DALLA BALENA BIANCA A GIANNINO: COSI’ CAMBIANO I VIDEO ELETTORALI
“ADDIO AI DISCORSI DEI LEADER, OGGI PREVALGONO SATIRA E PARODIE PER FAR BRECCIA NEI SOCIAL NETWORK”… L’ARCHIVIO REALIZZATO DALL’UNIVERSITA’ DI ROMA TRE
Dalla Balena Bianca «grande mansueta e che non inquina» del 1987 a Mario Monti che gioca con i nipotini seduto sul tappeto.
Dai bulloni avvitati del Partito Comunista ai militanti del Pd che ballano con le corna da renna nel celebre «Oh HaPday», con tanto di segretario che saluta con il cartello «Ohi ragassi..».
In campagna elettorale, la politica è soprattutto comunicazione politica e spulciando i video raccolti dal sito Archivio degli spot politici, un progetto dell’Università degli Studi di Roma Tre che ne racchiude quasi 500, realizzati dagli Anni Settanta a oggi, c’è da divertirsi.
Basterebbe dare un’occhiata al più cliccato, quello di un inquietante Gianfranco Fini che, nel lontano 1992, chiedeva ai telespettatori: «Cosa faresti a chi uccide tuo figlio? Noi lo sappiamo…».
Il tutto davanti a uno schermo con le scritte «Mafia, Droga, Sequestri» che lasciano poi spazio alla fiamma del Movimento Sociale e pochissimo all’immaginazione.
Oppure Daniela Santanchè che, in una scenografia che farebbe paura pure ad Alfred Joseph Hitchcock, sbarra la finestra a criminalità , povertà , clandestinità , violenza sulle donne, prostituzione e degrado, temi forti della campagna elettorale «tutto sulla sicurezza» del 2008, di cui oggi non c’è traccia – o quasi – nelle agende dei partiti .
Ora anche i video sono cambiati.
Basta dare un’occhiata alla nuova sezione dell’Archivio, dedicata alle prossime elezioni politiche.
Ci sono i cartoni animati di Bruno Bozzetto per la campagna di Oscar Giannino, lo spot di Fratelli d’Italia che mette insieme Carlo Magno e Gabriele D’Annunzio, Evita Peron e Gandhi, Falcone e Oriana Fallaci, oppure il video del Movimento Cinque Stelle che se la prende con «i veri comici».
Molti spot sembrano parodie fatte da qualche comico e invece sono opera degli stessi partiti.
La spiegazione di questo cambiamento prova a darla Edoardo Novelli, docente di Comunicazione Politica all’Università di Roma Tre e autore del progetto che ha raccolto i quasi 500 video di spot politici.
«Rispetto al passato – spiega – oggi l’obiettivo è far circolare quei video sulla Rete. In passato venivano diffusi principalmente sulle Tv nazionali poi, più recentemente, pubblicati sui siti Internet dei singoli partiti. Ma qui i visitatori ci arrivavano volontariamente, forse perchè già “fan” di quel partito. Erano video più “istituzionali”, con il leader che rivolgeva messaggi diretti agli ascoltatori».
Ora invece spopolano cartoni animati e parodie.
«Cercano di utilizzare il linguaggio della rete – continua Novelli – perchè devono sfruttare il canale dei social network e ed essere condivisi il più possibile. Voi linkereste un messaggio in cui un politico parla dei suoi programmi, come il video di Craxi nel 1983 in cui parla dell’ottimismo della volontà ? Probabilmente no. Mentre quello di Sel con Berlusconi partecipante a Masterchef , per fare un esempio, si presta maggiormente alla condivisione».
Marco Bresolin
(da “La Stampa”)
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