato una sintesi, il medico ed ex capo della Protezione civile ha sempre declinato.
Bertolaso è stato chiamato per coordinare la campagna in Lombardia a fine gennaio.
“Il lavoro sta proseguendo, di Bertolaso abbiamo ancora bisogno, quindi sono assolutamente convinto che continueremo a lavorare perché è un progetto, quello della vaccinazione, assolutamente importante e rilevante”, ha detto a questo riguardo il presidente della Lombardia, Attilio Fontana.
(da agenzie)
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