CHI E’ DI DESTRA NON STARA’ MAI CON SALVINI E LA MELONI: NON FACCIAMO FAVORI A RENZI
UN CENTRODESTRA DA RISERVA INDIANA SERVE SOLO AI POLTRONISTI… LA VERA DESTRA INCENDIARIA SAREBBE ANDATA IN PIAZZA DEL POPOLO PER DEMOLIRE IL PALCO
Iniziamo questa analisi da un semplice confronto: alle ultime elezioni (quelle europee) il centrodestra ha avuto complessivamente il 26,7%, composto dal 16,8% di Forza Italia, dal 6,2% della Lega e dal 3,7% di Fratelli d’Italia.
A distanza di un anno la media di dieci sondaggisti, pubblicata oggi da Termometro politico, certifica che il centrodestra avrebbe il 30,6%, composto dal 14,1% della Lega, dal 13,4% di Forza Italia e dal 3,1% di Fratelli d’Italia.
Pur in circostanze favorevoli, quindi, un aumento contenuto del 3,9%.
Il centrosinistra che alla europee aveva visto il boom del Pd con un 40,8% e con la Lista Tsipras al 4%, ora è dato al 42% (con il Pd al 38,7% e Sel al 3,3%), in leggero calo di 2,8 punti.
Giusto per completezza segnaliamo che il M5S è passato dal 21,1% al 18,2% di media.
Questo prima visione d’insieme dimostra due cose: in primis che il divario tra questo centrosinistra e “questo” centrodestra è di oltre 11 punti, in secondo luogo che questo centrodestra a trazione leghista al massimo vincerà la coppa del nonno a Topolinia.
Ovvero servirà allo scopo di assicurare qualche bella poltrona di deputato a qualche congiunto di Salvini e cognato d’Italia, non certo a scalzare Renzi e il Pd da palazzo Chigi per i prossimi dieci anni.
Non solo infatti non si recupera il popolo dei moderati, ma neanche si scalfisce l’elettorato deluso di destra, visto che la percentuale di astensionisti rimane la stessa.
Risulta evidente a qualsiasi cervello funzionante che andare dietro ai deliri xenofobi di Salvini è solo una perdita di tempo e un favore a Renzi che, in una campagna elettorale futuribile nel 2018, asfalterà il “sistemamogli” in un amen, sempre che il padano sia ancora a piede libero.
Chi si stupisce di tale ipotesi farebbe bene a ricordare che medesimo stupore hanno provato anni fa i nostri lettori quando dicevamo cose analoghe sulle abitudini di Bossi e compagni di merende e sui maneggi di Belsito.
Ma veniamo a quell’operazione in corso, a cura di Fratelli d’Italia per interposta signora Alemanno, che si chiama “Prima l’Italia”.
Le ultime news in proposito sono contenute in un’analisi che la signora Alemanno ha diffuso in un comunicato stampa, peraltro intelligente e insinuante, dopo la manifestazione flop di Piazza del Popolo.
Da un lato infatti si prendono le distanze dalle corbellerie di Salvini, dall’altro si invita ad allearsi lo stesso con la Lega.
Per la prima parte si legge: “Quella di ieri era una bella piazza, ma non nostra. Ci ha colpito l’assenza di bandiere nazionali, salvo quelle portate da Casapound; la visione di un palco in cui c’erano più tricolori russi che italiani; l’insistenza di Salvini nel parlare di “Italie” al plurale e non di “Italia” unita e indivisibile, Ma, soprattutto, ci ha colpito la riedizione della polemica del “cittadino” contro lo “Stato”, confondendo ancora una volta lo Stato nazionale con lo statalismo e l’oppressione fiscale. Come si fa a difendere la sovranità nazionale di fronte a Bruxelles e di fronte alla globalizzazione senza uno Stato-Nazione che la incarni e la eserciti?“.
Considerazioni scontate per cui non sarebbe stato necessario attendere il verbo di Salvini in piazza del Popolo e sufficienti per recarvisi solo allo scopo di demolire il palco e inseguire coi forconi fino ad Ostia Lido i pataccari padani.
Ma questa prima parte ha lo scopo di “ammorbidire” chi non vuole morire in camicia verde, dopo aver evitato il decesso da democristiani.
Ecco la seconda parte che riporta all’ordine: “la piazza di ieri ci ha dimostrato che Matteo Salvini può e deve essere un alleato, ma la Lega e i suoi affiliati non possono essere la nostra Casa comune. Possiamo e dobbiamo essere complementari con l’amalgama che si sta creando attorno a Matteo Salvini”.
Fino a sbulaccare completamente nell’umorismo: “di Matteo Salvini ci piace la forza con cui mette in discussione il “politicamente corretto”, il coraggio con cui sfida l’eurocrazia di Bruxelles e i poteri forti della globalizzazione”.
Come quando è scappato a gambe levate a Bologna?
Insomma un gran rivoluzionario della pagnotta.
E poi la marchetta: “ci sono persone e comunità di destra che si sono rifugiate nel limbo del non voto e del rifiuto della politica. Dobbiamo richiamarle a noi senza trascurare di difendere fino in fondo le insegne di Fdi-An alle ormai prossime elezioni regionali“.
In pratica, al di là delle sparate demagogiche, si rendono conto che il progetto di vendere la destra a Salvini non convince milioni di elettori di area, come non li convince una destra razzista e anti-europea, la classica becero destra contro la quale Pino Rauti (e non solo) spese una vita.
E cercano di aggregare quache ingenuo per poi presentarsi a Salvini con un portafoglio clienti ingrossato.
Alla faccia della tanto declamata “sovranità “,
Qua siamo ai saldi di stagione, all’accattonaggio molesto e ai travisamenti ideologici.
Lunga vita a Renzi? No grazie, la destra sociale del futuro è altra cosa.
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