COPPIA DI PROFUGHI SI SPOSA NEL CENTRO DI ACCOGLIENZA DI POLIGNANO
FUGA DAI MATRIMONI COMBINATI, HANNO 23 E 22 ANNI, APPARTENGONO A DUE CASTE DIVERSE
La loro storia d’amore è stata osteggiata nel Paese di origine, in Asia meridionale. Al punto che la famiglia di lei, 23 anni, ha minacciato di morte il coetaneo di cui si era invaghita. Ma non è bastato a fermare il loro matrimonio in programma lunedì 20 novembre, davanti al sindaco di Polignano a Mare, Domenico Vitto.
Loro sono due dei 15 richiedenti asilo di ‘Convivialità delle differenze’, il progetto Sprar – Sistema di protezione per richiedenti asilo e rifugiati – gestito dall’Arci di Bari, che a Polignano conta 15 persone.
Ed è proprio nel comune di Domenico Modugno che i due fidanzati hanno dovuto riparare, dopo aver chiesto asilo in Sicilia. E dopo una fuga “alquanto rocambolesca”, racconta chi conosce l’avventura dei due innamorati, di cui non è possibile svelare l’identità nè il Paese di provenienza proprio per il pericolo di vita cui sono esposti.
“Sono arrivati in Italia con un visto turistico, vendendo tutto quello che avevano: il motorino, i gioielli”, spiega il presidente dell’Arci barese, Luca Basso. Prima di volare in Italia come due turisti, i due avevano già provato a fuggire dalle rispettive famiglie pur restando in patria.
È servito a poco: “Pochissimi giorni dopo sono stati rintracciati dalla potente famiglia della ragazza, che l’aveva già promessa a un altro uomo della stessa casta”. Dimenticata la prima, fallimentare fuga, quindi, la coppia ha scelto una meta più lontana, fino a mettere su famiglia a Polignano.
“Hanno già una bambina, che è nata nel marzo scorso a Monopoli, e lui – continua Basso – ha avuto diverse esperienze di lavoro, anche umili rispetto al grado di istruzione. È stato lavapiatti stagionale in un locale di Polignano, lavorando sodo in vista del matrimonio. Si sono integrati bene frequentando le lezioni di italiano. Oggi l’iter per il riconoscimento dello status di rifugiato è a buon punto e noi siamo felicissimi per loro. Lo siamo tutti: basti pensare che gli altri richiedenti asilo hanno realizzato a mano la bomboniera per loro”.
(da “La Repubblica”)
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