“COSI’ BONI MOBILITAVA LO STAFF PER RACCOGLIERE TANGENTI”
I DOCUMENTI CHE CHIAMANO IN CAUSA IL LEGHISTA QUANDO ERA ASSESSORE… UGLIOLA: “300.000 EURO PER UN SUPERMERCATO”
Summit, accordi sottobanco, deleghe per fissare cifre a otto zeri per finanziare Davide Boni.
Le confessioni del principale pentito dell’inchiesta milanese sulla Lega Nord, l’architetto Michele Ugliola, svelano nei dettagli i versamenti legati al destino di pratiche regionali da addomesticare.
Ed è su queste che stanno lavorando dall’estate corsa alla procura di Milano.
Capire quanto siano riscontrate le accuse, ma soprattutto quanto possano reggere a un’eventuale probabile futuro processo.
Il sistema svelato da Ugliola è vasto.
Descrive riunioni, richieste e ruoli precisi. Boni al centro, fino al 2010 quando è ancora assessore al Territorio.
Lo staff, quasi al completo, al suo servizio.
Come quando viene trattata la pratica del comune di Albuzzano, in provincia di Pavia, per l’apertura di un mega supermercato.
Ricorda a verbale l’estate scorsa Ugliola al procuratore aggiunto Alfredo Robledo e al pm Paolo Filippini, quando andarono da lui, nel suo ufficio di via Zuretti, Monica Casiraghi, all’epoca consulente dell’assessore Boni, insieme con Francesco Monastero, amministratore della Inwex e Flavio Tremolada, componente della segreteria di Boni.
Un vertice in cui, secondo il principale accusatore di Boni, si sono pianificate le strategie. Stero illustra come la società che amministra è certamente di rilevante «sostanza finanziaria».
Un bersaglio succoso, per intenderci.
Secondo questo racconto, per ottenere i permessi a costruire Monastero non ha problemi con il Comune e la Provincia.
Rimane da definire solo la situazione con la Regione. Nel mondo dell’imprenditoria, il caso che riguarda il manager della Inwex, non è isolato.
Altri manager di società private hanno bussato alla porta di Ugliola, sapendo che è un passepartout.
Ha le chiavi giuste per avvicinare i politici. L’incontro, quanto meno anomalo per modi e tempi, negli uffici milanesi di Ugliola e collocabile nel 2009, termina con l’illustrazione del progetto, e con un appuntamento successivo per definire i termini economici della questione.
Il giorno dopo «mi recai da Ghezzi (capo segreteria di Boni nonchè presidente di una municipalizzata di Desio, e ora indagato per corruzione), di buon mattino, in Regione, per sapere quanto avrei dovuto chiedere a Monastero, e questi mi disse 800mila per loro. Una somma che sarebbe andata a Boni, a Ghezzi e alla Casiraghi».
Il patto è definito, e aspetta solo il via libera dell’azienda. Passano pochi giorni, e nello studio di Ugliola, Monastero ascolta la richiesta e secondo l’accusa, la sottoscrive.
In totale la cifra fissata per accelerare la pratica prevede anche 100 mila euro per il «disturbo» dell’architetto.
All’assessorato al Territorio, fino al 2010 timonato da Boni, basta dare il via libera alla valutazione d’impatto ambientale.
Una volta firmato il contratto con la società di Ugliola ecco l’acconto: 300mila euro. Per farli ottenere poi all’assessore Lumbard, a Ugliola basta formalizzare una consulenza fittizia per 50mila euro, intestata alla Casiraghi.
I soldi sono stati pagati, anche se il progetto di Albuzzano non va in porto per un ostacolo della provincia sulla variazione del Pgt.
Emilio Randacio
(da “La Repubblica”)
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