COTTARELLI: “AUMENTANO I PERICOLI PER I CONTI PUBBLICI”
“CI PERDE LA STABILITA’ ECONOMICA ITALIANA”
Carlo Cottarelli, l’economista che ha sfiorato Palazzo Chigi nei giorni della crisi istituzionale, sulle colonne della Stampa non vede l’Italia uscire certo tra i vincitori perchè “per i conti pubblici aumentano i pericoli”.
Magari non nel breve termine, ma “la legge di bilancio che esce non fa nulla nè per la crescita, nè per i conti pubblici”.
Si è partiti con Giovanni Tria che annunciava l’1,6% di deficit/Pil, il Governo che puntava al 2,4% e il compromesso trovato al 2%.
“Cose da mercato rionale” scrive Cottarelli, “solo che al mercato rionale ce la si sbriga in pochi minuti, non in mesi di negoziazione e incertezza”.
In questo contesto le parti possono rivendicare qualche risultato: “La Commissione può vantare di essere riuscita a ottenere misure aggiuntive per oltre 10 miliardi, e non sono poco, senza rinunciare alla possibilità di riaprire la questione a inizio marzo, quando i conti del 2018 saranno pubblicati. Il Governo può vantare di aver mantenuto le due principali misure promesse agli elettori: la controriforma delle pensioni e il reddito di cittadinanza. Gli stanziamenti iniziali sono stati ridotti: ci viene detto che hanno fatto meglio i calcoli e si sono accorti che servono meno soldi. Il fatto è di per sè preoccupante (avevano sbagliato i calcoli?), ma in realtà nessuno può verificare quanto la spiegazione data sia vera, perchè i dettagli di questi provvedimenti non erano mai stati annunciati”.
Cottarelli sa bene chi perde in tutta questa vicenda.
“Ci perde la stabilità economica italiana. La legge di bilancio rappresenta, ancora una volta, un prolungamento dello status quo […] Insomma il Governo del cambiamento non ha cambiato nulla, tranne forse cambiare idea sulla possibilità , per un Paese ad alto debito come il nostro, di usare la leva della spesa pubblica per sostenere il Pil. Il prolungamento dello status quo nei nostri conti pubblici aumenta però i rischi perchè riduce il tempo a disposizione prima che l’economia mondiale ed europea rallenti, prima che il sentimento sui mercati finanziari internazionali si indebolisca, prima che una qualunque spinta recessiva porti a una umento del rapporto tra il nostro debito pubblico e il Pil, e a una nuova crisi di fiducia. Ci perdono le prospettive di crescita dell’economia italiana”
(da agenzie)
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