COOP DI RAGAZZI SENEGALESI: “CI PENSIAMO NOI A RIPULIRE IL CENTRO STORICO”
I SENEGALESI LIGURI FONDANO UNA COOPERATIVA DI SERVIZI
La pulizia dei fiumi, la riqualificazione dei terreni e delle case abbandonate ma anche la pulizia e il decoro del centro storico.
Gli obiettivi di tanti genovesi e anche di chi, ormai, si sente in tutto e per tutto parte della città .
La cooperativa senegalese “Manco” in traduzione italiana “Insieme”, creata da un gruppo di cinquanta ragazzi arrivati dall’Africa e presentata ieri al Museo del mare con il contributo del Consorzio SPera e della onlus Medici in Africa, rappresenta il primo caso di aggregazione riconosciuta di gruppi di migranti.
Un passaggio di un progetto per dare forma giuridica e organizzativa alle associazioni nate spontaneamente sul territorio.
«Noi teniamo a Genova, qui ci viviamo tutti da anni e vogliamo evitare, con il nostro contributo, altri eventi come lo scorso autunno, altre alluvioni — spiega in perfetto italiano Demba Ndiaye, quarantenne presidente della cooperativa avvolto nel vestito tipico senegalese -. Abito a Campomorone e lavoro alla Coop di Busalla. La cooperativa “Manco” per noi vuol dire anche la possibilità di impegnarci per l’integrazione e per il decoro».
Negli occhi ha le immagini di Ventimiglia, «una ferita aperta» che lo fa tornare indietro negli anni.
L’arrivo a Milano da Dakar, gli studi, poi il trasferimento a Genova, al seguito della sua compagna, ora diventata moglie e madre di due figli.
«Vivo qui da oltre dieci anni non posso non sentirmi genovese — ripete sorridendo Demba Ndiaye -. Desideriamo cominciare in fretta, già sabato abbiamo una riunione in Regione per capire da che parte iniziare. Voglio dare il mio contributo alla città . È un posto bellissimo e i genovesi sono aperti e accoglienti. Non si deve dare retta alle minacce o alla paura. Io credo che chi viene in un paese nuovo deve imparare a rispettare le regole. Chi invece non lo fa deve essere punito».
Dal Bisagno al Polcevera, passando anche per i torrenti più piccoli eppure più pericolosi, il gruppo è pronto ad impegnarsi durante tutta l’estate.
Ora la speranza degli organizzatori e delle anime della cooperativa è di vedere crescere l’azione e il numero di membri all’interno della folta comunità senegalese, duemila in tutta la Liguria, circa un migliaio a Genova.
Numeri che non riescono a racchiudere le tante storie di migranti arrivati spesso per caso in una città che ora sentono loro.
E che vogliono contribuire a mantenere pulita e in sicurezza.
Alberto Maria Vedova
(da “il Secolo XIX”)
Leave a Reply