SONDAGGIO DEMOPOLIS: AGLI ITALIANI PIACCIONO GLI ILLUSIONISTI, PD AL 44%, CINQUESTELLE AL 19%, FORZA ITALIA AL 14%
AUMENTA IL DIVARIO TRA RENZI E BELLE GRILLO, CROLLA FORZA ITALIA, FERMI LEGA AL 6,5% E NCD AL 4%, FDI IN CALO AL 3,2%… MA 18 MILIONI DI ITALIANI NON VOTANO PIU’ E IL 45% DI CHI VOTA HA CAMBIATO PARTITO NELL’ARCO DI UN SOLO ANNO
Gli avversari frenano, Renzi non rallenta. E il PD stacca il Moviemento 5 stelle.
Il Barometro Politico di luglio dell’Istituto Demopolis registra un’ulteriore crescita del consenso del Partito Democratico, che otterrebbe oggi il 44 per cento: è un dato clamoroso se si pensa che che nell’autunno scorso si attestava intorno al 28 per cento.
“L’effetto Renzi — spiega il direttore di Demopolis Pietro Vento — risulta determinante, ma va considerata anche l’attuale, estrema debolezza dei suoi principali competitor. Il declino di Berlusconi incide significativamente sull’identità del Centro Destra e sul consenso a Forza Italia, che crolla dal 23,5 per cento di gennaio al 14per cento odierno, perdendo quasi 10 punti in sei mesi.
Nello stesso periodo è parzialmente diminuito il peso del M5S di Grillo, attestato al 19 per cento dopo la delusione del 25 maggio”.
Se si tornasse oggi alle urne per le Politiche, il Partito Democratico sarebbe, con il 44 per cento, il partito nettamente maggioritario nel Paese, con il Movimento 5 Stelle al 19 per cento e Forza Italia al 14 per cento, entrambi fortemente penalizzati da una crescente propensione all’astensione dei propri elettorati.
La Lega di Salvini è stabile al 6,5per cento, l’NCD-UdC di Alfano al 4per cento, FdI-AN in calo al 3,2 per cento.
Sotto il 2 per cento tutte le altre liste.
Senza dimenticare che quasi 18 milioni di elettori oggi resterebbero a casa.
Il dato più significativo, rilevato dall’Istituto Demopolis, è rappresentato dalla distanza odierna tra i primi due partiti, da sempre molto vicini negli ultimi vent’anni: un punto staccava FI e Pds nel ’94 e, a parti invertite, nel ’96.
Il Pdl superava nel 2008 di 4 punti il PD, che sarebbe poi arrivato alla pari nel 2013 con il Movimento di Grillo.
“Oggi — sostiene il direttore di Demopolis Pietro Vento — il PD supererebbe il M5S, secondo partito, di 25 punti percentuali (44-19).
Questa distanza tra le prime due forze politiche non ha precedenti nella storia del dopoguerra: il precedente più vicino — prosegue Vento — risale al 1958, quando la DC di Fanfani staccò di 20 punti il PCI di Togliatti”.
Ma a differenza di allora con la profonda personalizzazione dei partiti, è scomparsa anche la fedeltà del consenso.
Se alle Politiche del 2008, così come nel 2001 e nel 2006, appena 1 elettore su 10 aveva votato una lista differente rispetto alla precedente consultazione, da circa due anni il voto appare sempre più mobile: alle Politiche del 2013 il 39 per cento degli italiani ha optato per un partito diverso da quello votato alle precedenti elezioni.
Alle ultime Europee il 45 per cento degli italiani ha fatto una scelta diversa rispetto a quella compiuta poco più di un anno prima.
Al di là della riforma del Senato e della legge elettorale, che interessano solo in parte l’opinione pubblica, la vera scommessa di Renzi e la stabilizzazione del consenso al PD, oggi senza precedenti, si giocheranno soprattutto — conclude Pietro Vento — sulla capacità del Governo di rimettere in moto il tessuto produttivo e di rilanciare l’occupazione in Italia.
(da “L’Espresso”)
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