CORSA AL QUORUM PER IL REGOLAMENTO M5S, ADESSO ARRIVANO MESSAGGINI A RAFFICA
GLI ISCRITTI SAREBBERO 130.000, OCCORRE ARRIVARE AL 75%, MA TUTTO AVVIENE SENZA CONTROLLO DI AUTORITA’ TERZA
Bip bip. Squillano i cellulari degli attivisti del Movimento 5 Stelle. O meglio, lo fanno quelli di chi non ha ancora votato il nuovo regolamento da associare al non statuto del non partito di Beppe Grillo.
A mandare il messaggio, è il capo politico in persona. Anzi, per lui lo fa un complesso sistema elettronico che conserva i numeri degli iscritti al blog e sa chi – di questi – ha già votato oppure no. Ma la firma è la sua.
“Belìn! – si legge sul display – Ma non hai ancora votato? Vota subito sull’aggiornamento del Non Statuto e del Regolamento M5s”. Segue link che rimanda alla votazione e “un abbraccio” da parte del leader.
L’obiettivo iniziale di 100mila firme è considerato ora dai grillini non obbligatorio, ma c’è una norma del codice civile secondo cui per modifiche ai regolamenti delle associazioni non riconosciute serve il parere del 75% dell’assemblea (gli iscritti al blog dei 5 stelle, stando all’ultima dichiarazione al riguardo, dovrebbero essere almeno 130mila).
I vertici M5S ora sostengono che “la nostra non è un’assemblea fisica, è on line, e davanti a un giudice sarà sufficiente dimostrare che abbiamo fatto il massimo per rispettare gli obblighi di legge. Per questo è necessario raccogliere il maggior numero di firme possibile”.
Tesi peraltro discutibile e non confermata.
Da qui la caccia ai ritardatari prima con le e mail mirate, ora con gli sms.
Le nuove regole sono state scritte per cercare di evitare i casi di ricorsi come quelli di alcuni espulsi di Roma e Napoli, che hanno vinto la loro battaglia in tribunale e che il Movimento è stato costretto a riammettere.
E, se non fosse andato via prima, avrebbe aiutato anche a contrastare un eventuale ricorso del sindaco di Parma Federico Pizzarotti, sospeso da mesi.
In una delle due versioni che si possono scegliere, è prevista la sospensione per uno o due anni, che può tramutarsi in sospensione a vita.
Nell’altra versione ci sono invece le espulsioni. In entrambe, la nascita di un comitato di tre probiviri, un tribunale politico proposto dal garante ed eletto via blog tra i parlamentari che dovrà decidere le sanzioni da comminare. L’ultima parola resterà però sempre a Beppe Grillo, che potrà annullare le punizioni o sottoporle a una decisione online tra gli iscritti.
Ma molti espulsi sono pronti a impugnare anche il nuovo regolamento di fronte al giudice.
(da “La Repubblica“)
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