COSA ACCADE NEL M5S: IL FRONTE NO-DRAGHI CONVINTO DI POTER RIBALTARE IL RISULTATO
IN CASO DI SCONFITTA C’E’ CHI LASCERA’ IL MOVIMENTO E CHI SI ADEGUERA’… I GOVERNISTI HANNO RIFIUTATO DI INSERIRE LA POSSIBILITA’ DI ASTENERSI SUL NUOVO GOVERNO PERCHE’ IN QUEL CASO NON AVREBBERO MINISTERI
Si lavora a una linea comune, ma in realtà anche tra i ribelli ci sono divisioni e c’è anche chi è meno ribelle di prima.
I senatori Barbara Lezzi, Mattia Crucioli, Rosa Silvana Abate, Elio Lannutti e Bianca Laura Granato, per citarne alcuni, sono tra coloro che, almeno sulla carta, sarebbero pronti a lasciare il Movimento e a dare la dimostrazione plastica che una scissione è possibile se i pentastellati dovessero entrare nella compagine del governo Draghi. Neanche le rassicurazioni di Beppe Grillo sul “super ministero per la Transizione energetica” sono servite a placare i loro animi e, una volta letto il quesito pubblicato su Rousseau, la reazione è stata: “Ci stanno prendendo in giro”.
Ma c’è anche un’altra corrente di pensiero, denominata Mozione Morra. Quella secondo cui “il popolo ha sempre ragione” e quindi: “Dobbiamo adeguarci al volere della maggioranza degli iscritti”.
Purchè il voto sulla piattaforma Rousseau, per decidere se sostenere o no il governo Draghi, venga celebrato. E sono stati accontentati. T
ra chi ci è ripensato, ad esempio, c’è Alberto Airola. Era collocato tra i pasdaran, tra coloro che mai e poi mai si sarebbero seduti accanto a Berlusconi e Salvini, ma ora si sente soddisfatto di fronte alla nascita del nuovo ministero. L’arma usata da Grillo, l’asso nella manica del Garante, per convincere i più riottosi.
C’è poi anche, senza venire allo scoperto, il correntone comprensivo di tanti big, i quali ragionano così: “Se vanno via una decina di parlamentari non è un problema, anzi saremo più compatti e decisivi nella nostra azione politica dentro il governo del professore”. E c’è Alessandro Di Battista che consiglia almeno la via dell’astensione.
Il problema però sta nel capire veramente da che parte è schierata la base.
Il correntone degli “entristi” sotto sotto teme, o sa, che il verdetto degli attivisti e del popolo grillino su Rousseau potrebbe essere contrario all’abbraccio dell’unità nazionale in chiave ‘Super Mario’. E la riunione via Zoom di ieri sera denominata ‘V-Day, no Draghi’ è stata la dimostrazione che il Movimento sta attraversando forse, per non dire sicuramente, la sua fase più difficile.
I dissidentei hanno cercato fino all’ultimo la mediazione. Barbara Lezzi si è spesa molto contattando tutti i big stellati da Vito Crimi e Luigi Di Maio per trovare una via d’uscita. Ma se questa mediazione doveva significare introdurre nel quesito su Rousseau l’opzione astensione il pericolo ben chiaro ai governisti è che il popolo potrebbe scegliere appunto questa via di mezzo.
Risultato, niente ministri stellati nel nuovo governo dopo che in quello appena dimesso M5s aveva alcune delle poltrone più importante dal Mise alla Scuola, dalla Giustizia agli Esteri.
Risultato che i gorvernisti vogliono evitare. Quindi, se governo Draghi sarà , c’è chi è pronto ad abbandonare il Movimento. Lo dice all’AdnKronos il deputato Pino Cabras: “È possibile. Materialmente quello che sta avvenendo in questo momento è uno sconvolgimento di tutto il sistema politico italiano. Se posso fare una battuta, non ho visto un Draghi grillino ma un Grillo draghiano…”. Qui non c’è neanche più la fiducia nel leader. E i ribelli scaldano le dita pronte a digitare post di appello al voto sul Rousseau contrario al governo Draghi.
Anche Morra è molto combattuto, ma guida dell’ala ribelle che alla fine non abbandonerà la barca se la maggioranza dovesse pensarla in modo diverso da lui. Ma quella in corso dentro i 5Stelle è una vera e propria campagna elettorale interna per convincere il proprio popolo.
Morra dice così: “Adesso il Presidente del Consiglio incaricato dovrà sciogliere dei nodi importanti. E non potrà accontentare tutti, perchè non si possono servire insieme Dio e Mammona. E noi M5S siamo nati per ripristinare rispetto delle persone, delle regole, dell’ambiente”. E, a proposito di scelte, Morra mette in chiaro: “Non puoi ricevere 80 mld per favorire la transizione energetica verso le fonti eco-sostenibili, le rinnovabili, e poi dare 20 mld di incentivi a chi impiega le fonti fossili che rovinano l’ambiente e danneggiano la salute. E’ illogico, contraddittorio, dunque immorale”.
Nel Movimento come valle di lacrime risuonano in modalità singhiozzo espressioni come ‘stiamo buttando a mare la nostra identità ‘ più ‘democrazia diretta e meno palazzo’, ‘uno vale uno e non si capisce perchè ciò non deve valere per Draghi’, ‘guai a svendere la nostra storia’ e via così. Perfino ai piani alti del Movimento c’è chi la vede molto nera, eutanasia o suicidio? In Parlamento non ci sarà un forte scossone, ma buona parte della base grillina ha già abbandonato la barca.
(da “Huffingtonpost”)
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