CHI PARLA DI FLAT TAX PRENDE SOLO PER I FONDELLI
ECCO COSA SUCCEDEREBBE: UN BUCO DA 100 MILIARDI
Il sito Lavoce.info ha analizzato tecnicamente la proposta di Lega e Forza Italia sulla Flat Tax: l’autore dell’articolo, Francesco Daveri, stima in 100 miliardi le minori entrate fiscali.
Che, tradotto, significa bancarotta o azzeramento dei servizi, specie per le fasce più deboli
Nell’Italia che ha smesso di crescere da troppi anni sotto il peso di un carico fiscale intollerabile la flat tax sembra l’uovo di Colombo.
Ma le proposte di flat tax non sono state per ora corredate di numeri.
Eccone qualcuno usando i dati del 2012.
Lo Stato italiano oggi incassa 163 miliardi dall’Irpef, a partire da cinque aliquote di imposta (23, 27, 38, 41 e 43 per cento) e da un reddito imponibile dichiarato di 800 miliardi di euro.
Prima di calcolare la tassa, dal reddito imponibile si tolgono varie voci, la principale delle quali (la cosiddetta no tax area) vale fino a 8mila euro per i lavoratori dipendenti e un po’ meno per le altre categorie di contribuenti.
Oltre all’imposta sui redditi personali, c’è anche quella sui redditi di impresa (Ires) che dà entrate per 40 miliardi a partire da aliquote di imposta del 27,50 per cento a partire da redditi societari dichiarati pari a 155 miliardi.
La flat tax al 20 per cento (proposta di Forza Italia) sarebbe da applicare al reddito imponibile netto, cioè calcolato sottraendo dagli 800 miliardi di reddito lordo la parte corrispondente alla no tax area fino a 13mila euro.
I dati dell’Agenzia delle Entrate sulla distribuzione dei contribuenti per livello di reddito indicano che poco più del 60 per cento attesta un reddito di 13mila euro o più, mentre gli altri dichiarano meno di quella somma e quindi godrebbero solo parzialmente dello sconto di imponibile.
Da un calcolo approssimativo si ricava così che l’entità complessiva delle deduzioni derivanti dalla no tax area a 13mila euro sarebbe di 417 miliardi.
L’imponibile Irpef netto sarebbe di 383 miliardi (800 meno 417) che — tassati al 20 per cento — porterebbero le entrate Irpef a 76,6 miliardi, cioè 86,4 miliardi di euro in meno rispetto agli attuali 163.
Per i redditi societari, l’aliquota del 20 per cento porterebbe lo Stato a incassare 31 miliardi dall’Ires (0,2 per 155 miliardi), con una perdita di gettito pari a 9 miliardi rispetto a oggi. In tutto, con la flat tax di Forza Italia le entrate da Irpef e Ires arriverebbero a 107,6 miliardi.
Verrebbero quindi a mancare 95,4 miliardi di entrate rispetto agli attuali 203 miliardi.
Nel caso della proposta della Lega, i conti sono più semplici.
Con 60 milioni di residenti, la deduzione di 5mila euro pro capite porta a una riduzione di reddito imponibile per 300 miliardi di euro, abbassando il reddito imponibile Irpef a 500 miliardi.
Le entrate dalla flat tax sui redditi personali sarebbero di 75 miliardi di euro (0,15 per 500) contro gli attuali 163.
Se a questi si aggiungono i 23,25 miliardi dell’Ires (da 155 miliardi di imponibile con aliquota al 15 per cento), si arriva a un totale di 98,25 miliardi di entrate complessive. Con la flat tax della Lega mancherebbero cioè 104,75 miliardi rispetto alle entrate attuali di Irpef e e Ires.
Per riassumere, non si sbaglia di molto se si conclude che le proposte di flat tax di Berlusconi e Salvini porterebbero un minor gettito di circa 100 miliardi a parità di base imponibile.
IL RECUPERO DELL’EVASIONE
Come cambierebbero i calcoli se, grazie alla flat tax, davvero emergesse l’evasione e l’erosione come auspicato dai proponenti?
L’Italia non è la Russia (nè il Paraguay o le Seychelles, gli ultimi paesi ad avere introdotto la flat tax nel 2010-11), e così si possono solo fare congetture.
Al momento la stima prevalente indica una cifra variabile tra i 200 e i 230 miliardi di capitali evasi che sfuggono al fisco.
Se, ottimisticamente, tutti i 230 miliardi emergessero alla dogana di Lugano e lo Stato italiano potesse dunque tassarli al 20 o al 15 per cento con una maggiorazione, potrebbe arrivare a incassare un massimo di 50 miliardi.
Dunque anche nella più favorevole (ma anche irrealistica) delle ipotesi sul recupero dell’evasione, dall’introduzione della flat tax rimarrebbe comunque una perdita di entrate fiscali di almeno 45 miliardi nel caso della proposta Berlusconi e di almeno 55 miliardi nel caso della proposta Salvini.
Con ipotesi più pessimistiche sull’efficacia dei piani di rientro dei capitali, la riduzione delle entrate si scosterebbe invece di poco dai 95 o 105 miliardi iniziali.
In conclusione, così come discussa fino a oggi, la flat tax darebbe dunque una frustata semplificatoria all’ingarbugliato sistema fiscale italiano.
Ma solleverebbe un’esigenza tutt’altro che marginale di rimpiazzare le entrate fiscali venute meno con rilevanti tagli di spesa oppure con un drammatico aumento del deficit pubblico certamente difficile da spiegare in Europa e alle agenzie di rating.
Leave a Reply