D’ALEMA INVITA A VOTARE RAGGI? QUALCOSA NON TORNA, RENZI STA CERCANDO L’ALIBI PER LA SCONFITTA A ROMA
“LA REPUBBLICA” ATTACCA, D’ALEMA SMENTISCE, IL QUOTIDIANO CONFERMA LA FRASE, MA NON FORNISCE ALCUNA PROVA … PER D’ALEMA CI SONO MANDANTI PER L’ARTICOLO DE “LA REPUBBLICA”
“Pur di mandare via Renzi, sono disposto a votare Lucifero, figuriamoci se mi tiro indietro davanti alla candidata grillina di Roma Virginia Raggi“.
A pronunciare questa frase, secondo Repubblica, sarebbe stato il dem ed ex presidente del Consiglio Massimo D’Alema che starebbe anche lavorando per i comitati del No alle riforme e alla “rinascita della sinistra riformista” con il governatore Michele Emiliano come “sostituto credibile di Renzi”.
Un retroscena pubblicato in prima pagina a firma Goffredo De Marchis, che ha subito scatenato gli attacchi del Pd (“Sfasciare tutto non serve a niente”) e che è stato smentito ufficialmente in mattinata dalla portavoce di D’Alema: “Frasi false, frutto della fantasia del cronista e della volontà dei suoi mandanti”.
A negare tutta la ricostruzione è stato anche lo stesso presidente della Puglia: “Non ci siamo mai incontrati”. Il quotidiano ha però confermato la propria versione: “L’articolo riporta fedelmente quanto ci è stato raccontato da numerose fonti. Parlare di mandanti esterni è grottesco”.
Il primo a commentare su Twitter era stato il presidente del partito Matteo Orfini: “Spero che smentisca al più presto. E che venga a darci una mano in questi ultimi giorni di campagna”.
Poi a Radio Capital è intervenuta la vicesegretaria Pd Debora Serracchiani: “Siamo di fronte a questioni personali. Sfasciare tutto non serve”.
Sul fronte di D’Alema l’impressione è che ci sia “un vero e proprio dolo” contro l’ex segretario dei Ds: “Supponiamo abbia un’origine nella sede non diciamo del taverniere fiorentino ma certamente nel suo entourage”, si legge ne la Velina Rossa di Pasquale Laurito, molto vicino all’ex segretario dei Ds negli anni della sua premiership.
“E’ in corso un gioco politico che dura da molte settimane, D’Alema non ha voluto commentare i risultati delle Comunali proprio per non essere trascinato in un gioco assurdo: un modo per fare caciara e intestare ad altri il prevedibile insuccesso del Pd alle amministrative. Se D’Alema è stato rottamato dal taverniere fiorentino perchè gli si attribuisce tanta rilevanza politica? Chi è causa del suo mal, pianga se stesso”.
Nell’articolo di Repubblica si parla dettagliatamente di diversi incontri, nonchè di contatti in Puglia, in particolare con il presidente Pd della Regione Emiliano, e a Roma, dove l’ex ministro Massimo Bray e l’ex sindaco Ignazio Marino sarebbero tra i “più assidui interlocutori” di D’Alema.
Secondo il retroscena di Goffredo De Marchis, l’obiettivo di D’Alema è quello di indebolire il segretario Pd e due sono le tappe nella sua testa: i ballottaggi a Roma e Milano e il referendum costituzionale di ottobre prossimo.
L’ex presidente del Consiglio sta lavorando alla ricostruzione di una sinistra riformista e per questo già nei prossimi giorni ufficializzerà il suo impegno per il “no” alla riforma della Costituzione.
D’Alema non si aggregherà ai comitati già esistenti perchè, in quanto ex presidente della Bicamerale, non è d’accordo con chi dice “che la Carta non si tocca a prescindere”.
Ma al tempo stesso condanna il provvedimento del governo Renzi per la “deriva autoritaria” che secondo lui comporta.
(da “il Fatto Quotidiano”)
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