CICLONE GRASSO, IL SUO ADDIO APRE NUOVI SCENARI
NEL PD ESPLODONO LE CONTRADDIZIONI, A SINISTRA CAMBIANO I CONFINI… MODELLO MONTI PER LA DISCESA IN CAMPO
L’addio di Grasso ha già aperto un processo nuovo, nel Pd ma anche a sinistra del Pd.
Per le ragioni che lo animano, per l’impatto che sta determinando, per le aspettative che suscita è già un preannuncio di quel che accadrà , di qui al voto del prossimo anno.
Il presidente del Senato, in tal senso, è già in campo, sia pur con misura. Una misura imposta dall’essere la seconda carica dello Stato, chiamato a sostituire il presidente della Repubblica che ha in programma nelle prossime settimane un paio di viaggi all’estero, e impegnato nella gestione dell’Aula dove a breve arriverà la manovra.
Ecco che, incrociando le telecamere a margine di un convegno sulla corruzione ha spiegato, ai microfoni, le ragioni per cui ha lasciato il Pd, dopo la “violenza del voto di fiducia”, ultimo atto di partito nel quale non si riconosce più “nel merito e nel metodo”.
Parole pesanti come pietre che, inevitabilmente, alimentano un’attesa sul “quando” annuncerà la sua volontà di proseguire nell’impegno politico, e sul come, fuori dal Pd.
E che, inevitabilmente, in questo processo accendono attenzione e curiosità sulle sue prossime uscite, rendendole politicamente significative.
Le parole, appunto, di un leader atteso.
Il presidente del Senato non ha alcuna intenzione nelle prossime settimane di parlare di Pd o di recitare quotidianamente nel teatrino della politica.
E, appunto, nel merito e nel metodo, incarnerà un altro approccio cogliendo le occasioni che si presenteranno per parlare della corruzione, del Mezzogiorno, della povertà , insomma dei mali del paese.
In questi mesi ci sono stati colloqui, interlocuzioni e scambi di opinioni con i big di Mdp. Fonti degne di questo nome parlano di un “modello Monti” per la discesa in campo: all’ultimo, al momento di scioglimento delle Camere, proprio come fece il professore che annunciò il suo partito prima di Natale in vista del voto di febbraio.
Lui, Grasso, a chi lo conosce è apparso sollevato, sereno, come sempre accade dopo scelte che maturano anche con un certo travaglio.
Ieri sera, a un certo punto, ha spento il telefono, sottraendolo all’assalto delle telefonate, per andare alla Festa del Cinema, dove era stato invitato con Mattarella. E questo week end andrà a Palermo. Anche la calma olimpica, l’assenza di quella frenesia mediatica tipica della politica di questi tempi, racconta di una consapevolezza profonda della scelta e degli obiettivi.
Ciò che sta accadendo, tutt’attorno, conferma come già la prima mossa anticipi ciò che sarà .
Se Giuliano Pisapia, Godot mai arrivato, veniva vissuto come la sinistra potabile e docile da sbattere in faccia a chi aveva lasciato il Pd, l’ex presidente del Senato ha aperto una profonda contraddizione nel Pd.
La contraddizione tra due Pd: il bunker di Renzi, con gli ultrà del segretario scatenati tra insulti e richieste di dimissioni; e un Pd diverso, più aperto e inclusivo, insomma quello delle origini e non è un caso che il fondatore, Walter Veltroni, ha affidato a un tweet il suo “spero che ci rincontreremo” ricordando che “il Pd è stato costruito per persone come lui”.
Tecnicamente, si chiama carisma e accade quando si incarna una storia e un progetto politico vero. Dice un Pd critico: “Sembra già di essere alla sera della disfatta in Sicilia. È uscito Grasso e si è scatenato il finimondo. E ora? È complicato dare a quelli lì dei gruppettari”.
Perchè l’altro fatto nuovo del processo che si è aperto attorno a Grasso è la ridefinizione del perimetro a sinistra.
È tornato in discussione ciò che sembrava acquisito. E cioè che ci sarà un’unica lista a sinistra del Pd, con Sinistra Italia e anche l’esuberane sinistra del Brancaccio di Montanari e Falcone. Entrambe, nei confronti di Grasso, più estremiste dei Cinque Stelle: “Hanno fatto sceneggiate più estremiste dei Cinque Stelle. Hanno occupato i banchi della presidenza, hanno imputato a Grasso la scelta di mettere la fiducia che era del governo, e come si vede, di fronte alla quale ha tratto le conseguenze… O ragionano o non ce lo ordina il medico di fare la Cosa rossa”.
24 ore dopo: l’anticipazione di ciò che sarà è già robusta.
(da “Huffingtonpost”)
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