COME SALVINI HA PRESO PER IL CULO PURE BERLUSCONI, MELONI E TOTI
NON RISPONDE NEANCHE PIU’ AL TELEFONO DOPO AVERLI ILLUSI
Nessuno sa come finirà questa crisi ma ad oggi c’è qualcuno che ha già perso la faccia in questa storia: si tratta di Silvio Berlusconi e di Giorgia Meloni.
Matteo Salvini, che all’inizio aveva annunciato di voler andare da solo alle elezioni, si è tirato dietro Fratelli d’Italia e Forza Italia promettendo una corsa insieme del centrodestra alle elezioni politiche che credeva di aver già ottenuto.
Quando si è reso conto che non sarebbe andata così, ha dato buca a entrambi lasciandoli all’oscuro delle svolte come la decisione di votare il taglio dei parlamentari e continua ancora oggi a giocare da solo sul tavolo della crisi.
E gli altri due, lasciati con il cerino acceso in mano, cominciano a rendersi conto della questione.
Racconta oggi Ugo Magri su La Stampa:
Niccolò Ghedini e Licia Ronzulli, bollati dagli avversari interni come «quinte colonne» leghiste, hanno chiesto al Cav di interrompere i rapporti con Salvini visto che quello nemmeno si degna di rispondere al telefono. Lascia squillare una, due, dieci volte; gli mandano messaggini, e fa finta di niente. Sono giorni che da Arcore provano a contattarlo. Hanno chiamato il fido Giorgetti per sapere come mai, ma perfino lui ha perso i contatti, non sente Matteo da prima di Ferragosto.
Il bello è che Salvini si comporta nello stesso identico modo con gli altri alleati di centrodestra. Comunicazioni zero con Giorgia Meloni e i suoi Fratelli d’Italia, snobbati senza un perchè. Completamente sparito dai radar di Giovanni Toti, nonostante il governatore della Liguria si sia lanciato nell’avventura di Cambiamo! (il suo nuovo movimento) con la benedizione del leader leghista e forse qualcosa di più.
Magri descrive anche la buca data da Salvini a Berlusconi personalmente:
Se tornasse sui suoi passi sarebbe una beffa, soprattutto per Berlusconi che si era illuso una settimana fa, e non gli erano venuti dubbi quando Salvini si era fatto vivo per annunciargli la crisi proponendogli di vedersi alle 11 di martedì, nella residenza romana di via del Plebiscito.
All’ex premier non pareva vero, «addirittura verrà lui qui da me e non io da lui»; ma tanta voglia aveva di incontrare Salvini, che l’uomo era calato a Roma con un giorno di anticipo per riunire i fedelissimi, e tutti insieme a fare progetti su cosa chiedere nella trattativa con la Lega, dove puntare i piedi per portare a casa gli stessi parlamentari attuali, nonostante in un anno Forza Italia si sia dimezzata.
Come è andata a finire si sa: scoccano le 11 di martedì ma Salvini non si presenta; a mezzogiorno nemmeno. Chiama solo dopo l’una, mentre Berlusconi e i suoi sono già a tavola; tira fuori qualche scusa, tipo «non ho fatto in tempo, mi dispiace»; il Cav non si arrende, «potremmo vederci nel pomeriggio o stasera»; quell’altro bofonchia qualcosa tipo, «tranquillo, non mancherà occasione» e riattacca.
(da “NextQuotidiano”)
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