COMMISSIONI UE, CHI RISCHIA E CHI DAVVERO COMANDA
LA SQUADRA CHE GUIDERA’ L’EUROPA SOTTO ESAME: I NOMI A RISCHIO
Oggi (4 novembre) iniziano gli «esami orali» dei 26 commissari europei indicati dai Paesi Ue per far parte dell’esecutivo comunitario guidato da Ursula von der Leyen. Si tratta di audizioni individuali di circa tre ore davanti alle commissioni parlamentari competenti, e si concluderanno il 12 novembre con gli esami dei sei vicepresidenti esecutivi. Poi il collegio nel suo complesso deve ottenere il voto positivo della plenaria di Strasburgo, che si riunirà a fine novembre.
Dunque chi sono i nuovi commissari e cosa sono chiamati a fare? Sono adeguati al ruolo? Gli Stati membri indicano il loro candidato, mentre i Trattati attribuiscono interamente alla presidente Ursula von der Leyen il potere di attribuire e disegnare i portafogli. Ci sono 14 commissari del Ppe più la presidente, 5 dei Liberali, 4 dei Socialisti, 1 dell’Ecr, 1 dei Patrioti e infine 1 indipendente.
La presidente, 66 anni, del Ppe, è al suo secondo mandato, e ha disegnato una commissione con pesi e contrappesi che lasciano a lei l’ultima parola, mentre vicepresidenti e commissari avranno competenze condivise che li obbligheranno a collaborare. Le linee politiche per i prossimi cinque anni, che von der Leyen ha presentato al Parlamento in luglio per la riconferma, vedono al centro la competitività europea da raggiungere attraverso un’industria green, la prosperità e la sicurezza intesa come difesa europea, la lotta all’immigrazione irregolare.
Le cariche più importanti
Teresa Ribera Rodríguez, spagnola, 55 anni, socialista, vicepremier nel governo Sánchez ed ex ministro della Transizione, è di fatto la numero due della nuova Commissione. Il ruolo che von der Leyen le ha attribuito è vicepresidente esecutiva per una Transizione pulita, giusta e competitiva, più il portafoglio alla Concorrenza. E proprio nell’Antitrust Ue sta il cuore del suo potere, perché Ribera avrà il compito difficile di ridisegnare le regole della concorrenza europea sulle fusioni e sugli aiuti di Stato per adattarle ai tempi. Sulla transizione verde invece dovrà collaborare con i commissari al Clima, all’Ambiente e all’Energia: i primi due del Ppe e il terzo socialista come lei.
Stéphane Séjourné, francese, 39 anni, liberale, ex ministro, macroniano, è noto per la sua capacità di mediazione. Nella scorsa legislatura ha guidato il gruppo Renew Europe al Parlamento europeo. È vicepresidente esecutivo alla Prosperità e strategia industriale, e commissario all’Industria, Pmi e Mercato unico. Il suo è un portafoglio di peso anche se è stato ridotto rispetto a quello del suo predecessore Thierry Breton. Il recupero della competitività dell’industria europea è una delle priorità della Commissione, e a Séjourné spetterà lo sviluppo del nuovo Fondo per la competitività Ue.
Kaja Kallas, ex premier estone, 47 anni, liberale, a differenza degli altri commissari è stata scelta dal Consiglio europeo come Alto rappresentante Ue per gli Affari esteri e la politica di sicurezza. È anche vicepresidente. A febbraio è stata inserita da Mosca nella lista dei ricercati: è il primo leader straniero ad avere ricevuto questo trattamento dall’invasione dell’Ucraina da parte della Russia. Quando ha cominciato a circolare il suo nome per la guida della diplomazia Ue, c’è chi ha sollevato dubbi per i suoi rapporti tesissimi con Mosca. Nell’estate 2023 Kallas è stata al centro di uno scandalo (che si è sgonfiato subito) perché la società di logistica di cui il marito era azionista ha continuato a esportare merci in Russia nonostante il divieto.
Raffaele Fitto, italiano, 55 anni, conservatore, è vicepresidente esecutivo per la politica di Coesione e riforme. Dovrà contribuire a modernizzarle e rafforzarle. Avrà poi la supervisione anche in altri settori, tra cui l’agricoltura e la pesca, oltre alla responsabilità condivisa con il commissario all’Economia Dombrovskis dell’attuazione del Pnrr. L’attribuzione della vicepresidenza esecutiva a un rappresentante del gruppo dell’Ecr non piace a Verdi, Liberali e Socialisti, che hanno promesso battaglia durante le audizioni parlamentari, ma non hanno i numeri per bocciare Fitto. Il Ppe ha già detto in più occasioni che lo sosterrà. E lui per creare il clima giusto nelle risposte scritte ha spiegato: «Ho iniziato la mia carriera politica nella Democrazia cristiana». Nessun riferimento al suo attuale partito Fratelli d’Italia.
Henna Virkkunen, finlandese, 52 anni, Ppe, è vicepresidente esecutiva per la Sovranità tecnologica, la sicurezza e la democrazia, con il portafoglio sulle tecnologie digitali e di frontiera. Dovrà esaminare gli aspetti interni ed esterni della sicurezza e guidare il lavoro per il rafforzamento dello Stato di diritto. Precedentemente è stata tre volte ministra: Trasporti, Pubblica amministrazione e Istruzione.
Roxana Mînzatu, romena, 44 anni, socialista, è la vicepresidente esecutiva per le Persone, le competenze e la preparazione. Avrà il portafoglio dell’istruzione e cultura, posti di lavoro di qualità e diritti sociali. Eletta al Parlamento europeo in giugno, ha grande competenza sui Fondi europei, sia nel settore pubblico che privato.
I ruoli chiave
Valdis Dombrovskis, ex premier lettone, 53 anni, è al suo terzo mandato. Di fede Ppe, avrà un doppio ruolo: commissario all’Economia (incarico attuale di Gentiloni) e produttività, e di commissario per l’Attuazione e la semplificazione, su cui riferirà direttamente a von der Leyen. È considerato molto vicino alle posizioni della Germania. Di fatto la presidente ha messo in sicurezza, nelle mani di un nordico, il portafoglio che dovrà applicare il nuovo Patto di stabilità: aprire le procedure per deficit eccessivo oltre a concordare i piani di rientro del debito.
Piotr Serafin, polacco, 50 anni, Ppe, è stato capo di gabinetto di Donald Tusk quando era presidente del Consiglio europeo. A lui von der Leyen ha affidato il Bilancio, la lotta alle frodi e la Pubblica amministrazione: terrà i cordoni della borsa. Risponderà direttamente alla presidente. La più grande sfida di Serafin sarà la preparazione del prossimo bilancio a lungo termine 2028-2034, dovrà convincere gli Stati membri a mettere più soldi e portare avanti la revisione della struttura del bilancio che ha in mente von der Leyen.
Magnus Brunner, austriaco, 52 anni, ex ministro delle Finanze, è considerato un falco. Rappresentante del Ppe, il suo portafoglio sono gli Affari Interni e la Migrazione. Dovrà sviluppare strategie di sicurezza interna e soluzioni alternative per contrastare l’immigrazione irregolare. Inoltre dovrà convincere Vienna a togliere il veto sull’ingresso di Bulgaria e Romania nell’Area Schengen.
Andrius Kubilius, lituano, 67 anni, due volte primo ministro. Entrato al Parlamento europeo nel 2019 nelle file del Ppe, è stato nominato commissario per la Difesa e lo Spazio. Lavorerà allo sviluppo dell’Unione della Difesa dal punto di vista industriale: intende proporre la costituzione di scorte obbligatorie di munizioni e il ricorso a prestiti congiunti per finanziare uno scudo antimissile e un sistema di cyberdifesa (ma nelle risposte scritte non l’ha menzionato).
Wopke Hoekstra, olandese, 49 anni, Ppe, ex ministro delle Finanze e degli esteri. Nominato commissario per il Green Deal, Net Zero e Clean Growth, controbilancerà la socialista Ribera nelle politiche climatiche. Hoekstra sarà anche responsabile della tassazione. Non la passerà subito liscia al Parlamento europeo: «Il suo nome compariva nei Pandora Papers perché possedeva investimenti attraverso Shell companies in un paradiso fiscale delle Isole Vergini», ha denunciato la Sinistra.
Maria Luís Albuquerque, portoghese, 57 anni, ex ministra delle Finanze, ha gestito la crisi bancaria del Portogallo e le richieste della Troika, e pertanto il suo nome è associato alle politiche di austerità. Del Ppe, è commissaria per i Servizi finanziari e l’Unione dei risparmi e degli investimenti. Dovrà completare l’Unione dei mercati dei capitali per garantire che gli investimenti privati finanzino l’innovazione dell’industria europea.
Christophe Hansen, Lussemburgo, 42 anni, Ppe. È il commissario per l’Agricoltura e l’alimentazione. Un settore politicamente strategico e che Hansen ha dichiarato di conoscere in quanto figlio di agricoltori.
Portafogli minori
Dubravka Šuica, croata, 67 anni, Ppe, è la commissaria per il Mediterraneo, che è un nuovo portafoglio. Dovrà lavorare a stretto contatto con Kallas e Brunner (titolare degli Affari interni e Migrazione). La presidente ha dunque deciso di tenere in casa Ppe un tema politicamente determinante nelle urne.
Maroš Šefčovič, slovacco, 58 anni, appartiene allo Smer, il partito del premier slovacco Fico che è stato sospeso dal Pse. È al quarto mandato e resta uno dei più fedeli a von der Leyen. commissario per il Commercio e la sicurezza economica. È un nuovo portafoglio, ha spiegato la presidente, che include anche la politica doganale.
Jozef Síkela, Repubblica Ceca, 57 anni, Ppe. Da ministro dell’Industria, durante la presidenza ceca, ha tenacemente mediato l’accordo sul tetto al prezzo del gas in piena crisi energetica, scatenata dall’invasione russa dell’Ucraina. È il commissario per le Partnership internazionali: elemento centrale nella politica migratoria per convincere i Paesi africani a chiudere accordi per i rimpatri.
Cōstas Kadīs, cipriota, 57 anni, biologo, è stato ministro per l’ Agricoltura, Istruzione, Salute. Popolare, è il commissario per gli oceani e la pesca. Dovrà quindi impegnarsi per rendere il settore competitivo e sostenibile a lungo termine.
Jessika Roswall, svedese, 51 anni, ex ministro per gli Affari Ue, è stata scelta come commissaria per l’Ambiente, la resilienza idrica e un’economia circolare competitiva. Insieme a Hoekstra rappresenta la squadra targata Ppe per la realizzazione di un Green Deal più attento alle esigenze dell’industria.
Dan Jørgensen, danese, 49 anni, socialista, è stato ministro per la Cooperazione allo sviluppo e la Politica climatica globale e parlamentare europeo. È commissario per l’Energia e l’edilizia abitativa (portafoglio nuovo voluto dai Socialisti). Lavorerà a fianco di Ribera sui dossier green. Il suo lavoro dovrà contribuire ad abbassare i prezzi dell’energia, investire in energia pulita e garantire che l’Ue riduca le proprie dipendenze.
Michael McGrath, irlandese, 48 anni, ex ministro delle Finanze, liberale, è commissario per la Democrazia, la giustizia e lo stato di diritto. Guiderà il lavoro della Commissione nella lotta alla corruzione e la tutela dei consumatori.
Apostolos Tzitzikōstas, greco, 46 anni, popolare, è stato a lungo governatore della regione della Macedonia centrale. La presidente lo ha scelto come commissario per i Trasporti e il turismo sostenibili. È responsabile della mobilità di merci e persone.
Sotto osservazione
Olivér Várhely, 52 anni, ungherese, è al suo secondo mandato. È commissario per la Salute e il Benessere degli animali: dovrà proseguire il lavoro della Commissione per la lotta contro il cancro e per la salute preventiva. Durante un dibattito a Strasburgo ha dato degli «idioti» ai parlamentari europei. In molti vorrebbero bocciarlo alle audizioni, ma c’è il rischio che il premier Orbán prenda in ostaggio la nuova Commissione temporeggiando sul nome del successore o inviando un candidato peggiore.
Hadja Lahbib, belga, 54 anni, figura di spicco della tv, liberale, nel luglio 2022 è diventata ministro degli Esteri. Von der Leyen le ha affidato quello che ha definito un nuovo portafoglio per la Preparazione e gestione delle crisi e degli aiuti umanitari. Anche per lei l’audizione non sarà una passeggiata: da giornalista andò in Crimea nel 2021 con visto russo, di fatto riconoscendo l’annessione come legittima.
Marta Kos, slovena, 59 anni, liberale, è la commissaria per l’Allargamento, responsabile anche per il vicinato orientale. Lavorerà per sostenere l’Ucraina, proseguire il lavoro di ricostruzione e aiutare i Paesi candidati a prepararsi all’adesione. Nel 2020, da ambasciatrice a Berna fu coinvolta in uno scandalo di malagestione. È considerata una candidata debole.
Ekaterina Zaharieva, bulgara, 49 anni, Ppe, è la nuova commissaria per le Startup, la ricerca e l’innovazione. Il suo nome è chiacchierato per uno scandalo legato alla vendita di passaporti bulgari ai migranti quando era ministra degli Esteri, anche se poi l’accusa non fu mai formalizzata.
Glenn Micallef , maltese, 35 anni, socialista, è stato a capo dello staff del primo ministro di Malta Abela dal 2020 al 2024. Scelto come commissario per l’Equità intergenerazionale, la cultura, i giovani e lo sport. Punti deboli: la giovane età e il curriculum.
Dritti alla meta
È possibile che qualche commissario sia «rimandato» e dunque che gli sia richiesto uno sforzo supplementare con domande scritte o un ulteriore passaggio orale. Ma difficilmente questa volta ci saranno bocciature come avvenne nel 2019, perché sono cambianti gli equilibri all’interno del Parlamento europeo e perché i tempi sono stretti. Il Ppe è ago della bilancia e Socialisti, Liberali, Verdi e Sinistra non costituiscono più una maggioranza alternativa come negli ultimi cinque anni: non hanno i numeri. Inoltre in prima battuta per la promozione serve una maggioranza di due terzi e dunque anche l’appoggio dell’Ecr. Esiste tuttavia una maggioranza alternativa di destra, che vede riuniti Ppe, Ecr, Patrioti ed Europa delle nazioni sovrane, ma che per diventare strutturale comporta la rottura da parte del Ppe dell’accordo tra le forze europeiste di escludere la collaborazione con l’estrema destra rappresentata dai Patrioti e dai sovranisti. Al momento il Ppe non sembra intenzionato a farlo, ma è evidente che il suo potere negoziale all’interno del Parlamento europeo è notevolmente cresciuto. Tuttavia, come ha dimostrato il voto sulla posizione dell’Eurocamera sul bilancio Ue per il 2025, per far passare soluzioni «costruttive» il Ppe deve restare con le forze europeiste. L’interesse generale è avere la nuova Commissione europea operativa a partire dal primo dicembre e nessuna forza politica si vuole prendere la responsabilità di uno slittamento
Francesca Basso e Milena Gabanelli
(da il corriere.it)
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