CRESCIUTO NEL SUDAFRICA DELL’APARTHEID, MUSK È CONVINTO DELLA DISUGUAGLIANZA TRA GLI ESSERI UMANI; ALDO CAZZULLO TRATTEGGIA L’IMPERO CHE VERRA’, QUELLO DI ELON MUSK
“IL SUO MONDO IDEALE È QUELLO IN CUI PIÙ SEI RICCO, MENO TASSE PAGHI. SE LA SPECIE UMANA RISCHIA L’ESTINZIONE, IL PROBLEMA NON LO RIGUARDA; MARTE È A DUE PASSI, ALMENO PER LUI
L’uscita di scena del premier canadese Justin Trudeau e il cambio di cavallo a Londra di Elon Musk, che ha scaricato Nigel Farage per l’estremista Tommy Robinson, all’apparenza non c’entrano nulla. In realtà, sono due tra le tante sfaccettature dello stesso prisma. […] Il prisma è la nuova destra globale, che ha una visione imperialista ma ha per leader non una nazione, bensì un uomo, per quanto favolosamente ricco: Elon Musk.
Trudeau non è un uomo di sinistra non è ovviamente comunista, ma neppure socialista. È un liberale.
Crede nella proprietà privata dei mezzi di produzione, nel libero mercato, nella flessibilità del lavoro, in tutte quelle cose senza cui i sistemi economici moderni non funzionano. Poi certo crede nella protezione sociale (con qualche venatura populista), nei diritti delle donne, nella difesa delle minoranze e delle varie forme di diversità, che arricchiscono un Paese sul piano culturale, artistico e anche economico.
Ma Trudeau non ha resistito al ciclone Trump. Ha annunciato che non si candiderà alle prossime elezioni, nel timore di perderle. La sua stagione è finita. Trump non vuole solo prendersi il Canada, la Groenlandia, Panama. Trump vuole mettersi a capo di un movimento mondiale. Ma il posto è già occupato. Perché il presidente tra meno di due anni dovrà difendere la sua esile maggioranza al Congresso, e non sarà facile
Musk ha molti anni di meno, moltissimi miliardi di dollari in più, e non ha bisogno di invadere altri Paesi: si limita a individuare il suo uomo, o la sua donna, in ognuno di loro.
In Italia ha la premier. In Austria il probabile futuro premier. In Germania ha offerto X alla leader di Alternative fuer Deutschland, che a febbraio potrebbe essere il secondo partito tedesco, dietro i vincitori della Cdu che non escludono più a priori forme di collaborazione.
Nel Regno Unito, Musk aveva Farage. Che però non andava più bene. Farage è un liberale. è un nazionalista britannico, che certo aborre l’Unione europea e l’immigrazione, ma è ancora convinto che gli uomini nascano liberi e uguali, e non vuole avere nulla a che fare con Robinson, che vagheggia di deportare i britannici di religione musulmana. Proprio come in Francia Eric Zemmour, non a caso invitato da Trump al suo insediamento.
L’islamofobia è uno dei tratti che accomunano Musk e Trump, che aveva aperto il suo primo mandato con il «Muslim Ban», per chiudere le frontiere a rifugiati siriani, iracheni, somali, sudanesi, iraniani, libici e yemeniti, e che ora inaugura il secondo mandato minacciando di scatenare l’inferno in Medio Oriente e in particolare a Gaza
Cresciuto nel simpatico ambiente del Sud Africa dell’apartheid, Musk è fermamente convinto della disuguaglianza tra gli esseri umani. Il suo mondo ideale è quello in cui più sei ricco, meno tasse paghi. Se la specie umana rischia l’estinzione, il problema non lo riguarda; Marte è a due passi, almeno per lui e per i suoi cari; e costruire l’immortalità è un obiettivo ben più affascinante che non riparare l’obsoleto servizio sanitario nazionale, che in America peraltro non esiste (ma in Canada ancora sì).
Andrea Stroppa, l’uomo di Musk in Italia, ha creato un meme che ritrae il suo capo come un patrizio romano, accanto all’imperatore Trump e alla domina Meloni. Ma Trump sarà imperatore per quattro anni. L’impero di Musk è appena cominciato, e durerà molto di più.
Se i liberali, o quel che ne resta, non sapranno unirsi, allora l’Internazionale reazionaria, come la chiama Macron, potrà fare quel che vorrà. Anche flirtare con la Russia di Putin e la Cina di Xi, facendo della democrazia un curioso ricordo
(da agenzie)
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