CHIUSA IN UN BUNKER
LEI, LA MADRE E LA SORELLA: LA PREMIER SI BLINDA… IL TIMORE DEGLI ALLEATI
Diventare la nuova Giovanna d’Arco, la paladina delle donne “a testa alta e schiena dritta”, ecco, di quello avrebbe fatto volentieri a meno. Se lo sarebbe risparmiato, se solo avesse potuto. «A me in questo momento interessa solo difendere Ginevra, una bambina di sette anni, è a lei che penso, la persona più fragile e l’unica da proteggere in questa storia», raccontava ieri pomeriggio Giorgia Meloni ai pochissimi familiari ammessi nella casa romana e così ai pochi maggiorenti di Fratelli d’Italia che l’hanno potuto raggiungere telefonicamente. Con lei e la bimba, giusto la sorella Arianna, che le ha raccontato dalla kermesse del mattino, la madre Anna. Stop.
Provata ma in guardia
La premier è stanca, i suoi dicono «incazzata come mai la si è vista». Comunque provata dalla tempesta abbattutasi su di lei questa settimana e che segnerà la sua vita per i prossimi anni. Non è una leader che intende lucrare politicamente su quanto avvenuto, in questo momento. Ma resta più che in guardia: «Pensavano di abbattermi colpendomi nel privato, si renderanno conto che ne verrò fuori più forte di prima», è lo sfogo
Voglia di cancellare gli appuntamenti
Chi la conosce bene e la frequenta spiega che «Giorgia si sta comportando da Giorgia, con la fermezza e la determinazione che contraddistinguono il suo carattere e che hanno segnato una vita comunque non facile». In cima ai pensieri c’è solo la figlia. Avrebbe una gran voglia di cancellare con un tratto di penna tutti gli appuntamenti ai quali è chiamata nella settimana che si è appena aperta. «Ma come faccio, non sarà possibile…», ha già detto ai suoi. Ha dato forfait giusto alla kermesse sul primo anno di governo, alla quale si è palesata solo col video registrato il pomeriggio precedente al Cairo. Poi la domenica di riposo al fianco della bambina. Da oggi le montagne russe riprendono. A palazzo Chigi l’incontro col presidente finlandese Sauli Niinistö. Poi dovrebbe presiedere il Consiglio dei ministri. Martedì salterà, salvo sorprese, giusto l’appuntamento dell’Anci a Genova. Riservando forze e tempo agli impegni istituzionali. Mercoledì la full immersion parlamentare che la porterà in poche ore alla Camera e al Senato per illustrare obiettivi e strategia italiana in vista del Consiglio europeo di Bruxelles, al quale parteciperà poi giovedì e venerdì. Con una puntata al Colle, sempre mercoledì, per il consueto confronto alla vigilia del summit Ue. Un frullatore, insomma. Il solito frullatore al quale è sottoposta da un anno a questa parte. Di tutto questo farebbe volentieri a meno, spiegano ministri di Fdi, amici e parlamentari vicini, «invece ci sarà, come sempre»
Il nodo Mediaset
La seconda preoccupazione che attraversa queste ore tribolate è legata al contraccolpo dei due fuorionda in sequenza di “Striscia la notizia”. È stato fondamentale congelare intanto la pubblicazione dell’ulteriore materiale in possesso della redazione di Antonio Ricci. E questo lo ha fatto — a voler assecondare la tesi ufficiale — col post social con cui venerdì mattina ha messo fine alla storia decennale col conduttore Mediaset Andrea Giambruno. Nella versione ufficiosa, quella dei bene informati invece, a garantire che null’altro sarebbe stato messo in onda sono stati Marina e Pier Silvio Berlusconi con le due telefonate intercorse con la premier tra venerdì e sabato. Non si avrà mai una conferma diretta delle parti in causa, ma potrebbe essere maturata nei due colloqui anche la decisione di non procedere oltre col ventilato procedimento disciplinare nei confronti del giornalista di Rete4. La sospensione della conduzione proseguirà per tutta questa settimana, ma un rientro davanti alle telecamere del “Diario del giorno” è previsto già lunedì prossimo. Di sicuro fino alla programmazione di fine anno. Da gennaio, poi, si vedrà. Ma garantire la prosecuzione del rapporto di lavoro (e dell’indennità) e spegnere sul nascere esasperazioni e voglie di vendetta di un professionista messo alla porta a casa e in redazione è un’esigenza, diciamo così, avvertita da tutte le parti in causa in questa vicenda.
Il timore di un arroccamento
Resta sullo sfondo, decisamente in secondo piano rispetto a quello familiare, l’interrogativo sul quel che sarà l’azione politica della leader e capo di governo da oggi in avanti. Meloni non perde occasione, fin dalle prime uscite tra venerdì e ieri, per additare l’ombra del complotto, il fantasma di “qualcuno” che vuole colpire lei e il partito e il governo. Senza mai spiegare chi sia e per conto di chi lo faccia. Quali poteri, quali manovre? Politiche, finanziarie?
Il timore che in queste ore sta prendendo piede tra gli alleati è che Giorgia finirà con l’arroccarsi nel suo bunker, prendendo in autonomia e solitudine le decisioni politiche, più di quanto abbia già fatto finora. Nella consapevolezza di aver pagato un prezzo personale assai salato, in questa storia, ma altrettanto certa di poter incassare alla lunga un altissimo dividendo politico.
(da La Repubblica)
Leave a Reply