CUPERLO IL ROSSO, CIVATI ANTI-LARGHE INTESE E RENZI FA LO GNORRI
SFIDA TV: BICI RUBATE, LEGGI AD PERSONAM E PATRIMONIALE MA IL SINDACO NON RISPONDE SUI 101 CHE TRADIRONO PRODI
Cuperlo detto Gianni” è “divoratore di libri e cioccolata”. Di Matteo Renzi “molti dicono che abbia fatto il miglior discorso dopo una sconfitta. Adesso vorrebbe provare quello della vittoria”.
Sta per fare il più classico dei gesti scaramantici il super favorito, ma poi si limita a un sorriso un po’ sbilenco.
E Civati? “Nato lo stesso giorno di Obama, lo accusano di essere il candidato di sinistra”.
Ore 21, il dibattito su Sky può cominciare. La presentazione del conduttore Francesco Semprini dà la cifra: Cuperlo sorride, trionfale, quasi rilassato. Sfoggia una cravatta coloratissima. In fondo, un anno fa chi glielo avrebbe detto che sarebbe arrivato qua? Renzi è teso, ha tutto il peso dell’aspettativa addosso. Abito e cravatta scura, sta al centro del podio. Civati non ha niente da perdere, sfida la sorte con cravatta viola. Confronto alla X Factor.
Le regole: stesse domande per tutti, stesso tempo di risposta, fatchecking, appello finale, applausometro. Ognuno gioca la sua parte.
Cuperlo su Letta: “Non abbiamo più alibi: dobbiamo mettere al centro il dramma del paese”. Renzi: “Il governo siamo noi, il Pd”. Civati: “Dobbiamo cambiare la legge elettorale e tornare al voto”. Boato.
Cuperlo fa quello di sinistra, di lotta e di governo, Civati il radicale, l’outsider di rottura. A tratti gli viene benissimo. E Renzi fa l’ecumenico. Il segretario in pectore, quello responsabile. Non proprio il suo ruolo.
Civati è l’unico che boccia il governo. Gli altri due criticano, ma promuovono. Per il Sindaco meno slogan del solito, molto fair play, non attacca. Sulle privatizzazioni esordisce: “Bisogna cambiare le regole dell’economia”. Cuperlo è più chiaro: “La scuola pubblica no, il diritto alla salute no.” Renzi se lo guarda.
Il conduttore sottolinea: “Nessuno dei tre mi ha detto che ha un piano di privatizzazione”. Poi passa alla domanda successiva sulle previsioni per i gazebo. Tre milioni di persone grazie agli “spingitori di primarie” per Civati. Renzi si sganascia. Cuperlo si appella al voto di chi pensa che “il partito della sinistra abbia un’identità ”. Renzi: “Saranno due milioni i votanti, spero di prendere il 51%”. E poi, non ci sta a sentirsi dire che sulle privatizzazioni non ha risposto. Tira in ballo quella dei trasporti a Firenze. Si scioglie un po’.
Fortunato con la domanda successiva. Con 4300 euro è quello che guadagna meno e gli hanno pure fregato la bicicletta. Azzecca il costo di panino e salsiccia alla Festa dell’Unità : 6 euro.
Civati si impappina per giustificare gli 8000 euro da parlamentare al netto della diaria “devo stare a Roma”. Segna un punto quando dice senza se e senza ma: “Non mi fido di Alfano”.
Sulla spending rewiew i tre si eccitano. Renzi: “Basta un ragazzo di Rignano sull’Arno (lui,ndr): mettere tutte le spese online, per tutti i dirigenti, voce per voce”. E Cuperlo: “Tagliamo le vere aree di privilegio”. Partito in scioltezza, Cuperlo ammette: “Difficile concentrarsi in un minuto”. Mani giunte. Parlando delle donne, Renzi s’inventa Francesca e si rivolge a lei, che “magari non è carina, ma è bella dentro”. Civati cita le palle che “vanno tenute dentro”. Cita e ricita l’assassinio di Prodi nell’urna quirinalizia. Cuperlo si sente di dire: “Io in quei giorni c’ero. Ho votato per Franco Marini e per Romano Prodi”. Renzi evita l’argomento e fa un’arringa sul bisogno di investire nella Terra dei fuochi.
Sulla patrimoniale, le differenze. Giusto metterla? “Per Renzi solo dopo che la politica si taglia”. Civati esita e Cuperlo affonda: “Sì, sì è giusto”.
Sulla legge elettorale, Cuperlo si schiera per quella possibile e Renzi su Mattarellum o doppio turno. E si rifiuta di garantire che non spingerà per una repubblica presidenziale. “E poi chi chi dice che in fondo non ci siamo già ?”.
Se il suo Pd si chiama “speranza”, per Cuperlo è la scelta da che parte stare. Sul Pantheon, le ultime cartucce. Cuperlo va su simboli certi come Berlinguer e Rosa Parks. Per Renzi il sindaco di Incisa, scomparso, Meme Auzzi, “che avrebbe votato per Cuperlo” e don Primo Mazzolari. Per Civati, il sindaco di New York De Blasio e l’ex sindaco di Monasterace Lanzetta. “Ma io non la porto nel Pantheon, ma nell’Assemblea nazionale”. Affondati.
Wanda Marra
(da “Il Fatto Quotidiano”)
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