PRIMARIE PD, AFFLUENZA A RISCHIO: “POTREBBE FERMARSI A 1.500.000 VOTANTI”
L’EFFETTO FLOP PREVISTO DAL SONDAGGISTA WEBER: “E’ UN CALO COSTANTE DA SETTIMANE, MANCA IL CARICO DI ATTESE E RENZI VIENE PERCEPITO COME UNO CHE NON PROPONE NULLA DI NUOVO”
È ‘allarme rosso’ al Nazareno e dentro tutto il Pd, sulla partecipazione alle primarie dell’8 dicembre. Si teme, e parecchio, l’effetto-flop.
Previsioni, sondaggi, umori democrat hanno abbassato di molto l’asticella: “Se votano tra 1 milione e 700 e i 2 milioni di persone è un miracolo”. L’eventuale flop, però, a sentire i diversi protagonisti in lizza e i loro staff, non farebbe la gioia di nessuno: non di Matteo Renzi, ovviamente, che punta a ‘coinvolgere’, ma neppure di Gianni Cuperlo o di Pippo Civati (rispettivamente lo ‘sfidante’ numero uno il primo e il ‘terzo incomodo’ il secondo) che non vogliono far scolorire la possibilità di ottenere buone performance dietro una partecipazione scarsa o, addirittura, disastrosa.
Davide Zoggia, già responsabile Enti Locali nella segreteria Bersani e oggi a capo del delicato settore Organizzazione nella segreteria Bersani, cerca di smussare gli angoli, parlandone con l’Huffington Post a latere del congresso del Psi che si sta tenendo in questi giorni a Venezia e cui ha partecipato, venerdì scorso, in qualità di ospite: “Credo che l’affluenza alle primarie del Pd si attesterà intorno ai due milioni. Del resto, le ‘pratiche’ per facilitare la partecipazione le abbiamo snellite di molto, rispetto al passato, anche a quello recente. Bastano due euro (2,5 euro se ci si è registrati ‘prima’ del voto, ingiusta penalizzazione dei più scrupolosi…, ndr.), un documento d’identità e la firma in calce all’Albo dei sostenitori e della Carta dei Valori del Pd per poter votare, ove si tratti di non iscritti.
In cambio, si riceve anche l’abbonamento gratis all’Unità e a Europa…”.
Secondo Riccardo Nencini, segretario del Psi, “alle primarie voteranno un milione e mezzo di persone. Soprattutto cittadini che si riconoscono nel Pd. È il segno che la politica ha ancora molta strada da fare per essere riconosciuta dai cittadini”.
Al di là del piacere di leggere i due house organ di casa democrat, la realtà è che la partecipazione alle primarie non attira più di tanto, questa volta, la cosiddetta ‘gente normale’.
Insomma, i ‘non’ fanatici di sinistra e politica.
Il dato Auditel sul confronto tv andato in onda sugli schermi di Skytg24 parla chiaro: numeri dimezzati rispetto al confronto delle primarie 2012 (2,67% di share contro il 6,17%) e uno share fermo a un impietoso 0,97%, più l’1,7% di Cielo. Eppure, alla stessa ora, su La 7, il programma di Maurizio Crozza, quasi tutto incentrato su Berlusconi, faceva il 9,56%….
Altro dato. La percentuale di votanti alle primarie è, nella sua serie storica, da sempre in discesa (verticale): le primarie del 2007 che elessero Veltroni videro 3 milioni e 500 mila votanti, quelle tra Bersani e Franceschini circa 3 milioni e 300 mila e le ultime scorse, quelle tra lo stesso Bersani e Renzi (ma che erano per la premiership come quelle di Prodi svoltesi nel 2006, quando i votanti furono circa 4 milioni) 3 milioni e 200 mila a fine 2012.
Basta? No. Il noto e scrupoloso sondaggista Roberto Weber, oggi a capo di un nuovo istituto di sondaggi, IXE’ di Trieste, dice all’Huffington Post molto di più e di peggio: “Due mesi fa abbiamo stimato la partecipazione alle primarie intorno ai 2 milioni e 700 mila persone, un mese fa eravamo a 2 milioni 400 mila, due settimane fa a 1 milione e 900 mila, l’altro ieri a 1 milione 700 mila e, temo, si potrebbe ‘chiudere’ a 1 milione 500 mila”.
Motivi? Weber ne individua tre: “La prima è che il popolo della sinistra non ha più il carico di attese di un anno fa, quando pensava di ‘stare per’ battere Berlusconi mentre, dopo le elezioni, è scattato un fattore depressivo da cui non si è più ripreso. La seconda è che questo governo in carica è ritenuto difficilmente ‘sloggiabile’ non perchè piaccia la stabilità che propone ma perchè la gente sa che, se si tornasse a votare, il risultato sarebbe comunque di stallo. La terza è che Renzi, fino a ieri percepito come un elemento di assoluta novità e che poteva ‘sfondare’ anche nel campo avversario, che invece oggi si è ‘recintato’ intorno a Berlusconi, non propone nulla di nuovo. Dispiace pure a me, ci speravo, ma è così”.
Conviene, a questo punto, rivolgersi all’ex ‘mago’ delle primarie del Pd, Nico Stumpo, forse uno dei bersaniani più ‘odiati’ da Renzi e dai suoi, il quale però non ‘gode’ affatto di un rischio-flop che potrebbe (in teoria) avvantaggiare il suo candidato attuale, Gianni Cuperlo: “Le previsioni dei sondaggi non sempre risultato esatte, quello su Sky era solo un dibattito, oggi c’è Letta al governo e forse chi punta alla stabilità ne viene premiato, stiamo a vedere, di certo è impossibile fare previsioni. Io mi auguro che i numeri non siano così bassi (i 2 milioni stimati dallo stesso Zoggia, ndr.)”.
Il vaticinio finale lo fa Giacomo Portas, deputato piemontese e leader della piccola formazione de I Moderati (secondo partito del centrosinistra in Piemonte e federato con il Pd a livello nazionale), unico a ‘averci preso’ (e al millesimo) coi risultati delle primarie 2012 come delle elezioni 2013: “voterà tra il 1 milione e 700 mila e i 2 milioni di persone, cifra difficile, se non impossibile, da raggiungere. Si vota l’8 dicembre, fa un freddo boia (qui a Torino, per dire, oggi nevica…), la gente pensa alle feste di Natale, gli anziani non escono di casa, si spera solo sia una bella giornata di sole”. Già , ‘si spera’.
(da “Huffingtonpost“)
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