DAVIGO: “L’ALLERGIA AI CONTROLLI ACCOMUNA TUTTI I GOVERNI”
“SE LA POLITICA RICANDIDA PERSONE COINVOLTE IN REATI E’ INEVITABILE CHE I PROCESSI ABBIANO EFFETTI POLITICI”
“Non commento le dichiarazioni del presidente del Consiglio. Ma è una vecchia storia, questa del ‘giustizialismo’ e del ‘conflitto’. Non c’è nessuna guerra. Noi facciamo indagini e processi. Se poi le persone coinvolte in base a prove e indizi che dovrebbero indurre la politica e le istituzioni a rimuoverle in base a un giudizio non penale, ma morale o di opportunità , vengono lasciate o ricandidate o rinominate, è inevitabile che i processi abbiano effetti politici”.
E’ quanto afferma Piercamillo Davigo, presidente dell’Anm, in una intervista al Fatto Quotidiano.
Alla domanda sulle differenze tra questo governo e quelli precedenti nell’affrontare il tema giustizia, Davigo risponde così: “Qualche differenze di linguaggio ma niente di più: nella sostanza c’è una certa allergia al controllo di legalità accomuna un po’ tutti”.
“Se la politica usasse per le sue autonome valutazioni – aggiunge – gli elementi che noi usiamo per i giudizi penali e ne traesse le dovute conseguenze, processeremmo degli ex. Senza conseguenze politiche”.
Quando poi Travaglio chiede se il conflitto fra politica e magistratura sia fisiologico, Davigo replica: “Le frizioni fra poteri dello Stato sono la naturale conseguenza della loro separatezza e indipendenza. Chi vuole che tutti i poteri vadano d’amore e d’accordo dovrebbe proporre il ritorno alla monarchia assoluta, dove il sovrano deteneva tutti i poteri senz’alcun conflitto: il re era sempre d’accordo con se stesso. È questo che vogliono? Io, se non ci fosse tensione fra politica e giustizia, mi preoccuperei”.
“Tutti i processi arrivano a sentenza – sottolinea quindi Davigo – se ci si lamenta di un eccesso di prescrizione, modifichino le norme”.
“Sulle intercettazioni non vedo necessità di una nuova legge: bastano le norme su privacy e diffamazione”.
(da “Huffingtonpost”)
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