“CHI VUOL ESSER LIETO SIA…”: LA NOTA DI FINI E I NOSTRI MOTIVI DI DISSENSO SULLA SENTENZA RUBY
NON E’ TEMPO DI FIORETTI MA DI SCIMITARRE
Gianfranco Fini, neo-allenatore della futura squadra della “destra che non c’è”, ha così commentato l’assoluzione di Silvio Berlusconi : “Al di là del giudizio politico su Berlusconi, tutti gli italiani, e quindi anche i suoi avversari, devono essere lieti della sua assoluzione, perchè la magistratura, annullando una sentenza di primo grado che ha pesantemente discreditato le nostre istituzioni in ogni angolo del mondo, ha confermato di essere pienamente autonoma ed imparziale”.
La nota ha suscitato diverse polemiche: tralasciamo quelle provenienti dai frequentatori di viali alberati e dagli specializzati in fanghi termali, limitiamoci al vasto mondo dei “ben” pensanti di area.
Concordiamo sul fatto che la sentenza smentisce la vulgata berlusconiana dei “giudici comunisti” che perseguitano un povero innocente: in realtà i tre gradi di giudizio consentono a ciascun imputato di difendersi “nel processo” ed essere giudicato in base alle norme vigenti.
E sulla base di queste Silvio è stato assolto.
Anche noi avremmo preso atto “con letizia” dell’assoluzione di un avversario politico se fosse stato ritenuto “realmente” innocente dai reati ascrittogli.
Altra cosa aver cambiato le leggi nel periodo intercorrente tra la contestazione del reato, il processo di primo grado e la sentenza di appello.
Come abbiamo ampiamente documentato infatti sia il reato di prostituzione minorile è stato “ammorbidito” da un piccolo cavillo al momento di recepire la convenzione di Lanzarote ( la famosa “questio” di aver chiesto l’età alla minore), sia, attraverso la legge Severino, il reato di concussione per costrizione è stato derubricato a concussione per induzione, richiedendo la “prova evidente” di un vantaggio per il concusso.
E’ come allenare la propria squadra in vista di un incontro, studiando la formazione di avversari alla nostra portata, e poi ritrovarsi improvvisamente in campo nella squadra ospite Messi e Cristiano Ronaldo, tanto per restare in tema calcistico.
O magari dover giocare una partita con un arbitro che ha misteriosamente ereditato due milioni di euro da investire a Dubai.
Ecco perchè non abbiamo motivo di essere lieti: perchè la legge deve essere uguale per tutti fin dal momento della sua concezione da parte del legislatore, senza poi dover accusare l’anello terminale che si limita solo ad applicarla.
Poi ogni allenatore fa le sue scelte: chi accetta di giocare ad handicap una partita truccata e chi invece denuncia il tarocco e dice ai suoi giocatori di “lisciare” qualche caviglia, tanto per far capire che “non è aria”.
Ultima osservazione: non è stata certo “la sentenza di condanna in primo grado a gettare discredito sulle nostre istituzioni in ogni angolo del mondo”.
Non ce n’era bisogno: Sivio Berlusconi il discredito a livello internazionale se lo era già guadagnato da solo con il suo personale “codice etico”.
In ogni caso consigliamo di attendere il terzo grado di giudizio sul caso Ruby, l’esito del Ruby ter e degli altri processi in corso a Napoli, non dimenticando le motivazioni che hanno portato alla condanna in terzo grado di Marcello Dell’Utri e il ruolo riconosciuto a Berlusconi.
Perchè oggi “chi vuol essere lieto sia”, ma “di doman non v’e’ certezza”.
E l’unica Letizia che Berlusconi può ricordarci è solo Noemi.
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