COSA SI NASCONDE DIETRO LA VENDITA AD AIR FRANCE DEL 25% DI ALITALIA
MENTRE SI LITIGA SU MALPENSA, PIAZZA AFFARI FESTEGGIA STRANAMENTE I TITOLI GEMINA… SI TRATTA DELLA HOLDING CHE CONTROLLA LO SCALO DI FIUMICINO, LE CUI AZIONI SONO AUMENTATE DELL’ 11, 6%… AIRFRANCE OTTIENE LA PRELAZIONE SULLE AZIONI DI ALITALIA CHE SPIANA LA STRADA ALL’ACQUISIZIONE DEL PACCHETTO DI MAGGIORANZA…GLI INVESTITORI CAI, MAGARI ANCHE PRIMA DEI 5 ANNI PREVISTI, FAREBBERO L’AFFARE DA MOLTI PREVISTO, VENDENDO LE LORO QUOTE AD AIR FRANCE
Lo scontro politico su Malpensa e i numerosi incontri che i manager della Cai hanno avuto negli ultimi giorni con esponenti del governo non hanno certo rallentato la corsa di Air France che non appare minimamente preoccupata di un’eventuale sortita a sorpresa di Lufthansa che possa scompaginare le carte.
Il gioco è saldamente in mano a chi lo ha gestito e che sa come distribuire le carte con sagacia e ai propri fini.
L’accordo Cai-Air France verrà formalizzato a breve e la compagnia franco-olandese rileverà una quota del 25% della nuova Alitalia per un esborso complessivo di circa 310 milioni.
La novità invece sarebbe rappresentata, mentre il palcoscenico è impegnato dai litigi circa Malpensa e gli slot da lasciare liberi, dal fatto che e dietro le quinte i francesi stanno preparandosi a mettere le mani un domani sull’intera compagnia.
Il dossier d’intesa tra Cai e Air France conterrebbe, infatti, anche un diritto di prelazione sull’eventuale cessione di quote attualmente detenute dai soci Cai.
In teoria i soci Cai non potrebbero vendere le proprie quote nei primi 5 anni. Lo statuto di Cai prevede una clausola di lock up per tutti gli azionisti. Sono in molti a ritenere però che tra le pieghe del documento istitutivo della società ci sia più di una possibilità di aggirare il divieto e quindi di cedere le quote prima del tempo.
La prelazione chiesta dai francesi non fa ora che alimentare i sospetti. Il vincolo renderebbe, infatti, difficile per altri azionisti entrare nel capitale e spianerebbe la strada ad Air France per un controllo totale del vettore italiano.
Che il disegno sia questo e che tutto filerà liscio è anche la convinzione dei mercati finanziari che hanno premiato in Borsa i titoli Gemina, la holding che controlla attraverso Adr gli scali di Fiumicino e Ciampino.
L’opzione francese, che sembra promettere nuove prospettive di sviluppo per l’aeroporto della Capitale, ha fatto schizzare le azioni dell’11,6% rispetto a un andamento complessivo di Piazza Affari sostanzialmente stabile.
Sullo sfondo c’è anche l’attenzione degli investitori per un imminente riassetto societario. Il mercato scommette su un possibile disimpegno dell’Unicredit sia dalla holding di controllo Investimenti e infrastrutture ( dove ha il 4,5%) sia dalla stessa Gemina (2%).
In pratica la parte buona di Alitalia rilevata da Cai e che già avrebbe assicurato in passato, cosi smembrata, utili ai soci, con gli ulteriori tagli operati sul personale e lo smembramento dei debiti passati al contribuente italiano, in pochi anni vedrebbe aumentare notevolmente il valore delle quote in mano ai soci Cai, ovvero i maggiori imprenditori italiani.
A quel punto, nonostante il divieto di cedere le quote prima dei fatidici 5 anni, qualche norma particolare si troverà di sicuro per avallare l’affare prima della scadenza.
Accadrebbe così che i “salvatori della Patria” che hanno investito in Cai, venderebbero ad Air France le proprie quote a un prezzo decisamente superiore a quello che avevano pagato per l’acquisto e avranno fatto l’affare che stava loro a cuore.
E si capiranno tante cose che ancora oggi troppi amici del centrodestra non afferrano: che l’operazione Alitalia non è stata motivata certo dall’esigenza di salvare il tricolore sulle alette…
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