CHI E’ IL NUOVO MINISTRO DELLA CULTURA, ALESSANDRO GIULI: PRIMI ANNI ‘90, UN’AQUILA FASCISTA TATUATA SUL PETTO, MOLLÒ I CAMERATI DEL FRONTE DELLA GIOVENTÙ, RITENUTI MAMMOLETTE, PER FONDARE MERIDIANO ZERO, GRUPPUSCOLO DI ESTREMA DESTRA
LO RITROVIAMO ANNI DOPO ANONIMO GIORNALISTA DI “LIBERO” E “IL FOGLIO” CHE NEL 2018 SI RIVOLGEVA A BANNON AD ATREJU, LODAVA PUTIN DEFINENDOLO ‘’UN PATRIOTA’’ COME TRUMP… IN RAI INANELLA UNA TRASMISSIONE PIU’ FLOP E STRAMPALATA DELL’ALTRA… LUI SOGNA RAI CULTURA MA LE SORELLE MELONI LO SPEDISCONO ALLA PRESIDENZA DEL MUSEO MAXXI DI ROMA, PUR NON DISTINGUENDO LA CORNICE DAL QUADRO
E dire che una volta, primi anni ‘90, c’era il prode camerata Alessandro Giuli, un’aquila fascista tatuata sul petto, che abbandonò il Fronte della Gioventù missina, schifato come mammoletta revisionista, per marciare per le strade di Roma al passo dell’oca nelle file di Meridiano Zero, gruppuscolo di estrema destra che si rese protagonista di violenti scontri contro i movimenti di estrema sinistra.
Passano gli anni, calzato gilè damascato e sorriso prestampato, ritroviamo Giuli anonimo giornalista politico di ‘’Libero’’, poi vice direttore die ‘’Il Foglio’’ spacciato per raffinatissimo intellettuale di destra da Giuliano Ferrara, ma quando l’Elefantino gli preferisce Claudio Cerasa come direttore, Giuli gira i tacchi e si mette a condurre trasmissioni su Rai2, una più fallimentare e strampalata dell’altra.
Ma, una volta sbarcata la destra a Palazzo Chigi, mentre la sorella Antonella diventa la portavoce del ministro cognato Lollobrigida, lui sogna di diventare il direttore di Rai Cultura. Ma quando Giorgia Meloni scopre di non avere intorno una classe dirigente né competente né adeguata, e allora gli fa riempire il frigorifero di casa ordinando al ministro della Cultura Gennaro Sangiuliano di nominarlo alla presidenza del museo d’arte contemporanea Maxxi di Roma.
Al Maxxi si fa subito notare per non distinguere una cattedrale gotica da Le Corbusier, una cornice dal quadro, un vermissage da un negozio di vernici. E allora dà il via a tanti dibattiti e presentazioni di libri (tipo quello con protagonista il pene esagitato di Sgarbi), ottimi per allacciare una rete di relazioni in modalità amichettismo, ma di inaugurazioni di mostre di arte contemporanea si ne vedono pochissime.
Quando l’azzimata testa d’uovo della destra al governo viene incaricata di mettere in scena una mostra su Tolkien, caro alla Ducetta di Colle Oppio viene assalito dal pensiero: che ci espongo, io, di un romanziere al museo architettato da Zaha Hadid? E dà subito una dimostrazione di essere più abile di una biscia per smarcarsi dalla minchiata del progetto: Ministro, il Maxxi è troppo mini, ci vogliono le sale di una grande museo come lo Gnam, la Galleria d’arte moderna di Villa Borghese.
E così, il Bombolo Sangiuliano passa l’incombenza alla direttrice della Gnam, Cristina Collu, che di fantasy se ne intende, basti vedere come ha ridotto le sale del museo durante il suo mandato. E Giuli continua a far salotto nelle sale del Maxxi aspettando che l’abusivo partenopeo e parte-pompeiano si tolga dai cojoni. E ci voleva Maria Rosaria Boccia per farlo contento.
(da Dagospia)
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