CON VENDOLA LE PRIMARIE DIVENTANO VERE: “VINCERO’ LA SFIDA CONTRO IL MONTI-BIS”
L’ULTIMO PROFETA DI UN COMUNISMO DAL VOLTO UMANO SFIDA BERSANI E RENZI PUNTANDO SU DIRITTI E STATO
Alla fine Nichi Vendola ha deciso di candidarsi alle Primarie perchè pensa di poterle vincere.
Che poi ci riesca, questo è tutto da dimostrare, ma in battaglie come queste il piglio che anima i contendenti condiziona la qualità della contesa e puntare al primo posto è diverso che contentarsi di un buon secondo posto.
L’ambizione di Vendola, che trapela dall’entourage del Governatore, è un’ottima notizia: è l’annuncio che le Primarie del centrosinistra saranno vere, verissime.
La stessa convinzione di Vendola, in queste ore, anima gli altri due sfidanti alle Primarie, il segretario del Pd Pier Luigi Bersani e il sindaco di Firenze Matteo Renzi. Tutti e tre, dati i tempi, non potranno cincischiare, saranno chiamati ad spiegare molto concretamente come immaginano di far uscire l’Italia dalla durissima crisi nella quale si ritrova.
Daranno il “meglio” o il “peggio” di sè? Questo è ancora presto per dirlo.
Ma l’approccio è già chiaro.
Dopo averci rimuginato per mesi, Vendola ha deciso di lanciarsi nella contesa perchè pensa di avere trovato le tre parole chiave per fare l’onda che lo porti per primo al traguardo: no al Monti-bis.
Certo, Vendola, l’ultimo profeta di un comunismo dal volto umano, farà leva sulla sua cultura di sempre: i diritti (sociali ma anche civili) vengono prima di tutto e sicuramente prima dei doveri; l’economia si rianima grazie allo stimolo dello Stato; la spesa pubblica deve restare un buon ammortizzatore sociale.
E’ la cultura post-sessantottina che dagli Anni Settanta è arrivata fino ad oggi e che secondo l’analisi di Mario Monti e non solo sua è corresponsabile dell’imbuto nel quale è finito lo Stivale.
Matteo Renzi – che per candidarsi non ha chiesto il permesso ai guru della sinistra mediatico-imprenditoriale – dice di puntare quasi tutto su una parola e su una pratica che finora è stata tabù a sinistra: merito.
Non è molto e su tante questioni il sindaco resta sul vago, anche perchè Renzi scommette tutto sul discrimine vecchio-nuovo.
Così come Vendola punta tutto, o quasi, su un altro discrimine: Monti sì-Monti no. Pier Luigi Bersani, che in cuor suo contava su una candidatura di Vendola perchè sa che il Governatore della Puglia è in grado di drenare una parte dei voti anti-casta di Renzi, ora è chiamato ad una svolta di chiarezza.
Se non dirà parole più chiare e meno “sentite”, se non spiegherà meglio la sua idea di Paese, la sfida delle Primarie, al di là dei tanti consensi che continuano a gratificare il segretario del Pd, potrebbero polarizzarsi attorno al duo Renzi-Vendola.
E a quel punto Bersani non potrà cavarsela, invocando, come faceva la Dc, un voto al centro contro gli opposti estremismi.
Fabio Martini
(da “La Stampa“)
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